Mediobanca, azioni tra le migliori sul Ftse Mib di Piazza Affari post utili. Nagel spiega la ratio dell’OPS su Banca Generali e rimarca il suo grande no a MPS.
Mediobanca, la banca guidata dal CEO Alberto Nagel, ha annunciato i conti relativi agli ultimi 9 mesi del suo esercizio, definiti “brillanti”, con un utile netto di quasi 1 miliardo di euro, pari a €993 milioni (+5%), un EPS a €1,19, in crescita del 7% e un ROTE al 14%, balzato di 60 punti base.
I ricavi di Gruppo sono ammontati a €2,768 miliardi, in rialzo del 5%, con una crescita che è stata definita “apprezzabile” in tutte le divisioni di Piazzetta Cuccia.
Il Cost/Income di Mediobanca è risultato inferiore al 43%, mentre il costo del rischio è sceso a 47bps (in flessione di 3 punti base).
Occhio al trend delle azioni Mediobanca, che si confermano tra le migliori dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari, incassando un rialzo superiore al 2%.
Focus sulle altre pedine del risiko bancario direttamente collegate a Mediobanca. In evidenza il solido rialzo delle azioni MPS-Monte dei Paschi di Siena, la banca senese che ha presentato alla fine di gennaio una OPS per conquistare Piazzetta Cuccia che a sua volta, alla fine di aprile, ha messo nel mirino Banca Generali, controllata di Assicurazioni Generali.
I titoli Mediobanca segnano un lieve rialzo, mentre le azioni dell’offerente MPS balzano di oltre l’1%, con gli investitori che guardano con favore alla trimestrale che è stata diffusa oggi anche dal Monte.
Mediobanca, utile netto di 334 milioni nel trimestre, elevate le commissioni nette. Guidance confermata
Nel primo trimestre del 2025, Mediobanca ha incassato un utile netto di €334 milioni, definito “stabile”, e ricavi per €920 milioni, in aumento del 3% su base annua, trainati da tutte le divisioni bancarie.
Il margine di interesse, voce condizionata dal trend dei tassi di interesse deciso dalla BCE, si è attestato a 497 milioni, stabile su base annua, grazie alla ripresa dei volumi e alla tenuta dei rendimenti degli attivi.
Elevate le commissioni nette, a €273 milioni.
Mediobanca ha confermato la guidance, che prevede un margine di interesse resiliente, una crescita delle commissioni “low double-digit”, un aumento dell’utile per azione EPS +6/8% su base annua, e una elevata distribuzione con basso rischio di esecuzione, basata su un cash payout al 70% e su un riacquisto di azioni.
Con successo OPS Banca Generali, ricavi raddoppiati e utili quadruplicati per Wealth Management
Piazzetta Cuccia, che ha annunciato alla fine di aprile una OPS per conquistare Banca Generali, ha spiegato che l’operazione - che mira all’integrazione di Banca Generali nella divisione WM di Piazzetta Cuccia - “imprime una forte accelerazione alla trasformazione del Gruppo Mediobanca e realizza l’obiettivo del Piano One Brand – One Culture di affermare definitivamente il Gruppo come Wealth Manager, distintivo per posizionamento (Private & Investment Bank, “PIB”), brand, capacità di attrarre talenti professionali e remunerare gli azionisti”.
La combinazione di Mediobanca e Banca Generali, ha puntualizzato l’istituto, si tradurrà nella creazione di “un leader di mercato, secondo in Italia per totali attivi (€210 miliardi di TFA) e rete distributiva (circa 3.700 professionisti), con la maggiore capacità di crescita organica (oltre €15 miliardi di NNM annue) nella fascia alta del mercato del risparmio gestito italiano ”.
Le nozze darebbero vita praticamente a un “ gruppo unico per modello di business: a basso assorbimento di capitale, con una limitata sensitivity ai tassi di interesse ed al rischio di credito, un mix di utili attraente (utile netto di €1,5 miliardi, di cui il 50% da WM, il 20% da CIB e il 30% da CF), distintivo per brand e qualità del capitale umano”.
Nello specifico, il Wealth Management diventerebbe il business prevalente, oltre che prioritario, del Gruppo
Mediobanca, con ricavi raddoppiati a €2 miliardi (45% dei ricavi consolidati pari a €4,4 miliardi) e un utile netto quadruplicato a €0,8 miliardi (50% dell’utile di Gruppo).
Il Corporate & Investment Banking sarebbe sempre più sinergico con il Wealth Management, proseguendo, parallelamente, nel suo processo di internazionalizzazione e focalizzazione sulle attività a minor assorbimento di capitale e produttrici di commissioni.
Assicurazioni Generali, il colosso assicurativo che vede al momento Mediobanca maggiore azionista con una quota del 18%, si trasformerebbe per Piazzetta Cuccia da partecipazione finanziaria a partner industriale.
Va ricordato infatti che l’acquisizione di Banca Generali, secondo i termini finanziari proposti dalla banca, sarebbe finanziata con ’moneta’ Generali, ovvero con la quota detenuta al momento nel Leone di Trieste dall’istituto di Nagel.
Le nozze tra Banca Generali e Mediobanca assicurerebbero ancora, ha puntualizzato Piazzetta Cuccia, la “creazione di €300 milioni di sinergie (utile al lordo delle imposte), 50% da costo, 28% da ricavi, 22% da funding, a basso rischio di esecuzione visto il comune DNA di eccellenza e l’elevata complementarità manageriale e di competenze delle due società, presupposti che rafforzando l’evidente razionale industriale dell’operazione”.
Il Gruppo riuscirebbe a riportare €4,4 miliardi di ricavi (crescita maggiore del 15%) di cui €1,8 miliardi di commissioni nette (+65%), €1,5 miliardi di utile netto di cui €0,8 miliardi da WM (50%), oltre €210 miliardi di TFA (di cui €110 miliardi di AUM), €56 miliardi di impieghi, €76 miliardi di provvista di cui €40 miliardi di depositi, L/D ratio a 1,4x (da 1,9x).
Ancora, il C/I ratio scenderebbe al 40% (da 42%), le RWA si attesterebbero a €44 miliardi, con density al 40% (da 48%).
In termini di creazione di valore, il ROTE balzerebbe dal 14% a oltre il 20%.
Mediobanca ribadisce no a OPS MPS elencando tutti i 7 grandi rischi
Nel rimarcare il suo no all’OPS presentata da MPS-Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca ha colto l’occasione per presentare tutti i fattori di rischio che l’operazione presenta.
- La realtà aggregata avrebbe un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata (utili aggregati: 63% da retail/SMEs, 14% WM, 12% CIB, altro), a elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività e rimanendo immutati i rischi insiti nel bilancio di MPS.
- Assenza di track record manageriale di MPS nel WM e CIB che rende il rischio di esecuzione particolarmente elevato, anche alla luce della differente cultura aziendale e della mancanza di razionale industriale;
- La riduzione a doppia cifra dell’EPS, per le limitate sinergie da funding a causa del diverso posizionamento della clientela retail, la presenza di cospicue dissinergie di ricavo derivanti dall’uscita di clienti e professionisti nel Wealth management (in particolare di fascia alta –Premier/Private) e nell’Investment Banking che non riconoscono nel gruppo MPS “the bank of choice” e la sostanziale assenza di reali sinergie di costo vista l’assenza di sovrapposizioni delle reti commerciali e i diversi modelli di business e connessi sistemi informativi; prevedibile invece l’emergere di un cospicuo costo di retention legato ai promotori finanziari e ai private & investment bankers.
- La difficoltà di stimare livelli di ROTE, CET1 e quindi pay-out sostenibili della nuova entità per le criticità legate alla tenuta del franchise, per le componenti non ricorrenti presenti nel bilancio MPS (fiscalità e rischi legali), per l’elevata sensitivity ai tassi di interesse ed al rischio di credito in uno scenario di tassi atteso in significativa riduzione ed uno scenario macro penalizzante soprattutto per le SME.
- L’impatto negativo sul merito creditizio, già sottolineato da tutte le agenzie di rating e alla base del downgrade del Outlook di Moody’s (rating Baa1, Outlook rivisto da Stabile a Negativo il 31 gennaio).
- La prevedibile diluizione dei multipli valutativi di Mediobanca per il diverso posizionamento strategico, nonché il venir meno della prevista composizione e crescita di ricavi e utili.
- Il forte sconto implicito nel prezzo dell’offerta rispetto al valore intrinseco di Mediobanca, delle sue attività, nonché delle sue prospettive di crescita e di creazione di valore.
Tali fattori di rischio, ha sottolineato Mediobanca, sarebbero ulteriormente amplificati con la combinazione Mediobanca e Banca Generali.
Mediobanca, Nagel presenta il trio vincente
In vista dell’assemblea degli azionisti di Mediobanca, in calendario il prossimo 16 giugno, l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel, nella conference call con gli analisti indetta per commentare i conti, ha detto di avere ricevuto “feedback molto positivi” dagli investitori sull’OPS che la banca ha annunciato per conquistare Banca Generali.
Nagel ha continuato, illustrando quello che è il suo obiettivo:
“ Lo scopo è avere tutti i vincitori e nessun vinto ” e ricordando quanto ha affermato Francesco Milleri, presidente di Delfin (holding della famiglia Del Vecchio, tra i principali azionisti di Mediobanca): “Come giustamente detto dal presidente di Delfin Francesco Milleri si tratta di un’operazione che fa crescere Mediobanca da un punto di vista industriale, fa crescere Generali da un punto di vista industriale e contribuisce a migliorare la governance presso queste tre entità ”: ovvero Mediobanca, Generali e Banca Generali.
Ancora Nagel, ha affermato che, come “discusso anche più volte con i vertici di MPS, credo che per loro la migliore operazione sia una combinazione con banche commerciali con la possibilità di fare reali sinergie ed espandere le loro dimensioni e quote di mercato nelle regioni dove sono presenti”. Con Mediobanca questa situazione non si verificherebbe. Piuttosto, si manifesterebbero “dissinergie importanti”.
Per il numero uno di Mediobanca, insomma, non ci sono dubbi: Con Banca Generali Mediobanca otterrebbe “una creazione di valore nettamente superiore all’alternativa che c’è sul mercato”.
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