Legge islamica: cos’è la Sharia e che significa

Isabella Policarpio

23/08/2021

23/08/2021 - 13:15

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Cos’è e cosa prevede la Sharia, la legge islamica dei talebani che hanno preso l’Afghanistan.

Legge islamica: cos’è la Sharia e che significa

La Sharia, o legge islamica, è il complesso di concetti, norme e insegnamenti sacri provenienti dal Corano che i talebani hanno annunciato di applicare in Afghanistan, ribaltando il precedente governo formatosi sotto l’egida degli Stati Uniti.

Se i talebani decidessero di applicare la Sharia alla lettera, si avrebbero forti discriminazioni nei confronti dei dissidenti politici, dei fedeli di altri culti e severissime restrizioni nei confronti delle donne.

Quando si parla di legge islamica si deve pensare ad un complesso di precetti religiosi applicati alla vita quotidiana - in maniera più o meno radicale - da parte dei governi teocratici, quelli in cui le autorità religiose sono al contempo gli esponenti della vita politica e istituzionale.

Cos’è la Sharia islamica

Con la parola “Sharia” si indica una serie di norme, consuetudini ed usi che appartengono alla “legge sacra” islamica. Sharia, infatti, vuol dire “strada rivelata” ed indica gli insegnamenti di vita quotidiana imposti da Dio e contenuti dei testi sacri, nel Corano e nella Sunna.

Contrariamente a quanto molti pensano, non si tratta di un insieme di norme organizzato come il nostro Codice civile o penale, ma piuttosto di una raccolta di ammonimenti, consigli e indicazioni che possono cambiare nel tempo e variare in base al Paese che li applica.

La Sharia islamica riguarda sia la sfera personale dell’individuo (cioè il rapporto con gli altri uomini e con Dio) sia la sfera politica e sanzionatoria (ad esempio le pene previste per i reati di apostasia, blasfemia e adulterio). Per questi e altri reati sono previste pene assai severe, fino alla morte.

La Sharia riguarda anche i rapporti familiari, tra figli e genitori e moglie e marito, prevedendo regole patriarcali che danno alle donne un ruolo marginale.

In generale, la Sharia o la legge islamica sono considerate nel mondo arabo più come un codice etico che come una fonte di diritto positivo. Soltanto nei Paesi più radicali, come l’Iran e l’Arabia Saudita, è considerata una vera e propria fonte di diritto. Analogo scenario potrebbe verificarsi in Afghanistan dopo il ritorno dei talebani.

Cosa cambia per le donne Afghane con la Sharia?

Ciò che preoccupa maggiormente l’opinione pubblica dopo la presa di Kabul è la condizione delle donne afghane.

Il ritorno alla Sharia annunciato dai talebani, infatti, fa temere il ripristino delle regole discriminatorie che erano in vigore venti anni fa nel Paese, tra cui:

  • il divieto di lavorare al di fuori delle mura domestiche;
  • la rigida separazione dei sessi nei luoghi pubblici e aperti al pubblico (anche a scuola);
  • l’impossibilità di uscire da casa senza l’accompagnamento di un uomo della famiglia;
  • l’obbligo di indossare il burqa all’aperto;
  • il divieto di prendere la patente e guidare.

Non sappiamo, al momento, se e quali di queste regole torneranno in vigore, anche perché saranno le nuove autorità a decidere in che misura applicare le indicazioni della Sharia, se in maniera restrittiva o più “permissiva”. Nel frattempo l’opinione pubblica internazionale si sta mobilitando per sensibilizzare riguardo alla possibile perdita dei diritti delle donne afghane - e non solo - subordinando il riconoscimento internazionale del nuovo Stato alla salvaguardia dei diritti umani.

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