MPS annuncia i conti del primo trimestre 2025 tirando dritto con OPS su Mediobanca. Potenzialmente anche coerente con operazione su Banca Generali.
MPS-Monte dei Paschi di Siena ha annunciato di avere concluso il primo trimestre del 2025 con un utile netto pari a 413 milioni di euro, in crescita del 24,2% su base annua, e con un CET1 Ratio Fully Loaded Post Basilea 4 che ha raggiunto il livello record del 19,6%.
La banca senese guidata dal CEO Luigi Lovaglio ha sottolineato che, “con il forte sostegno degli azionisti in occasione della scorsa assemblea, MPS prosegue in linea con la tempistica prevista nell’esecuzione del percorso verso l’OPS su Mediobanca ”.
Il Monte ha aggiunto che il “ razionale industriale (dell’OPS) è potenzialmente anche coerente con l’operazione annunciata su Banca Generali ”.
Le azioni di MPS-Monte dei Paschi di Siena reagiscono alla diffusione della trimestrale, salendo sul Ftse Mib di Piazza Affari di oltre l’1%.
In evidenza anche le azioni della preda Mediobanca, che ha annunciato anch’essa, nella giornata di oggi, i conti, in questo caso relativi ai nove mesi del suo esercizio, rimarcando per l’ennesima volta il suo no al Monte di Stato e spiegando, contestualmente, l’OPS con cui ha messo nel mirino Banca Generali, controllata di Assicurazioni Generali.
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I conti di MPS sostenuti da crescita commissioni, ricavi totali per oltre 1 miliardo
Tornando al bilancio di MPS, a fronte di un utile netto scattato di oltre il 24%, l’utile operativo netto di MPS si è attestato a 448 milioni, in rialzo del 9,4% su base trimestrale e dello 0,8% su base annua, sostenuto dalla crescita delle commissioni (+6,5% su base trimestrale e +8,9% su base annua), dall’ottimizzazione dei costi operativi, scesi dell’1% su base trimestrale, e aumentati del 2,2% su base annua, e dalla riduzione del costo del rischio, sceso a 46 punti base.
Nel complesso, i ricavi complessivi di MPS sono ammontati a 1,007 miliardi di euro, in linea rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,5%).
Monte dei Paschi ha spiegato il trend su base annua dei ricavi facendo notare che la crescita delle commissioni nette (+8,9%) e degli altri ricavi della gestione finanziaria (+24,7%) ha quasi integralmente compensato l’attesa contrazione del margine di interesse (-7,5%), penalizzato dalla riduzione dei tassi.
Su base trimestrale, i ricavi sono aumentati dell’1,1%, grazie alla positiva dinamica registrata dalle commissioni nette, dagli altri ricavi della gestione finanziaria e dagli altri proventi e oneri di gestione, mentre il margine di interesse ha registrato una flessione del -7,7% rispetto al quarto trimestre 2024, in linea con la guidance, a causa della riduzione dei tassi di interesse.
MPS ha reso noto che la crescita delle commissioni è stata guidata dalla componente di Wealth Management e Advisory (+21% su base trimestrale e +15% su base annua), che ha compensato in parte il calo del margine di interesse (zavorrato per l’appunto dai tagli dei tassi di interesse da parte della BCE). Occhio alle previsioni che erano state stilate dagli analisti sugli utili e su altre principali voci di bilancio della banca senese così anche come allo scenario migliore e a quello peggiore calcolati per il trend delle azioni del Monte dei Paschi.
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Il valore totale delle commissioni nette si è attestato al 31 marzo 2025 a 398 milioni di euro.
MPS ha precisato che il positivo andamento delle commissioni, su base annua, è stato supportato sia dalle attività di gestione/intermediazione e consulenza (+15% a +27,7 mln di euro) che dall’attività bancaria commerciale (+2,7%, pari a +4,8 mln di euro).
Su base trimestrale, la crescita delle commissioni nette, pari a +6,5%, è stata spiegata con l’effetto combinato di maggiori proventi registrati sull’attività di gestione/intermediazione e consulenza (+21%, pari a +36,9 mln di euro) e di una flessione sul comparto dell’attività bancaria commerciale (-6,3%, pari a -12,5 mln di euro), anche a fronte di elementi di stagionalità del quarto trimestre”.
Tra le altre voci di bilancio emerse dalla trimestrale di MPS, il cost-income è sceso al 47% rispetto al 48% del trimestre precedente, in un contesto di “continuo miglioramento dell’efficienza operativa”.
Gli oneri operativi si sono attestati nell’esercizio a 472 mln di euro, in crescita rispetto al primo trimestre 2024 (+2,2%, pari a 10,1 mln di euro), principalmente per gli effetti derivanti dal rinnovo del CCNL, e in calo rispetto al trimestre precedente (-1%).
Il costo del credito clientela è stato pari a 91 milioni di euro, in ribasso rispetto ai 106 mln di euro rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente e rispetto ai 109 mln di euro del trimestre precedente, principalmente per i minori flussi di default.
Il tasso di provisioning, espresso come rapporto tra il costo del credito clientela annualizzato e la somma dei finanziamenti clientela e del valore dei titoli rivenienti da operazioni di cessione/cartolarizzazione di crediti non performing, è migliorato, attestandosi a 46 bps (in ribasso rispetto ai 53 bps per l’esercizio 2024 e ai 54 bps nel primo trimestre 2024).
MPS, i numeri sui crediti deteriorati e sofferenze e la percentuale di copertura
Sul fronte della qualità dell’attivo, MPS ha annunciato che gli impieghi performing si sono attestati a 69,8 mld di euro, in crescita del +2% su base trimestrale e dello 0,6% su base annua.
Il valore totale dei finanziamenti clientela deteriorati al 31 marzo 2025 è risultato invece pari a 3,6 miliardi in termini di esposizione lorda, in ribasso rispetto al 31 dicembre 2024 (pari a 3,7 mld di euro), confermandosi stabile rispetto al 31 marzo 2024 (pari a 3,6 mld di euro).
L’esposizione netta in termini di finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo si è attestata a 1,8 mld di euro, sostanzialmente stabile sia rispetto al 31 dicembre 2024 sia rispetto al 31 marzo 2024.
Su base trimestrale, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 49,5%, in aumento rispetto al 31 dicembre 2024, quando era pari al 48,5%.
MPS ha precisato a tal proposito che le percentuali di copertura delle inadempienze probabili e dei finanziamenti scaduti deteriorati sono aumentate, salendo rispettivamente dal 38,8% al 40 e dal 26,3% al 28,7%, mentre la percentuale di copertura delle sofferenze ha segnato una lieve flessione, passando dal 66,5% al 65,9%.
Su base annua, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati è risultata stabile rispetto al 31 marzo 2024 (pari al 49,5%), con crescita della copertura delle inadempienze probabili (il cui coverage passa dal 37,8% al 40,0%) e dei finanziamenti scaduti deteriorati (che passa dal 21,3% al 28,7%); in lieve riduzione, invece, nel periodo, la percentuale di copertura delle sofferenze (il cui coverage passa dal 67,8% al 65,9%.
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