Marcello De Angelis: chi è, che lavoro fa e perché Meloni vuole le sue dimissioni

Luna Luciano

07/08/2023

07/08/2023 - 19:25

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De Angelis si scusa ma non parla delle dimissioni che la premier Giorgia Meloni attendeva dopo le sue parole sulla strage di Bologna: ecco cosa ha detto. Le scuse di De Angelis basteranno?

Marcello De Angelis: chi è, che lavoro fa e perché Meloni vuole le sue dimissioni

Marcello De Angelis fa un passo indietro e circoscrive quanto ha dichiarato sulla strage di Bologna a “riflessioni personali”. Un discorso nel quale De Angelis chiede scusa senza mai menzionare le sue possibili dimissioni.

Quelle stesse dimissioni che la premier Giorgia Meloni “si aspettava”, ma che non ha esplicitamente chiesto, in quanto non voleva che queste apparissero più come la conseguenza del pressing di Schlein, Bersani e del resto dell’opposizione, insorta alle parole dell’ex parlamentare, accusandolo di tentare di riscrivere la storia della strage di Bologna.

Infatti, dopo gli accesi dibattiti e proteste contro la premier Meloni che non ha ritenuto opportuno recarsi di persona a Bologna per la commemorazione e che non ha riconosciuto pubblicamente la matrice fascista della strage, ci ha pensato Marcello De Angelis, capo della comunicazione istituzionale del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a riaprire fragorosamente il caso.

Eppure, non tutti sanno chi è Marcello De Angelis, quale e i suoi legami con la premier Meloni e con gli esecutori della strage di Bologna. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Marcello De Angelis: chi è e che lavoro fa

Forse non tutti si ricordano dell’ex parlamentare Marcello De Angelis, classe 1960, oggi capo della comunicazione del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, di cui è stato già suo portavoce alla Croce Rossa.

Ma la carriera e la storia di De Angelis è molto più lunga, già noto a 14 anni alle Forze dell’Ordine per alcune “azioni sovversive”. Nel passato di De Angelis ritroviamo, infatti, la militanza nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, in Lotta Studentesca, e in Terza Posizione, un movimento di estrema destra attivo dal 1978 al 1982.

Nel 1989 è stato arrestato a Londra e poi è tornato in Italia, dove è stato condannato a 5 anni e mezzo di carcere per associazione sovversiva e banda armata, scontando solo 3 anni per uscire poi nel 1992. Nel 1993 ha fondato il gruppo musicale 270bis, ovvero l’articolo del Codice penale sulle associazioni eversive. Da extraparlamentare poi è entrato nel Movimento Sociale Italiano e in Alleanza Nazionale.

Nel 2006 è stato eletto senatore di An, nel 2008 deputato con il Popolo della libertà (Pdl) fino al 2013. Intanto come giornalista professionista, dirige la rivista Area, ideata e promossa da Gianni Alemanno e Francesco Storace e dal 2011 al 2014 è stato direttore del quotidiano Secolo d’Italia. Di lui parla l’allora leader di Terza Posizione, Roberto Fiore, ricordava come a vent’anni andassero “tutti i giorni in piazza a fare a botte con quelli di Autonomia operaia”.

Perché Meloni vuole le dimissioni di Marcello De Angelis: ecco cosa ha detto

L’ex estremista di destra è finito al centro delle critiche dopo un post su Facebook, con cui ha di fatti negato la matrice neofascista della strage di Bologna e sostenuto l’innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciarvardini, accusando le più alte cariche dello stato di mentire su cosa accade quel 2 agosto alle 10.25.

So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”. E se io dico la verità, loro – ahimè – mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni.

De Angelis sarebbe uno dei sostenitori della pista palestinese per la strage di Bologna. Secondo questa tesi, cavalcata dalla destra (Msi, An, FdI), la strage fu una ritorsione dei palestinesi per l’arresto e la condanna di un loro militante su territorio italiano, in violazione del patto segreto di non belligeranza del 1973 il “lodo Moro”. Una tesi a sostegno della campagna innocentista per i neofascisti Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti (fondatori di Nuclei Armati rivoluzionari) e di Luigi Ciavardini, marito di Germana De Angelis: la sorella di Marcello De Angelis.

Ma i legami di De Angelis con la strage di Bologna non finisco qui, in seguito alla strage, furono emessi anche mandati d’arresto per molti esponenti di Terza Posizione, tra cui proprio Marcello De Angelis e suo fratello Nanni, il quale dopo essere stato arrestato è stato ritrovato morto in carcere. Ma il nome dei De Angelis è legato direttamente anche a quello di Giorgia Meloni, la quale sarebbe stata fidanzata per un periodo con un altro fratello di Marcello: Renato, autore tv.

De Angelis e Meloni, le scuse basteranno?

E se De Angelis ha fatto un passo un passo indietro, circoscrivendo quanto da lui affermato a riflessioni personali”, non sembra che la sua posizione come capo della comunicazione del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca sia minacciata. E pensare che erano in molti a volere la sua testa, non solo l’opposizione ma anche la premier Giorgia Meloni, la quale ha impartito a Fratelli d’Italia l’ordine del silenzio. Ma le “scuse” di De Angelis sono chiare: non è disposto a ritrattare.

Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso

Ma il caso De Angelis potrebbe non concludersi con le sue scuse, non solo perché la premier attendeva le sue dimissioni, ma perché il caso ha portato alla luce una prima spaccatura all’interno della destra, motivo di imbarazzo per Fratelli d’Italia. Prova ne sarebbe - come sostiene anche il Corriere della Sera - la prontezza con cui Gianni Alemanno si sia schierato con De Angelis, lo stesso ex sindaco di Roma che si è detto pronto a fondare un movimento alternativo a quello di FdI.

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