Caos legge elettorale, franchi tiratori svelati alla Camera: a tradire sono i 5 Stelle?

Alessandro Cipolla

8 Giugno 2017 - 13:23

Legge elettorale nel caos: la maggioranza del patto a quattro va sotto in un emendamento a voto segreto. Caccia ai franchi tiratori, sono stati i 5 Stelle?

Caos legge elettorale, franchi tiratori svelati alla Camera: a tradire sono i 5 Stelle?

Legge elettorale nel caos: la maggioranza del patto a quattro va sotto in un emendamento a scrutinio segreto. Parte subito la caccia ai franchi tiratori con il tabellone elettronico che per un momento palesa il voto, sono stati i 5 Stelle?

Torna a regnare la confusione per quanto riguarda la nuova legge elettorale. Il patto siglato da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord, sembra infatti vacillare più che mai.

Dopo le tensioni scaturite durante la prima giornata di votazioni alla Camera, con Beppe Grillo che ha chiesto altro tempo per una nuova consultazione online tanto che il voto finale è stato spostato a martedì prossimo, la mattinata del giovedì è iniziata con l’inedita ampia maggioranza che è andata sotto su un emendamento presentato dalla forzista Biancofiore.

Immediata è partita la caccia ai franchi tiratori, con il tabellone della Camera che, nonostante lo scrutinio fosse segreto, per un momento ha palesato i voti. Scambio d’accuse tra il PD e i 5 Stelle mentre il modello tedesco tanto apprezzato fino a qualche giorno fa sembrerebbe essere già sul punto di naufragare.

Legge elettorale: maggioranza sotto

Nella prima giornata di votazioni per la nuova legge elettorale la maggioranza trasversale ha retto. Solo nel caso di un emendamento sul voto disgiunto presentato dal Movimento Democratici e Progressisti il Movimento 5 Stelle si è astenuto.

Proprio il voto disgiunto, assieme alle preferenze nel listino proporzionale, sono i due punti al centro delle polemiche delle ultime ore. I pentastellati infatti vorrebbero apportare modifiche, mentre il resto della inedita maggioranza ha risposto come ormai fosse troppo tardi.

Dubbi questi dei 5 Stelle alimentati anche dalle parole di Beppe Grillo, che ha chiesto un nuovo voto online da parte degli iscritti ottenendo lo spostamento del voto finale sulla legge elettorale a martedì mattino invece che lunedì.

In questa atmosfera carica di tensione sono iniziati le votazioni di questa mattina. I grillini, per dimostrare la loro lealtà, avevano anche ipotizzato di filmare il loro voto per fugare ogni dubbio.

Poco è servito comunque visto che poco dopo le ore 11.00, alla prima votazione a scrutinio segreto, la maggioranza è andata sotto su un emendamento presentato dalla forzista Biancofiore sul sistema di voto in Trentino.

Nel dettaglio sono stati 270 i Si a fronte di 256 No, con il tabellone della Camera che inizialmente si è acceso normalmente rendendo palese e non segreto il voto, facendo scoppiare il caos una volta reso noto l’esito della votazione.

Con la seduta subito sospesa, immediati sono stati gli scambi di accusa. Emanuele Fiano del Partito Democratico ha immediatamente accusato i 5 Stelle di aver tradito, postando su Twitter la foto del tabellone della Camera.

Di contro Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle ha subito replicato, sempre via Twitter, accusando il PD che tra le loro fila ci sono stati ben 80 franchi tiratori, visto che a Montecitorio i dem possono contare su circa 300 deputati.

L’iter della tanto agognata nuova legge elettorale quindi può già dirsi concluso, aprendo così i più disparati scenari per una situazione politica generale che al momento è all’insegna del più assoluto caos generale.

Cosa succede ora?

Il caso dell’emendamento approvato con ogni probabilità segnerà la fine del modello tedesco rivisitato come nuova legge elettorale. Anche se i 5 Stelle si sono detti disposti ad andare avanti, il resto dei partiti del patto hanno mostrato segni di insofferenza.

Matteo Salvini ha subito dichiarato che l’unica soluzione possibile al momento sia, dopo aver armonizzato i due sistemi elettorali con un decreto legge, lo scioglimento delle Camere e il voto immediato.

Più prudente Renato Brunetta di Forza Italia che ha parlato di verifiche necessarie per vedere se ci sono le condizioni per andare avanti, mentre Emanuele Fiano del PD è tornato sull’argomento dichiarando che la legge elettorale è ormai morta.

Alle 15:00 è stata convocata una riunione presso la segreteria del Partito Democratico. Dall’esito del summit si capirà non solo quale sarà il destino della legge elettorale, ma anche quello del governo Gentiloni.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it