La lira turca affonda e fiacca le borse europee: Erdogan attacca gli Usa

Marco Ciotola

14/08/2018

14/08/2018 - 12:26

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La Turchia in piena crisi valutaria vede la lira aggiornare i suoi record negativi, affondando del 40% da inizio mese e trascinando giù tutti i mercati europei. Erdogan attacca gli Stati Uniti, da cui si sente “pugnalato alle spalle”

La lira turca affonda e fiacca le borse europee: Erdogan attacca gli Usa

La lira turca aggiorna i record negativi e fa -40% nei confronti del dollaro da inizio mese, aggiungendo un ulteriore -5,9% rispetto al crollo della scorsa settimana e trascinando giù con sé tutti i mercati europei, compresa Piazza Affari che fa -0,6% alla chiusura di ieri.

Neanche l’annuncio della banca centrale, pronta a prendere “tutti i provvedimenti necessari”, è riuscito a stabilizzare la situazione, con la valuta di Ankara precipitata ieri sera fino ai 6,90 sul dollaro.

Il Presidente Erdogan ha provato a dare certezze sull’economia del Paese, che ha definito “resiliente”, parlando di fondamentali forti e non risparmiando un altro attacco agli Stati Uniti.

Secondo il leader turco, infatti, se da un lato gli USA sono con loro nella Nato agendo come un partner strategico, dall’altro cercano “di pugnalare alle spalle” un alleato quale è la Turchia.

Malgrado in questo momento la lira turca si mostri leggermente più stabile rispetto al biglietto verde, facendo registrare quota 6,60 circa, i timori restano vivi su tutti i mercati europei, dove gli investitori hanno venduto quello che potevano nelle ultime ore.

Intanto entra nel vivo anche la ’caccia al colpevole’ del tracollo della lira, e dopo gli attacchi del Presidente a Trump e gli USA, la Procura di Istanbul ha aperto un’indagine su determinate azioni atte a minare la sicurezza economica del Paese.

In primo piano ci sarebbero fake news diffuse sul web allo scopo di indebolire la lira e mettere a repentaglio la sicurezza valutaria turca. In particolare, 346 account twitter sono sotto la lente per via di diversi cinguettii condivisi nel tempo e volti a rafforzare il dollaro.

Le cause del crollo della lira turca

Andando oltre le più attuali colpe rintracciate da Erdogan e dalle authority turche, c’è da sottolineare come la recente vicenda diplomatica che ha riguardato Andrew Brunson, il pastore americano detenuto in Turchia con accuse di terrorismo, ha fatto precipitare la situazione della valuta, esasperata delle sanzioni di Washington, dai pessimi rapporti Ankara-Washington e dalle continue minacce di rappresaglie da parte di Trump con un aumento dei dazi.

In più, l’economia turca viene da una vera e propria cavalcata, secondo molti eccessiva, con una crescita superiore al 7% nel 2017 e un’inflazione al 16%.

Il rapporto di simbiosi tra Erdogan e la banca centrale, con azioni ai limiti dello scavalcamento di campo del leader turco, contribuiscono a creare un ambiente di mercato sfiduciato.

Si aggiunga poi la storica antipatia del Presidente nei confronti dei rialzi dei tassi, che “creano inflazione invece di ridurla”, come apertamente ha sostenuto in più di un’occasione, e si arriva allo scenario attuale. Uno scenario che, secondo alcuni osservatori, può portare serie ripercussioni sull’economia mondiale.

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