Moby Prince, cosa è successo e perché il comandante Ugo Chessa non ha colpa

Ilena D’Errico

20 Ottobre 2022 - 19:22

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Il disastro del Moby Prince: cos’è successo davvero? Chiarita la colpa del comandante Ugo Chessa ma le cause restano misteriose, si conferma il ritardo dei soccorsi.

Moby Prince, cosa è successo e perché il comandante Ugo Chessa non ha colpa

L’incidente marittimo del Moby Prince è stato l’evento più tragico che abbia mai colpito la Marina mercantile italiana dopo la seconda guerra mondiale, contando ben 140 morti fra passeggeri ed equipaggio.

A distanza di 31 anni dalla tragedia, il 15 settembre 2022, è stata approvata la relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta, che determina cos’è successo e qual è stata la colpa del comandante Ugo Chessa.

La tragedia risale alla sera del 10 aprile 1991, quando il traghetto Moby Prince ha urtato una nave petroliera della Snam, l’Agip Abruzzo, nel porto di Livorno.

Il disastro del Moby Prince: cos’è successo davvero

Le circostanze in cui è avvenuto il disastro del Moby Prince hanno destato numerose perplessità, in particolar modo in merito alle cause effettive che hanno provocato l’incidente.

In sede giudiziaria sono state varate tutte le ipotesi possibili, compresi eventuali problemi tecnici e disattenzioni da parte del personale di bordo.

Nonostante i dubbi iniziali, le perizie tecniche hanno smentito un’avaria al timone, mentre dagli accertamenti sono risultate altre anomalie: gli impianti sprinkler del Moby Prince non erano in funzione e i sistemi antincendio erano impostati sull’attivazione manuale.

Gli impianti sprinkler sono sistemi antincendio obbligatori che devono attivarsi in modo automatico al superamento della temperatura di 74°, consentendo di ridurre i danni in attesa dei soccorsi.

La perizia dibattimentale ha rilevato che l’intero impianto sprinkler non è mai entrato in funzione durante l’incendio, poiché la valvola di presa a mare e le valvole degli spruzzatori erano chiuse, mentre l’elettropompa era stata impostata sul comando manuale.

Si è trattato di un esame piuttosto importante, necessario ad accertare la responsabilità dei soccorsi. Questi ultimi, infatti, hanno raggiunto il Moby Prince con un notevole ritardo, quasi mezzora dopo aver assistito l’Agip Abruzzo, sulla quale non ci sono state morti.

L’unico sopravvissuto al disastro, il mozzo Alessio Bertrand, ha rilasciato importanti testimonianze per chiarire le dinamiche dell’incidente, confermando la buona condotta del personale e la presenza della nebbia da avvezione.

La posizione in cui si trovava l’Agip Abruzzo era di fondamentale importanza per comprendere quale delle due imbarcazioni avesse causato l’incidente, ma il comandante ritrattò più volte le sue dichiarazioni a riguardo.

Grazie alle comunicazioni radio, sono state comunque ricavate le coordinate della petroliera, appurando che si trovasse nella zona riservata alle navi in uscita dal porto.

La Magistratura ha escluso categoricamente l’ipotesi di un attentato terroristico, mentre non è mai stata chiarita la questione relativa alle presunte navi militari statunitensi nel porto di Livorno.

Qual è stata la colpa del comandante Ugo Chessa

Nel 2006 i figli del comandante Ugo Chessa hanno richiesto, e ottenuto, la riapertura dell’inchiesta in merito all’incidente, con lo scopo di dimostrare in modo pubblico la completa innocenza del padre.

L’equipaggio, e in particolar modo il comandante, erano stati infatti accusati di grave imprudenza, che non avrebbe permesso loro di evitare la tragedia.

I giudici attribuirono le cause del sinistro a una serie di errori compiuti dal comandante, a partire dalla velocità di uscita dal porto elevata. Tra le varie ipotesi, era stato riportato dai giornali che il personale di bordo fosse disattento perché impegnato a seguire la partita di calcio in onda quella sera. Questa versione tuttavia è stata del tutto smentita da Bertrand.

Il procedimento è stato archiviato dal Gip di Livorno per mancanza di nuovi riscontri nelle evidenze probatorie. Così, nel 2014 è stata costituita una Commissione parlamentare d’Inchiesta, che ha negato la negligenza del comandante e criticato aspramente le indagini svolte dalla Procura di Livorno e la professionalità dei soccorsi.

La seconda Commissione, istituita nel 2021, ha confermato la relazione precedente, sottolineando nuovamente la mancanza di una conclusione convincente in seguito alle indagini.

Le cause dell’incidente secondo la relazione finale, a cui hanno contribuito i Ris e gli ingegneri del Cesena, risalirebbero quindi a due fattori:

  • Un’imbarcazione ha tagliato la strada al Moby Prince, costringendolo a una virata improvvisa di almeno 30°.
  • L’Agip Abruzzo si trovava in una posizione non consentita.

Oltretutto, la seconda Commissione ha sollevato importanti dubbi in merito alla presunta attività di bunkeraggio della petrolifera, ma non ha ottenuto i materiali necessari a chiarire la questione.

Dopo un percorso lungo e tortuoso, è stata comunque esclusa la colpa di Ugo Chessa e del suo equipaggio.

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