Al Governo si discute la proposta di Patuelli (ABI) di introdurre una legge per rendere pubblica la lista dei debitori insolventi delle banche salvate dallo Stato.
Lista debitori insolventi: il Governo pensa alla proposta di Patuelli, che potrebbe ben presto diventare legge. Ecco cosa ha proposto e per chi dovrebbe essere applicata.
Al Governo si discute sulla possibilità di trasformare in legge la proposta di Antonio Patuelli, attuale presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana).
La volontà è quella di rendere pubblica la lista dei primi cento debitori insolventi di una banca quando questa viene salvata dallo Stato o finisce in risoluzione.
La proposta è stata avanzata da Patuelli in un’intervista rilasciata al Mattino e sembra essere stata accolta in modo favorevole dal Governo, anche se il sottosegretario al ministero dell’economia Pier Paolo Baretta, pur riconoscendo che è “un bel segnale di moralizzazione che va raccolto e approfondito”, precisa che non è una proposta di facile attuazione.
Patuelli ha avanzato la proposta di rendere noti i nomi dei primi cento debitori insolventi proprio mentre parlava del caso Mps, ma l’intenzione è di estendere il provvedimento a tutte le banche salvate con l’intervento statale.
Lista debitori insolventi: al vaglia la proposta di Patuelli
Il Governo, dunque, ha deciso di accogliere la proposta di Patuelli, discutendo sulla possibilità di inserire una lista debitori insolventi pubblica per quelle banche salvate con l’intervento dello Stato.
Patuelli, infatti, ha espresso questa esigenza perché all’ABI sono noti i nomi dei manager delle banche, ma non di coloro che hanno contribuito al loro fallimento per non aver assolto al pagamento dei debiti.
Baretta, dal canto suo, esprime la necessità di analizzare la proposta, ma sottolinea anche che un intervento legislativo in tal senso costituirebbe un intervento diretto dello Stato su una situazione di mercato e questo potrebbe sollevare diversi dubbi.
In ogni caso, più di una forza politica sembra aver raccolto le istanze sollevate da Patuelli, tra cui lo stesso premier Paolo Gentiloni che ha lavorato sulla proposta di legge Patuelli insieme al ministro delle riforme Anna Finocchiaro, alla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, ai capogruppo del PD al Senato e alla Camera Luigi Zanda ed Ettore Rosato.
L’intenzione, dunque, è di procedere, ma il Governo sottolinea che non si deve dimenticare la responsabilità dei manager all’interno delle vicende bancarie, che spesso con la loro condotta hanno messo in atto una gestione che ha danneggiato gravemente i risparmiatori.
L’idea, dunque, è di lavorare sulla possibilità di rendere noti anche i nomi dei manager che con la loro amministrazione hanno determinato il fallimento delle loro banche e di sanzionarli.
Lista debitori insolventi: i commenti del Garante della Privacy e della Fabi
Sulla questione si è espresso anche Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, che ricorda che dal 2011 per le persone giuridiche, che si presume siano i principali debitori insolventi per le banche, non ci sono più vincoli di riservatezza e che queste non sono più tutelate per quanto riguarda la privacy.
Ad essere tutelate, invece, sono le persone fisiche il cui numero in tale questione non dovrebbe essere influente.
Un’eventuale legge, dunque, dovrebbe circoscrivere bene i casi in cui sia possibile applicare un’eccezione a tale regola.
Riscontro positivo arriva anche da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato bancario,che sottolinea l’utilità della proposta avanzata da Patuelli, ma rimarca la necessità di applicare il provvedimento anche ai manager visto che il 78% dei prestiti trasformati in sofferenza nel 2016 sono stati deliberati da manager o cda.
Si parla, quindi, di prestiti superiori ai 250 mila euro che poi, nei piani industriali, vengono scaricati sui lavoratori in termini di riduzione degli esuberi e recupero costi.
I prestiti, concessi solitamente ad “amici di amici”, non sono stati saldati determinando il fallimento della banca e un danno per risparmiatori e per i lavoratori.
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