Leva di nuovo obbligatoria in Europa dopo la guerra in Ucraina, e l’Italia?

Giorgia Bonamoneta

17 Febbraio 2023 - 23:20

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In Europa si discute il ritorno della servizio militare obbligatorio. Ecco cosa c’entra la guerra in Ucraina e quale paese sta pensando alla leva obbligatoria.

Leva di nuovo obbligatoria in Europa dopo la guerra in Ucraina, e l’Italia?

In Europa potrebbe tornare obbligatoria la leva militare? In Europa stanno cambiando non le regole, ma le prospettive dei paesi e si torna a parlare di servizio militare obbligatorio. In particolare è la Germania che l’ha rilanciata attraverso la voce del neo ministro della difesa socialdemocratico Boris Pistorius.

Secondo il ministro della difesa “abolirla è stato un errore” e subito Salvini ha commentato questa presa di posizione ribadendo come la leva obbligatoria fornisca delle regole, una buona educazione e i doveri dei buoni cittadini.

Si ritorna a parlare nuovamente di leva obbligatoria, dopo che il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva già annunciato un disegno di legge. Questo prevede una “mini leva obbligatoria volontaria” di 40 giorni, con lo scopo di insegnare l’amore per la patria e il senso civico. Ora torna il dibattito anche in Europa e l’annuncio di La Russa passa in secondo piano, dopo la reintroduzione in Lettonia, la possibile estensione della leva alle donne in Danimarca e una sorta di “sorteggio” per l’Olanda sul modello Svezia.

Non tutti i paesi però sono della stessa opinione. Ecco perché si torna a parlare di leva obbligatoria in Europa e che cosa c’entra la guerra in Ucraina.

Torna la leva obbligatoria? La Germania ci pensa

È tutta colpa della guerra in Ucraina se si torna a parlare di leva obbligatoria. O no? La spinta alla reintroduzione della leva obbligatoria, anche in un suo formato ridotto, potrebbe dipendere dalla guerra in Ucraina, oppure questa potrebbe essere considerata una sorta di scusa per introdurre un sistema di formazione alternativo.

Sono diversi i paesi in Europa che hanno mantenuto la leva obbligatoria nel tempo, come Grecia, Lituania e Danimarca. Altri l’hanno reintrodotta recentemente o stanno pensando di farlo. Tra quest’ultimi c’è la Germania che ha dichiarato, attraverso le parole del neo ministro della difesa sociale democratico Boris Pistorius, che abolirla è stato un errore.

La linea del ministro della difesa tedesco trova d’accordo il governo italiano, che attraverso leader della Lega e il presidente del Senato avevano già tentato negli scorsi mesi di riaprire il dibattito, anche attraverso un disegno di legge.

Leva obbligatoria in Europa: i modelli

In Europa la maggior parte dei paesi ha rinunciato alla leva obbligatoria, ma ci sono ancora degli Stati dove questa è attiva come obbligatoria o su base volontaria. Tra i paesi dove la forma del servizio militare è ancora obbligatorio ci sono per esempio la Finlandia, la Grecia, la Lituania, la Norvegia, la Danimarca, la Svezia e la Svizzera. Le modalità sono tutte piuttosto simili e arrivano a toccare i 12 mesi di servizio.

Gli altri paesi hanno invece adottato una linea diversa, anche se nel tempo ci sono stati diversi tentativi di recuperare questo sistema alternativo di educazione del buon cittadino, per usare le parole di Matteo Salvini, leader della Lega. Ad esempio la Lettonia l’ha reintrodotta dopo 15 anni o la Danimarca sta pensando di estenderla anche alle donne. Il modello svedese è quello più articolato, perché ogni anno sorteggia 4-5 diciottenni per un servizio della durata di 11 mesi e l’Olanda sta ragionando su un modello simile.

In questo quadro emerge in maniera chiara la posizione della Polonia che, rilanciando un programma di riarmo, ritiene allo stesso tempo che la leva obbligatoria sia inutile, perché “solo i russi usano i cittadini come carne da cannone”.

La leva obbligatoria è inutile?

Al contrario di quanto affermato da La Russa e Salvini, secondo alcuni commentatori l’aspetto più critico della leva obbligatoria, ma anche su base volontaria, è l’idea stessa di dover trasmettere l’amore di patria e il senso civico attraverso un’educazione di tipo militare, che suona del tutto anacronistico. Inoltre l’idea della leva obbligatoria, di circa 11-12 mesi di addestramento come forma di soluzione a una guerra, appare altrettanto ambiguo. I giovani e le giovani costrette all’addestramento sarebbero in grado di combattere una guerra? Proprio per questo nel tempo si è scelto di puntare a professionisti della difesa e non su improvvisati con un addestramento basilare.

Il dibattito è aperto da tempo, ma la guerra in Ucraina sembra aver dato nuova linfa ai sostenitori del servizio militare su base volontaria od obbligatorio.

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