Salta l’emendamento che innalzava il limite di utilizzo dei contanti a 10.000 euro. Vediamo una panoramica di quello che fanno gli altri Paesi Ue.
Salta l’aumento al limite del contante: l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia che innalzava il limite all’utilizzo del contante a 10.000 euro prevedendo una tassa di 500 euro, è stato ritirato nella mattinata del 17 dicembre.
La proposta voleva aumentare a 10.000 euro il limite all’utilizzo del contante imponendo, però, introducendo una imposta di bollo ad hoc di 500 euro per i pagamenti tra 5.001 e 10.000 euro. L’idea di fondo era quella di permettere una maggiore libertà nei pagamenti, visto che c’è chi ritiene poco democratico imporre soglie nell’utilizzo del denaro a chi lo guadagna lavorando e in maniera lecita. Ma la proposta dell’innalzamento, con l’imposta di bollo di 500 euro sembrava proprio il contrario: permettere l’utilizzo del contante (che non è necessario a chi guadagna lecitamente i propri soldi) dietro il pagamento di un’imposta di bollo elevata.
La lotta al contante
Negli ultimi anni il contante è diventato un elemento cardine nella lotta all’evasione fiscale e la soglia del limite previsto è stata cambiata molte volte. La proposta di introdurre un aumento poteva essere vista come una specie di compromesso che permettesse di bilanciare la lotta all’illegalità e gli obiettivi di fare cassa del Governo: se usi contanti per importi superiori a 5.000 euro (ma entro i 10.000 euro) paghi un’imposta di 500 euro. Anche se il denaro ha provenienza illecita, quindi, le casse dello Stato incassano.
Il senatore Francesco Boccia del Partito Democratico aveva dichiarato, commentando la proposta, che “per raschiare il barile si fa un favore agli evasori, non ai cittadini onesti. Si dà un incentivo all’illegalità, non alla crescita”.
Bisogna ricordare che innalzare il limite del contante, infatti, significa anche accettare delle conseguenze, prima fra tutte l’aumento dei pagamenti in nero.
Cosa fanno gli altri Paesi Ue?
Diversi Paesi dell’Unione Europea non prevedono limiti all’utilizzo dei contanti. Si tratta di:
- Irlanda;
- Svezia;
- Paesi Bassi;
- Lussemburgo;
- Germania;
- Austria;
- Ungheria;
- Cipro;
- Estonia;
- Finlandia.
I Paesi che hanno imposto limiti all’uso dei contanti hanno scelto soglie diverse, come:
- Croazia a 15.000 euro;
- Italia a 5.000 euro;
- Portogallo a 3.000 euro;
- Danimarca a 2.700 euro;
- Spagna a 1.000 euro;
- Grecia a 500 euro.
Nonostante questo, però, è la stessa Unione Europea a imporre un limite all’utilizzo dei contanti. Dal 10 luglio 2027, infatti, entrerà in vigore il limite deciso dall’Unione Europea all’utilizzo dei contanti fissato a 10.000 euro; i singoli stati, però, possono prevedere soglie più basse comunicandole a Bruxelles. I limiti nazionali, quindi, continueranno ad essere applicati.
La Banca Centrale Europea precisa che limiti troppo bassi possono essere considerati sproporzionati. Mentre in Italia, poi, è obbligatorio sempre e comunque accettare i pagamenti diversi dal contante, in Paesi europei come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito l’esercente può rifiutare il pagamento con carte di credito e bancomat senza infrangere la legge.
Limite all’utilizzo delle monete
Una curiosità riguarda l’uso delle monete nei pagamenti. Anche se a livello nazionale l’Italia non prevede nessuna soglia, a livello europeo esiste un limite sui pagamenti con le monete che stabilisce che nessuno è obbligato ad accettare più di 50 monete metalliche, a prescindere dal taglio, in un singolo pagamento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA