Dal 2023 le tasse sulle mance scenderanno: l’aliquota dei compensi aggiuntivi ricevuti da camerieri, receptionist e tanti altri lavoratori verrà abbassata al 5% dalla legge di Bilancio.
Il governo taglia le tasse sulle mance. La proposta dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, inserita nella legge di Bilancio, prevede una riduzione dell’aliquota sulle mance al 5%. Una misura pensata per provare a trovare camerieri, ma anche receptionist degli alberghi: di fatto la speranza è quella di incentivare i lavoratori del settore del turismo combattendo così la carenza di personale.
La detassazione sulla mance è stata voluta dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che ha confermato a la Repubblica l’esistenza di questa misura in manovra, spiegando che si punta a rendere più attrattive le professioni in cui si ha uno stretto contatto con la clientela nel comparto turistico e della ristorazione, anche per ridurre le difficoltà nel reclutamento del personale.
La proposta segue quella del presidente francese, Emmanuel Macron, che ha annunciato la detassazione per le mance pagate con bancomat e carte di credito. In quel caso si è voluto dare un segnale contro l’inflazione, in Italia bisognerà invece capire se questa misura può funzionare, considerando che spesso le mance vengono date a mano e non sono tracciate in alcun modo.
Mance, cosa cambia nel 2023
Con questa novità introdotta dalla manovra, dal primo gennaio 2023 le mance saranno tassate al 5%, ovvero con un’aliquota agevolata rispetto alla tassazione ordinaria Irpef. Nella bozza si parla di un’agevolazione che varrà “anche” per i pagamenti elettronici. Il che sembra voler dire che si applicherà su tutte le mance, anche quelle consegnate a mano al lavoratore.
Sicuramente l’aliquota verrà abbassata per la mance che finiscono nell’incasso del datore di lavoro e vengono poi girate al dipendente con lo stipendio. Il problema è che spesso le mance vengono lasciate in contante dal datore ai lavoratori o, ancora più complicato per il tracciamento, dai clienti ai lavoratori stessi. E non vengono, quindi, tassate.
La manovra abbasserà la tassazione per le mance al 5%, seguendo la scia di quanto già fatto per i premi di produttività fino a 3mila euro. La tassazione delle mance sarà al 5% per quelle che non superano il 25% del reddito totale percepito dal lavoratore. Reddito che, in assoluto, non deve superare i 50mila euro annui.
Le mance vengono davvero tassate?
In teoria tutte le mance dovrebbero essere tassate: secondo una sentenza della Cassazione del 2021 questo principio vale anche per quelle consegnate a mano. Le mance, infatti, vengono considerate dai giudici parte integrante del reddito da lavoro dipendente e per questo devono essere sottoposte al regolare regime Irpef.
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Dalle associazioni delle imprese del turismo, però, vengono sollevati dubbi sul fatto che questa misura possa davvero aiutare a trovare personale. Per il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, abbassare le tasse sulle mance non convincerà le persone a lavorare e non aiuterà a favorire l’occupazione. Servirebbero, invece, “retribuzioni adeguate e orari compatibili con la vita privata”. Bussoni ritiene comunque positiva la misura dal punto di vista della possibilità di far emergere il nero sulle mance.
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