Mutuo, le 4 regole per non trovarsi a pagare una rata troppo alta

Patrizia Del Pidio

24 Luglio 2023 - 11:58

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Per evitare di trovarsi a pagare un mutuo che non si può sostenere è bene rispettare quattro regole semplici quando il finanziamento lo si richiede.

Mutuo, le 4 regole per non trovarsi a pagare una rata troppo alta

In questo ultimo periodo non si parla d’altro che dei mutui che, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, con il tasso variabile stanno diventando insostenibili. Sicuramente ci sono diverse strade per abbassare la rata di un finanziamento che non si riesce più a pagare e è stato sottoscritto anche il cosiddetto «piano salva mutui».

Il consiglio primario, in questo caso, è però, quello di seguire quattro semplici regole quando si richiede il mutuo. Solo in questo modo si potrà essere certi di non avere brutte sorprese nel corso del piano di ammortamento e di riuscire a pagare costantemente le rate senza problemi.

Mutuo, prima regola: guardare il Taen

Quando si richiede un mutuo viene comunicato il tasso di interesse che verrà applicato sulle somme prestate. Il Tag. Ma quello che interessa maggiormente chi richiede un mutuo è il Taeg, ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale, ovvero un indice che comprende tutte le spese, anche quelle nascoste, del mutuo e non solo gli interessi da corrispondere.

Prima cosa, quindi, quando si mettono a confronto mutui di diversi istituti bancari quello che va visto non è il Tag, ma il Taeg che può essere chiamato anche Isc, ovvero Indice Statistico Costo. Si tratta, quindi, del tasso che comprende tutte le spese, compresa l’istruttoria, il costo di pagamento delle rate e tutte le altre spese che nel Tag non sono considerate e che alzano sensibilmente il costo finale del denaro che si sta per ricevere in prestito.

Seconda regola per il mutuo: chiedere sempre una cifra leggermente più alta

Il buonsenso ci direbbe di chiedere la cifra più bassa possibile, ma la risposta a questa domanda dipende dal Taeg che si riesce ad ottenere. Fino a due o tre anni fa, quando il Taeg era bassissimo la cosa migliore era prendere con il mutuo la cifra più alta possibile, anche più di quello che realmente serve.

Perché un mutuo più alto darebbe più sicurezza? Perché permette di avere liquidità per affrontare emergenze o di non saltare rate del mutuo. Poiché è pur vero che prendendo un mutuo più basso si potrebbe avere una rata mensile più bassa di 50/60 euro al mese ma nessuna liquidità in banca. Prendendo, invece un mutuo più alto di quello che serve, è vero che si avrà una rata più alta ma si avrà anche liquidità in banca per affrontare eventuali emergenze e per non saltare i pagamenti mensili.

Ovviamente questa regola vale se la banca è disposta a dare un mutuo più alto, perché oggi è già difficile ottenerlo per quel che serve e non sempre è facile riuscire ad avere, magari, una cifra maggiore.

Mutuo, terza regola: che durata deve avere?

Anche in questo caso il buonsenso ci consiglierebbe di richiedere un piano di ammortamento il più breve possibile, questo per pagare il minor importo possibile di interessi. Ma è davvero così? Sicuramente è vero che una durata del mutuo più lunga genera somma da restituire maggiore ma è davvero importante questo?

La somma che si va a restituire non può essere un parametro di scelta in questo caso, e su tassi bassi è preferibile scegliere durate lunghe con rate mensili più basse per rendere il mutuo più sopportabile finanziariamente nel lungo periodo. Soprattutto perché accorciare la durata di un mutuo è relativamente facile, allungarla un po’ meno.

Quarta regola: la scelta tra tasso fisso e variabile

In molti in questo caso risponderebbero di getto che alla lunga, anche con le oscillazioni di mercato, il tasso variabile è il più conveniente. Questo è un mito da sfatare. Il tasso fisso, è pur vero, che non è soggetto a oscillazioni dei tassi di interesse e che se oggi si sceglie un tasso al 3,5% resterà lo stesso per tutta la durata del piano di ammortamento che può durare anche 20, 25 o 30 anni.

Con un tasso variabile è probabile che il tasso di interesse fra qualche anno scenda e diventi più conveniente rispetto al fisso. Questo può essere valido se non si prende in considerazione il decreto Bersani bis che consente la surroga in qualsiasi momento e a costo zero. Se i tassi scendono, quindi, e si è scelto un mutuo a tasso fisso, si può procedere con una surroga cambiando istituto di credito per farsi applicare un tasso maggiormente conveniente (e attuale rispetto a quando si è sottoscritto il mutuo). O, al limite, si può scegliere la rinegoziazione del mutuo con la propria banca.

In base a quanto detto, quindi, è sempre più conveniente il tasso fisso che offre la garanzia che la rata non aumenta con le oscillazioni dei tassi, ma allo stesso tempo permette di diminuirla se il costo del denaro dovesse scendere.

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