Meteo, dopo il ciclone Poppea arriva El Niño: autunno a rischio?

Luna Luciano

20 Agosto 2023 - 15:49

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Confermato l’arrivo di El Niño, fenomeno atmosferico che provoca l’innalzamento delle temperature della acque oceaniche, ma che questa volta potrebbe avere delle ripercussioni anche sull’Italia.

Meteo, dopo il ciclone Poppea arriva  El Niño: autunno a rischio?

Se con il ciclone Poppea si pronosticava la fine dell’estate nessuno aveva fatto i conti con l’arrivo di El Niño. Ormai è confermato, il fenomeno atmosferico che causa l’innalzamento delle temperature oceaniche, colpirà l’Oceano Pacifico a settembre con gravi ripercussioni anche per l’Italia.

Con l’arrivo del ciclone Poppea, la perturbazione di origine atlantica che dovrebbe provocare rovesci e temporali sulla penisola, in molti si preparavano a dire addio all’estate, ma con l’arrivo di El Niño ad essere a rischio è l’autunno.

Se El Niño è un fenomeno conosciuto e non pericoloso di per sé, i suoi effetti sommati al cambiamento climatico in atto potrebbero avere gravi ripercussioni su tutta l’Europa. Ecco cos’è El Niño e quali sono i rischi per l’Italia.

Meteo, arriva El Niño: cos’è e perché è così importante

El Niño è un termine spagnolo, che significa “il bambino”, che indica un’anomalia termica che raggiunge il suo apice solitamente a Natale (giorno della nascita del bambino Gesù a cui si deve il nome).

L’anomalia termica che tocca solitamente le regioni del Sud America, interessa la superficie dell’Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale ed è capace di influenzare le condizioni meteo-climatiche del resto del mondo.

Gli esperti chiamano questa variazione Enso (El Niño-Southern Oscillation). I cicli che caratterizzano questo fenomeno hanno una durata che va dai 2 ai 6/7 anni circa e si alterna a La Niña che invece causa un raffreddamento della superficie oceanica.

Come spiega il Meteo.It durante un episodio di Niña, le acque risultano di 1-3°C più fredde del normale, mentre nelle fasi di Niño le acque sono di 1-3°C più calde. Ma a preoccupare gli esperti sono gli effetti del riscaldamento globale. Negli ultimi due anni La Niña avrebbe dovuto far calare le temperature. Eppure, così non è stato: il 2022 è stato l’anno più caldo di sempre e l’estate 2023 ha fatto registrare valori record con punte fino a 48°C anche in Italia.

È quindi il caso di domandarsi cosa potrebbe accadere da settembre con l’arrivo di El Niño.

Meteo, arriva El Niño a settembre: quali sono le conseguenze per l’Italia

Davanti a simili dati, la domanda che si pongono esperti e attivisti ambientali sorge spontanea: cosa accadrà quando gli effetti del riscaldamento globale si uniranno a quelli di El Niño.

Stando alle mappe, infatti, a riscaldarsi dovrebbe essere quasi l’intera superficie dell’Oceano Pacifico. Ed è inutile negare che El Niño possa provocare ripercussioni indirette anche sul clima d’Europa. Come spiega un articolo de Il Meteo.it:

Anomalie positive molto elevate di temperatura sul Pacifico nord-orientale favoriscono lo sviluppo dei cosiddetti “fiumi troposferici”, cioè enormi quantitativi di calore latente che dall’Oceano si trasferiscono all’atmosfera, salendo fino ad alta quota.

Questi “fiumi di aria calda” andranno ad alimentare i grandi anticicloni permanenti come l’alta pressione delle Azzorre o l’alta pressione africana. Di conseguenza è lecito attendersi già dal settembre una maggiore spinta dell’anticiclone africano provocando un aumento delle temperature, che non saranno di certo autunnali. Ma non finisce qui.

Il caldo influenzerà la temperatura dei mari, attualmente attestate intorno ai 28-30°C già di 4-5°C sopra la media. Ciò potrebbe portare a nuovi eventi climatici estremi nei prossimi mesi, portando allo sviluppo dei Medicane ossia dei Mediterranean hurricane (uragani mediterranei), con piogge forti e raffiche di vento fino a oltre i 120 km/h.

L’autunno è quindi a rischio, a causa delle azioni dell’uomo e del riscaldamento globale. Non resta che attendere nuovi studi per comprendere l’evoluzione e gli effetti de El Niño, che potrebbero peggiorare se la politica non interverrà per ridurre il più possibile l’inquinamento e il conseguente riscaldamento globale.

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