Mercati ancora volatili, anche se in lieve ripresa in Asia. Oltre alle vicende europee, con guerra, crollo sterlina, elezioni in Italia, gli investitori guardano alla Cina. Il dragone resta debole.
Nei mercati asiatici gli scambi si mantengono su un livello di cautela oggi, 27 settembre, in seguito a un’altra vendita di azioni statunitensi, rendimenti obbligazionari in rialzo e mercati valutari volatili, mentre gli investitori si preparano a un aumento del rischio di recessione globale.
L’indicatore del dollaro ha fatto un passo indietro rispetto a un massimo record lunedì di 114 punti, quando i funzionari della Federal Reserve hanno ripetuto commenti da falco sulla politica. Le valute asiatiche, inclusi yen e yuan, si sono leggermente rafforzate, rimanendo comunque su livelli che hanno destato preoccupazione da parte delle autorità di Giappone e Cina.
Il dragone è osservato speciale, mentre cerca di dare slancio a un’economia in affanno. Le ultime stime sulla sua crescita, ancora in ribasso, sono della Banca Mondiale.
La Banca Mondiale affonda la Cina: sarà record negativo
La produzione economica della Cina rimarrà indietro rispetto al resto dell’Asia per la prima volta dal 1990, secondo le nuove previsioni della Banca Mondiale che evidenziano i danni causati dalle politiche zero-Covid del presidente Xi Jinping e il crollo del più grande mercato immobiliare del mondo.
L’organismo internazionale ha rivisto al ribasso le sue previsioni per la crescita del Pil nella seconda economia mondiale al 2,8%, rispetto all’8,1% dello scorso anno, e alla stima di aprile tra il 4 e il 5% per quest’anno.
Allo stesso tempo, sono migliorate le aspettative per il resto dell’Asia orientale e del Pacifico. La regione, esclusa la Cina, dovrebbe crescere del 5,3% nel 2022, rispetto al 2,6% dell’anno scorso, grazie agli alti prezzi delle materie prime e al rimbalzo dei consumi interni dopo la pandemia.
“La Cina, che stava guidando la ripresa dalla pandemia e in gran parte si è scrollata di dosso le difficoltà del Delta [variante Covid], sta ora pagando il costo economico del contenimento della malattia nella sua manifestazione più contagiosa”, ha detto al Financial Times Aaditya Mattoo, capo economista della Banca mondiale per Asia orientale e Pacifico.
La politica di Xi di reprimere in modo severo le epidemie di coronavirus attraverso blocchi improvvisi e test di massa ha limitato la mobilità e indebolito l’attività dei consumatori, proprio mentre il settore immobiliare cinese, che rappresenta circa il 30% dell’attività economica, sta subendo un crollo storico.
La Banca Mondiale teme anche che il rallentamento immobiliare rappresenti un profondo problema “strutturale”. Per ridurre il rischio immediato di contagio, la banca ha affermato che Pechino deve fornire maggiore supporto di liquidità agli sviluppatori in difficoltà e garanzie finanziarie per il completamento del progetto. A lungo termine, tuttavia, sono necessarie riforme fiscali per fornire ai governi locali fonti di reddito oltre alla vendita di terreni, inclusa una tassa sulla proprietà.
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Allerta yuan: troppo debole sul dollaro?
La Cina sta affrontando anche rischi valutari. Il renminbi ha perso ulteriore terreno rispetto al dollaro, esercitando pressioni sulla banca centrale cinese affinché intervenga direttamente e dispieghi significative riserve valutarie per la prima volta dal 2017.
Il calo del renminbi dell’11,5% da inizio anno a 7,1631 Rmb rispetto al dollaro è il risultato dell’ampliamento della divergenza politica tra una Federal Reserve americana aggressiva che combatte l’inflazione e la Cina accomodante che lavora per sostenere la crescita debole.
La People’s Bank of China ha presentato lunedì le misure per scoraggiare le scommesse contro il renminbi attraverso i mercati dei derivati. Le regole, che obbligano le banche a registrare riserve quando vendono contratti derivati, sono generalmente introdotte in Cina durante i periodi di deprezzamento della valuta.
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