Teht4er: l’analisi di Standar & Poor’s mette in luce alcune debolezze della stablecoin più famosa al mondo,
Abbiamo già parlato in maniera abbastanza critica delle stablecoin e di Tether in particolare, in un articolo apparso in settembre proprio su queste pagine (vedi qui: Il grande mistero dietro a Tether di cui nessuno parla).
Ebbene, ci sono alcune novità. Il 26 novembre S&P Global Ratings ha declassato la stablecoin USDT di Tether al livello di stabilità più basso, il livello 5, citando una crescente esposizione verso asset volatili e avvertendo che la cripto-moneta non possiede più un margine sufficiente a garanzie delle emissioni di stablecoin, se dovesse verificarsi un eventuale calo improvviso del valore del Bitcoin. Secondo S&P, all’interno del portafoglio della società di gestione il Bitcoin rappresenta ora il 5,6% del controvalore degli USDT in circolazione, superando il limite di sicurezza implicita del 3,9% indicata nell’ultima attestazione di bilancio del terzo trimestre di Tether.
Perché S&P ha fatto questo? Il declassamento riflette il timore che gli asset ad alto rischio rappresentino oggi un peso eccessivo, ovvero il 24% dei 181,2 miliardi di dollari di riserve di Tether (a fronte di 174,4 miliardi di USDT in circolazione), in aumento rispetto al 17% di un anno fa. Questi asset includono Bitcoin, oro, prestiti corporate non quotati per oltre 14 miliardi di dollari, obbligazioni societarie e altri investimenti soggetti a rischi di credito e a rischio sistemico di mercato. [...]
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