Il passaporto è un documento di riconoscimento emesso da un Governo statale. Ecco l’errore che non bisogna mai commettere.
Il passaporto è uno dei documenti di riconoscimento ufficiali rilasciati da un governo nazionale. Serve a identificare il titolare come cittadino di quello Stato e rappresenta una richiesta, da parte dell’autorità che lo emette, affinché venga concesso il permesso di ingresso e transito in altri Paesi. Può essere richiesto dai cittadini maggiorenni oppure dai genitori per conto di un figlio minorenne. Va sempre esibito al momento del controllo di frontiera, salvo nei casi in cui siano in vigore accordi bilaterali o internazionali che consentano l’utilizzo di altri documenti, come la carta d’identità.
Essendo un documento di riconoscimento a tutti gli effetti, il passaporto può sostituire la carta d’identità o la patente di guida in occasione di controlli da parte delle forze dell’ordine, ma anche in qualsiasi altra situazione in cui sia richiesto un documento valido. Ad esempio, durante il soggiorno in alberghi o altre strutture ricettive, dove i gestori sono obbligati a identificare i clienti e a trasmettere i loro dati alla questura, il passaporto può essere tranquillamente utilizzato in alternativa ad altri documenti. Questo vale anche per ostelli, campeggi, agriturismi e tutte le formule di ospitalità turistica, comprese quelle gestite in modo non professionale, come gli affitti brevi.
Tuttavia, è proprio in questi casi che si commette spesso un errore da evitare. Vediamo quale.
Passaporto: l’errore da non commettere
In base alla normativa vigente, i titolari o gestori di alberghi, bed & breakfast, case vacanza, appartamenti in affitto, campeggi, roulotte e altre strutture ricettive, comprese quelle non convenzionali, possono accogliere solo persone in possesso di un documento d’identità valido, come la carta d’identità o il passaporto.
Al momento del check-in, i gestori sono tenuti a chiedere l’esibizione del documento per registrare le generalità, che devono essere trasmesse alla questura entro 24 ore dall’arrivo. È un obbligo di legge volto alla tutela della sicurezza pubblica e alla corretta tracciabilità degli ospiti, soprattutto in contesti di affluenza turistica elevata.
Il problema nasce quando, oltre a visionare il documento, alcuni gestori chiedono di trattenerlo oppure ne fanno una fotocopia, ad esempio come garanzia in caso di cauzione. In molti casi, si acconsente per comodità o per non creare problemi, ma è importante sapere che la legge non lo consente.
I gestori hanno l’obbligo di verificare il documento e trascrivere i dati necessari per la registrazione, ma non possono trattenerlo né copiarlo in alcun formato. Possono soltanto raccogliere le informazioni richieste dalle autorità di pubblica sicurezza, nulla di più.
Dunque, se vi viene chiesto di lasciare il passaporto alla reception, o di consentire la fotocopia o la fotografia del documento, potete (e dovete) rifiutarvi. L’unico caso in cui il gestore può legittimamente rifiutare l’ospitalità è se l’ospite si rifiuta di esibire un documento valido, non certo se si oppone alla sua copia o trattenuta.
È importante prestare attenzione, perché viviamo in un’epoca in cui i furti di identità sono all’ordine del giorno. Consegnare o lasciare incustodito il proprio documento può esporci a rischi reali e gravi. Basta un attimo di disattenzione perché i nostri dati finiscano nelle mani sbagliate, con conseguenze potenzialmente molto serie.
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