Licenza SCF 2023: cos’è, chi deve pagarla e differenze con la Siae

Paolo Ballanti

7 Marzo 2023 - 18:35

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Scadrà il 15 marzo 2023 la prima campagna di pagamento delle licenze Scf a produttori discografici ed artisti per la diffusione di musica registrata. Compenso previsto dalla legge sul diritto d’autore

Licenza SCF 2023: cos’è, chi deve pagarla e differenze con la Siae

Consorzio nato nel 2000 su iniziativa di una serie di case discografiche Scf Srl svolge attività di gestione e intermediazione per i propri consorziati a tutela della registrazione discografica, da intendersi come l’incisione su supporto musicale dell’opera.

Nei casi di musica non dal vivo ma registrata, oltre al compenso per i diritti d’autore è dovuta anche una somma per i cosiddetti «diritti connessi» in favore dei produttori di supporti fonografici e agli artisti interpreti o esecutori dei brani.

La stessa legge sul diritto d’autore del 22 aprile 1941 numero 633, riconosce al produttore di fonogrammi (articoli dal 72 al 73-bis) il diritto a un compenso per l’utilizzazione degli stessi a scopo di lucro, mentre un equo compenso è dovuto in caso di utilizzazione non a scopo di lucro.

Il produttore di fonogrammi è pertanto un soggetto distinto rispetto ad artisti, interpreti ed esecutori, tutelati invece dalla Siae. Scf è il soggetto che gestisce la raccolta e la distribuzione dei compensi dovuti a produttori discografici e artisti, legati all’utilizzo in pubblico di musica registrata.

Il consorzio rappresenta, si legge sul sito «scfitalia.it», la «quasi totalità del mercato discografico nazionale», per un totale di oltre 20 milioni di brani e quasi 500 produttori. Scf incassa inoltre i diritti connessi anche per conto degli artisti interpreti ed esecutori «grazie a un accordo con Nuovo Imaie e Itsright».

Analizziamo in dettaglio cos’è la licenza Scf 2023, chi deve pagarla e quali differenze ci sono con la Siae.

La legge sul diritto d’autore

La Legge numero 633/1941 all’articolo 72 dispone che, fatti salvi «i diritti spettanti all’autore», il produttore di fonogrammi ha «il diritto esclusivo» di:

  • autorizzare la riproduzione diretta o indiretta, temporanea o permanente dei suoi fonogrammi in qualunque modo o forma, in tutto o in parte e con qualsiasi processo di duplicazione;
  • autorizzare la distribuzione degli esemplari dei suoi fonogrammi;
  • autorizzare il noleggio e il prestito degli esemplari dei suoi fonogrammi (tale diritto non si esaurisce con la vendita o la distribuzione in qualsiasi forma degli esemplari);
  • autorizzare la messa a disposizione del pubblico dei suoi fonogrammi in maniera tale che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente (tale diritto non si esaurisce con alcun atto di messa a disposizione del pubblico).

Il successivo articolo 73 riconosce in favore del produttore di fonogrammi e degli artisti interpreti ed esecutori che abbiano compiuto l’interpretazione o l’esecuzione fissata o riprodotta nei fonogrammi, indipendentemente dai diritti di distribuzione, noleggio e prestito loro spettanti, un determinato compenso.

La somma in questione è dovuta per l’utilizzazione a scopo di lucro dell’opera, a mezzo della cinematografia, della diffusione radiofonica e televisiva, compresa la comunicazione al pubblico via satellite, nelle pubbliche feste danzanti, nei pubblici esercizi e in occasione di qualsiasi altra pubblica utilizzazione dei fonogrammi stessi.

Da ultimo, l’articolo 73-bis dispone che gli «artisti, interpreti o esecutori e il produttore del fonogramma utilizzato hanno diritto a un equo compenso» anche quando l’utilizzazione è effettuata a scopo non di lucro.

Quando è necessaria la licenza Scf?

La licenza Scf è obbligatoria in tutte quelle occasioni in cui è prevista la diffusione di musica registrata o videomusicali.

Per ottenere la licenza è necessario:

  • rivolgersi a una sede territoriale Siae, collegarsi al portale «siae.it» o grazie al bollettino Mav inviato direttamente dalla Siae stessa, se si appartiene alle categorie per le quali Scf ha sottoscritto uno specifico mandato con la Siae in forza del quale quest’ultima provvede alla raccolta dei compensi;
  • inoltrando apposita richiesta agli uffici Scf, online sul sito «scfitalia.it/Servizi-Online/Acquisto-Licenze.kl», sottoscrivendo la licenza Scf o mediante il bollettino freccia inviato dallo stesso consorzio.

A quanto ammonta la licenza Scf?

A seconda del tipo di utilizzatore di musica il consorzio Scf ha concordato con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative di ciascun settore, i parametri e le misure di applicazione delle tariffe.

Il rapporto con le associazioni di categoria permette inoltre agli aderenti alle stesse di ottenere una serie di sconti sul costo della licenza.

L’elenco delle tariffe 2023 e delle associazioni di categoria interessate è disponibile collegandosi al portale «scfitalia.it - Tariffe 2023» all’interno delle brochure «Public performance tariffe 2023 - Mandati all’incasso conferiti da Scf a Siae» e «Public performance tariffe 2023».

I compensi riportati nelle tabelle si intendono Iva esclusa.

Come pagare la licenza Scf 2023?

I compensi dovuti a Scf saranno corrisposti dagli utilizzatori a seguito dell’emissione da parte del consorzio stesso della relativa fattura.

In caso di ritardo nei pagamenti dovranno essere corrisposti gli interessi moratori previsti dal Decreto legislativo numero 231/2002, senza necessità di preventiva messa in mora.

Scf dal canto suo provvederà all’invio delle licenze e delle fatture di compenso mediante posta elettronica certificata.

Dal 2010, per agevolare le pratiche di gestione dei compensi, Scf ha sottoscritto un mandato con Siae in forza del quale quest’ultima provvede alla raccolta delle somme per le seguenti categorie di utilizzatori:

  • acconciatori;
  • circoli ricreativi;
  • discopub;
  • discoteche / sale da ballo;
  • dj;
  • estetica e benessere;
  • eventi aziendali;
  • eventi privati (battesimi, compleanni, cresime, matrimoni, ricevimenti, etc.);
  • eventi organizzati dalle Pro Loco;
  • night club;
  • pubblici esercizi (bar, caffè, osterie, ristoranti etc.);
  • strutture ricettive (agriturismi, alberghi, motel, hotel, etc.);
  • stabilimenti balneari.

Per l’anno 2023, a seguito di apposito comunicato pubblicato sul proprio portale istituzionale, Scf ha prorogato la scadenza della campagna di pagamento delle licenze annuali dal 28 febbraio al 15 marzo 2023.

Resta invece fissata al 31 maggio 2023 la scadenza della campagna per le categorie riscosse da Siae.

La licenza Scf è obbligatoria anche per chi paga la Siae?

Nelle ipotesi di diffusione in pubblico di musica registrata, Siae ed Scf sono istituzioni diverse, a tutela di diritti distinti.

Nello specifico la Siae gestisce e tutela i diritti relativi alla composizione musicale (musica e / o testo) tanto nelle ipotesi in cui venga eseguita dal vivo, quanto a seguito di riproduzione su un determinato supporto (ad esempio il disco). I diritti devono essere corrisposti all’autore della composizione e all’editore del brano.

Scf, al contrario, tutela i diritti relativi alla registrazione discografica (cioè all’incisione su supporto dell’opera musicale). In questo caso, a differenza della Siae, i diritti sono da riconoscere al produttore della registrazione e all’artista che si è prestato per la propria interpretazione al momento dell’incisione.

In conclusione, nelle ipotesi di diffusione di musica d’ambiente, non è sufficiente il pagamento dei diritti d’autore alla Siae ma è altresì necessaria la licenza Scf per i cosiddetti «diritti connessi», quelli cioè spettanti all’artista e al produttore discografico.

Chi paga il canone speciale Rai è tenuto a pagare anche Siae ed Scf?

Le somme per Siae ed Scf sono dovute anche da coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto.

In queste ipotesi, il canone speciale Rai è obbligatorio in quanto legato al mero possesso dell’apparecchio, a prescindere dal reale utilizzo che ne viene fatto.

L’apparecchio, inoltre, implica potenzialmente la possibilità di ritrasmettere in pubblico programmi tv a contenuto musicale, configurando così un nuovo e ulteriore atto di comunicazione al pubblico, soggetto al compenso disciplinato dalla legge sul diritto d’autore, in favore del produttore discografico.

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