Modello 730/2023 a debito, meno rate per chi lo invia tardi

Patrizia Del Pidio

30 Maggio 2023 - 08:02

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Per chi è sicuro di presentare un 730/2023 a debito l’invio a ridosso della data di scadenza del 2 ottobre comporta il versamento dell’imposta dovuta in meno rate. Vediamo il perché.

Modello 730/2023 a debito, meno rate per chi lo invia tardi

Modello 730/2023 a debito Irpef, meno rate per chi lo invia a ridosso della scadenza del 2 ottobre.

Per chi presenta un 730 dal quale emerge un conguaglio a debito non è consigliabile l’invio della dichiarazione a ridosso della scadenza. Questo perché i contribuenti per i quali in sede di dichiarazione dei redditi emerge l’obbligo di versamento di un’imposta a debito, possono da un lato beneficiare del rinvio dell’applicazione delle trattenute ma, in parallelo, dovranno mettere in conto versamenti e rate di importo più elevato.

Nonostante la scadenza per l’invio del modello 730/2023 sia fissata al 2 ottobre, la scadenza del pagamento dell’imposta dovuta è fissata al 30 giugno, ferma restando la possibilità di dilazionare il pagamento anche ratealmente fino a novembre. Ma entro novembre, indipendentemente da quando si invia la dichiarazione, l’Irpef dovuta, deve essere versata per intero. Anche se si sceglie la rateazione.

Il termine mobile per le operazioni di conguaglio riguarda quindi non solo i rimborsi Irpef, ma anche le trattenute dovute nel caso di modello 730 a debito.

Modello 730/2023 a debito: meno rate per chi lo invia a settembre

Così come per i rimborsi, anche nel caso di modello 730/2023 a debito è la data di invio a dettare i tempi:

  • il lavoratore dipendente che invia la propria dichiarazione dei redditi entro settembre si vedrà trattenere l’importo dovuto a titolo di Irpef a partire dalla retribuzione del mese di ottobre;
  • le trattenute sulle pensioni saranno invece effettuate dal secondo mese successivo a quello di ricezione - da parte dell’Ente che eroga il trattamento pensionistico - del prospetto di liquidazione, e quindi da novembre per chi invia il 730 a settembre.

Nello specifico, per quel che riguarda i lavoratori dipendenti - i quali solitamente subiscono la trattenuta del debito Irpef in busta paga - l’articolo 16-bis del decreto Fiscale 2020 stabilisce che:

Le somme risultanti a debito dal prospetto di liquidazione sono trattenute sulla prima retribuzione utile e comunque sulla retribuzione di competenza del mese successivo a quello in cui il sostituto ha ricevuto il predetto prospetto di liquidazione e sono versate nel termine previsto per il versamento delle ritenute di acconto del dichiarante relative alle stesse retribuzioni.

Bisognerà quindi valutare caso per caso se è possibile temporeggiare o se, anche in base alla somma a debito emersa dal 730, conviene affrettarsi per dilazionare il pagamento. Una valutazione importante soprattutto per chi deve restituire il trattamento integrativo indebitamente fruito nel corso del 2022.

Modello 730/2023 a debito: per la rateizzazione conta la data di invio della dichiarazione dei redditi

Appare quindi evidente che la data di invio della dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate sarà determinante anche per quel che riguarda la “pianificazione fiscale” del contribuente.

In linea generale e così come previsto anche per i titolari di partita IVA, il debito Irpef emerso dal modello 730/2023 deve essere versato entro il 30 giugno, ovvero 30 luglio 2023 con maggiorazione dello 0,40%.

L’Agenzia delle Entrate propone il seguente calendario di rateazione:

RATAVERSAMENTOINTERESSI %VERSAMENTO (*)INTERESSI %
30 giugno 30 luglio
31 luglio 0,33 31 luglio 0,00
31 agosto 0,66 31 agosto 0,33
30 settembre 0,99 30 settembre 0,66
2 novembre 1,32 2 novembre 0,99
30 novembre 1,65 30 novembre 1,32

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento

Si tratta, a ben vedere, del calendario ordinario previsto ormai da anni.

Per chi invia la dichiarazione dei redditi a settembre (entro il 2 ottobre) si riduce lo spazio di rateizzazione del debito Irpef emerso dal modello 730. Un vantaggio momentaneo, al quale segue l’onere di una trattenuta più alta in busta paga, considerando la “fermezza” del termine del 30 novembre per completare il pagamento rateale.

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