Inquinamento: Italia prima in Europa per morti da polveri sottili

Massimiliano Carrà

14 Novembre 2019 - 11:16

Italia prima in Europa per morti da polveri sottili e 11ª in tutto il mondo. È questo l’allarmante dato del report «Countdown on Health and Climate Change» che analizza l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute. Aumentano anche il rischio di malattie infettive

Inquinamento: Italia prima in Europa per morti da polveri sottili

Tra tutti i primati, questo è senza dubbio quello che tutti gli italiani non avrebbero voluto. Secondo il report Countdown on Health and Climate Change che analizza l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute pubblicato sulla rivista scientifica inglese Lancet, l’Italia è prima in Europa per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM2.5.

Infatti una degli autori del report, ossia Marina Romanello della University College di Londra, ha rivelato che nel “2016 in Italia le morti precoce attestate a causa dell’esposizione alle polveri sottili PM2.5 sono state 45.600, con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore in Europa”.

Un primato europeo dunque che sicuramente l’Italia non avrebbe voluto conquistare e che sottolinea ancora una volta l’importanza di attivare nuove misure per combattere l’inquinamento e preservare l’ambiente.

Ma non è tutto. L’allarmante dato pubblicato dalla rivista Lancet che identifica l’Italia prima in Europa per morti da polvere sottili, diventa ancora più significativo quando si analizza nel complesso la situazione mondiale. Il Bel Paese infatti in questa classifica globale si piazza all’11° posto.

Cambiamento climatico: le cause delle morti

Il triste dato su uno dei fenomeni dell’inquinamento, ossia le morti da polveri sottili, non è l’unico esempio di quanto il cambiamento climatico sta procurando numerosi danni a tutti i Paesi mondiali.

Il cambiamento climatico infatti ha già fatto moltissime vittime nel mondo a causa di notevoli fattori come: ondate di calore, inondazioni - come nel caso di Venezia in questi giorni, incendi, infezioni, povertà e denutrizione.

E proprio in merito a ciò, alcuni autori del report evidenziano che “la salute futura di un’intera generazione è minacciata dai cambiamenti climatici. Bisognerebbe infatti raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, in primis limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali".

Il cambiamento climatico porterà nuove malattie

Analizzando nel dettaglio i vari fenomeni che si stanno scatenando in tutto il mondo a causa del cambiamento climatico, vi è in particolare uno che sta preoccupando sempre di più: l’arrivo di nuove malattie infettive.

Tra queste quella che è sempre più plausibile che arrivi in Italia è la febbre Dengue. Come sottolinea Marina Romanello, "la probabilità che una zanzara vettore trasmetta l’infezione a partire da un individuo infetto è raddoppiata dal 1980 e a farne le spese potrebbero essere in primis i più piccoli”

Oltre alla febbre Dengue, vi è un’altra malattia che sta tornando a far paure in tutto il mondo: il colera. Essa infatti si sta diffondendo sempre più velocemente anche nei Paesi che solitamente non hanno mai riscontrato questa infezione a causa dell’aumento delle temperature.

E proprio riguardo l’aumento delle temperature, il clima caldo sta aumentando giorno dopo giorno il rischio di ictus e problemi renali gravi nelle persone vulnerabili, tipicamente gli anziani.

Per fare un esempio, in Italia si sono contati ben 9,3 milioni di casi in più di over-65 esposti a ondate di calore nel 2017 rispetto al 2000, rileva Romanello. Il dato mondiale riportato su Lancet indica per il 2018 un record di 220 milioni di over-65 esposti a ondate di calore in più rispetto al 2000, con gli anziani che vivono in Europa e Mediterraneo orientale tra quelli più a rischio.

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