Netanyahu, primo premier di Israele a processo: cosa c’è da sapere

Violetta Silvestri

24/05/2020

25/05/2021 - 16:23

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Per la prima volta nella storia di Israele un premier in carica è sottoposto a processo. Sta succedendo a Benjamin Netanyahu, veterano del potere nello Stato mediorientale, sul quale pesano accuse gravi, ora dinanzi al tribunale

Netanyahu, primo premier di Israele a processo: cosa c’è da sapere

Inizia il processo contro Benjamin Netanyahu, premier israeliano appena tornato al potere dopo un lungo stallo politico, per l’ennesimo incarico di Governo.

Per il Paese è un fatto importante e di una certa eccezionalità: è la prima volta, infatti, che nella storia nazionale un primo ministro in carica sia contemporaneamente processato.

Le accuse che pesano sul premier, che può vantare il record di anni al potere avendo superato anche Ben Gurion, riguardano frode, corruzione, abuso di fiducia. Tre, quindi, i casi da verificare dinanzi al Tribunale.

Oggi, domenica 24 maggio, Netanyahu si è presentato dinanzi ai giudici per la prima udienza, invocando l’innocenza e, soprattutto, gridando contro il tentativo di “abbattere un premier forte e di destra”.

Cosa c’è da sapere sul processo contro il premier di Israele?

Processo a Netanyahu: le 3 accuse

L’attuale premier israeliano e leader indiscusso del partito di destra Likud deve affrontare 3 capi di imputazione.

Il primo, battezzato caso 1.000, vede Netanyahu accusato di frode e violazione della fiducia. I reati sarebbero legati all’accettazione di regali come sigari, champagne, gioielli e biglietti aerei del valore di circa un milione di shekel israeliani (260.000 euro) da ricchi amici come il produttore di Hollywood Arnon Milchan e il miliardario australiano James Packer.

Nel caso 2.000, il premier è imputato per aver tentato di ottenere una copertura più favorevole da uno dei principali quotidiani, Yedioth Ahronoth, offrendo al suo editore, Arnon Moses, un accordo per indebolire la circolazione di un altro quotidiano.

Infine, c’è il caso 4.000, considerato il più grave dei tre. In base alle accuse, Netanyahu avrebbe preso decisioni normative per avvantaggiare Shaul Elovitch, un importante azionista della società di telecomunicazioni israeliana Bezeq. In cambio, Elovitch avrebbe assicurato appoggio a Netanyahu su Walla, un sito web di notizie di proprietà di Elovitch. In questo caso, entrambi sono accusati di corruzione.

Netanyahu a processo: caso senza precedenti. Il motivo

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha giurato domenica scorsa per la quinta volta nella sua lunga carriera politica come capo del Governo israeliano.

Il 24 maggio è comparso in un tribunale distrettuale di Gerusalemme Est per l’avvio di un processo ampiamente anticipato con l’accusa di frode, violazione della fiducia e corruzione. Questa concomitanza di fatti rende il caso del premier senza precedenti.

Un primo ministro che resta al potere pur affrontando un processo di una certa rilevanza è un evento che non si è mai verificato.

Il processo avrebbe dovuto iniziare a metà marzo ma è stato rinviato a causa della crisi del coronavirus. In una decisione ampiamente criticata, l’allora ministro della giustizia Amir Ohana, stretto alleato di Netanyahu, annunciò misure di emergenza per congelare tutte le procedure giudiziarie ad eccezione di casi urgenti. Anche il processo al leader del Likud, naturalmente, fu sospeso.

Ma ora, mentre i tribunali stanno riprendendo il loro lavoro con alcune restrizioni igieniche in atto, un gruppo di tre giudici ha riavviato il caso.

Israele ha già assistito a processi importanti contro uomini politici di spicco per il Paese. L’ex premier Ehud Olmert ha scontato la prigione per le accuse di corruzione e l’ex presidente Moshe Katsav è stato condannato per stupro.

In questi precedenti casi, però, gli esponenti politici si erano dimessi per affrontare la difesa dalle accuse. Addirittura, nel caso di Olmert, l’allora leader di opposizione Netanyahu aveva suggerito di allontanarsi dal potere di Governo.

Ora, invece, Netanyahu è saldamente al comando in un esecutivo di unità faticosamente creato con Benny Gantz, prima irremovibile nel voler fare un Governo con un leader accusato di corruzione. Ora, però, i due si divideranno la guida del Paese a distanza di 18 mesi.

Ha iniziato a governare proprio Netanyahu, che ha già gridato al complotto politico contro di lui per via del processo in atto.

Netanyahu sotto accusa: effetti politici

Benjamin Netanyahu non è un politico come gli altri, considerando che ha guidato per 5 mandati di seguito Israele, lasciando un’impronta indelebile al paese, soprattutto per quanto riguarda la politica anti-palestinese e pro-insediamenti.

Ora che sta affrontando le accuse in Tribunale, i suoi sostenitori incolpano la sinistra, i media, la polizia e la magistratura per aver complottato contro di lui.

Uri Dromi, direttore del Jerusalem Press Club ed ex portavoce dei governi Rabin e Peres, che a destra si fa strada l’idea che il processo sia tutto una farsa per indebolire il premier. La parola, però, spetta al sistema giudiziario. Più di qualche voce di dissenso, infatti, si sta alzando contro l’atteggiamento di Netanyahu: finché non ci sarà sentenza è innocente, ma per difendersi deve lasciare il potere.

Le cose stanno andando diversamente. Le opposizioni temono che il Governo alimenterà polemiche su Iran, Palestina, sicurezza nazionale e questione insediamenti per sviare l’attenzione sulle accuse.

Il processo a Netanyahu, tra l’altro, durerà almeno un anno.

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