Le 10 truffe finanziarie più grandi della storia

Flavia Provenzani

3 Aprile 2024 - 15:52

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Esistono delle truffe finanziarie che, più di altre, hanno cambiato per sempre il mondo. Money.it ne ha selezionate 10 (tra cui una italiana).

Le 10 truffe finanziarie più grandi della storia

Le truffe finanziarie sono diffuse oggi come lo erano più di 100 anni fa, quando l’italiano Charles Ponzi era impegnato a derubare gli investitori delle loro fortune in una delle prime frodidi alto profilo mai registrate nella storia.

Sono moltre, troppe, le frodi che con la loro abile fusione di inganno e avidità hanno segnato la storia mondiale, lasciando dietro di sé storie di rovina e scandalo che risuonano ancora oggi. Dalle ardite manipolazioni di mercato alle complesse frodi contabili, queste vicende raccontano non solo di ingenti somme di denaro evaporate nell’aria ma anche di fiducie tradite e leggi infrante.

In questa classifica elaborata da Money.it, ci immergeremo nelle pieghe delle truffe finanziarie più famose della storia, analizzando come alcune geniali menti criminali siano riuscite a tessere reti di inganno tanto intricate da sfidare la comprensione e, in alcuni casi, portare al collasso interi sistemi economici.

1) Charles Ponzi

Nel 1919, Charles Ponzi, un italiano emigrato a Boston, Stati Uniti, elaborò un piano per arricchirsi che prevedeva l’acquisto di buoni di risposta internazionali a basso prezzo all’estero per poi venderli a scopo di lucro negli Stati Uniti.

Ha convinto numerosi investitori a sostenerlo, nonostante il fatto che la sua attività stesse accumulando dei debiti enormi a causa delle difficoltà logistiche e delle spese sempre più alte. In quello che ormai è un trucco ben noto, Ponzi ha semplicemente utilizzato i fondi provenienti dai nuovi investitori per pagare i gli investitori già esistenti (e se stesso). Sebbene non sia il primo esempio di questo tipo di truffa, la sua notorietà ha dato origine al termine “schema Ponzi”.

2) FTX

Il 2 novembre 2023, una giuria a Manhattan, New York, ha dichiarato Sam Bankman-Fried, fondatore della piattaforma di trading di criptovalute FTX, colpevole di sette capi d’accusa, tra cui frode telematica, frode su titoli e riciclaggio di denaro. I pubblici ministeri del governo statunitense hanno definito il caso del soprannominato SBF uno dei più grandi casi di frode finanziaria della storia. Alcuni dei suoi ex collaboratori, incluso il socio in affari Gary Wang, si sono dichiarati colpevoli e hanno collaborato con gli investigatori. La scorsa settimana, la condanna: SBF dovrà scontare 25 anni di carcere per frode.

La sentenza contro Bankman-Fried porta a conclusione una saga durata 17 mesi iniziata nel novembre 2022 quando FTX, exchange di criptovalute da lui co-fondato e di cui è stato amministratore delegato, è imploso, provocando una perdita di 8 miliardi di dollari per i suoi clienti. Bankman-Fried si è dimesso durante il crollo della società e la nuova proprietà ha dichiarato fallimento. I pubblici ministeri hanno affermato che ha rubato ai clienti di FTX e ha utilizzato il denaro per contributi politici, investimenti e guadagni personali.

3) Wirecard

L’8 dicembre 2022, i dirigenti di Wirecard, società specializzata in pagamenti elettronici con sede a Monaco, in Germania, sono stati processati in quello che i media hanno definito il più grande caso di frode aziendale nella storia tedesca. L’ex amministratore delegato Markus Braun e due dirigenti senior, Oliver Bellenhaus e Stephan von Erffa, rischiano diversi anni di carcere se saranno condannati.

Nel dicembre 2023, i pubblici ministeri di Monaco hanno presentato l’accusa di frode anche contro Burkhard Ley, ex direttore finanziario di Wirecard. Secondo quanto riferito, un altro dirigente di Wirecard, Jan Marsalek, si nasconde in Russia. Attualmente, Marsalek è sulla lista dei «più ricercati» d’Europa come fuggitivo internazionale, ma ciò non gli ha impedito di inviare una lettera a sostegno di Braun tramite il suo avvocato nel luglio 2023.

Wirecard si è trovata sotto i riflettori quando ha dichiarato insolvenza nel 2020 e le autorità di regolamentazione hanno scoperto che mancavano 1,9 miliardi di euro dai conti della società. Secondo le accuse delle autorità di regolamentazione tedesche quei soldi non sono mai esistiti. Braun è stato arrestato e Marsalek è fuggito dal Paese. Gli osservatori prevedono che il processo durerà almeno fino all’estate di quest’anno.

Intanto, gli investitori possono solo assistere allo svolgimento del processo per frode, con ben poche speranze di recuperare i propri soldi.

4) Volkswagen

Questa famosa casa automobilistica tedesca nel 2015 è stata al centro dello scandalo sulle emissioni.
Quell’anno, gli ingegneri dell’azienda installarono uno speciale tipo di software su 11 milioni di auto diesel per rilevare quando le auto venivano sottoposte a test sulle emissioni così da poterne modificare i risultati. Le emissioni effettive di ossido di azoto dei veicoli Volkswagen erano 40 volte superiori a quelle consentite dagli standard legali statunitensi. Quando le autorità di regolamentazione USA hanno scoperto il complotto, passato alla storia con il nome “Diesel-gate”, Volkswagen dovette richiamare circa 480.000 veicoli e sborsare oltre 30 miliardi di dollari tra multe e sanzioni.

Negli ultimi anni, il nuovo consiglio per la sostenibilità di Volkswagen ha guidato l’azienda verso una strategia di decarbonizzazione e di veicoli elettrici che sta iniziando a dare i suoi frutti, mentre il Diesel-gate sembra svanire, piano piano, dallo specchietto retrovisore.

5) Lehman Brothers

Il crollo di Lehman Brothers è passato alla storia come il simbolo della crisi finanziaria della fine degli anni 2000. La società di servizi finanziari esisteva da più di 150 anni, ma il suo uso reiterato di trucchi a livello contabile è stato smascherato dalla crisi dei mutui subprime e la banca è stata costretta a dichiarare fallimento.

Il fallimento di quella che all’epoca era la quarta banca d’investimento più grande degli Stati Uniti ebbe gravi conseguenze per l’economia mondiale.

6) Wells Fargo

Questa mega-banca statunitense sembra non riesce a stare fuori dai guai. Lo scorso 16 maggio 2023 Wells Fargo ha accettato di pagare 1 miliardo di dollari per risolvere una class action che l’accusava di aver truffato gli investitori sui progressi compiuti dalla banca dopo uno scandalo dei conti falsi del 2016.

Nel 2016, il Consumer Financial Protection Bureau ha imposto una multa di 100 milioni di dollari a Wells Fargo, la SEC invece una sanzione da 3 miliardi di dollari. I funzionari hanno dichiarato che i dipendenti di Wells Fargo, oberati di lavoro, erano stati incentivati ad aprire circa 2 milioni di conti falsi a nome dei clienti. Alla fine la mossa è stata attribuita al senior management e ha incrementato i profitti bancari a breve termine. Tuttavia, a lungo termine, ha danneggiato il brand dell’azienda e allontanato i clienti.

Nel marzo 2023, l’ex capo della sezione ratail e prestiti alle piccole imprese di Wells Fargo, Carrie Tolstedt, l’unico dirigente ad affrontare le accuse penali nello scandalo, si è dichiarato colpevole dell’accusa di ostruzione. Il 15 settembre ha ricevuto tre anni di libertà vigilata e una multa di 100.000 dollari, senza carcere.

Anche Wells Fargo è stata condannata a pagare 3,7 miliardi di dollari nel dicembre 2022 a causa di «attività illegali» che comportavano la cattiva gestione di 16 milioni di conti clienti. Secondo il CFPB, Wells Fargo «ha ripetutamente applicato erroneamente i pagamenti dei prestiti, ha pignorato ingiustamente case e veicoli recuperati illegalmente, ha valutato erroneamente commissioni e interessi e ha addebitato commissioni sullo scoperto a sorpresa».

7) Bernie Madoff

L’ex gestore di fondi di New York City Bernie Madoff è morto in prigione nell’aprile 2021 all’età di 82 anni. Ma la sua storia è stata messa sotto i riflettori nel 2023 con il documentario Netflix «Madoff: Il mostro di Wall Street», che racconta la sua storia, ovvero la mente dietro il più grande schema Ponzi mai esistito.

Madoff, ex presidente del Nasdaq con stretti legami con le autorità di regolamentazione del governo statunitense, era una leggenda a Wall Street negli anni ’80 e ’90. La sua società, Bernard L. Madoff Investment Securities LLC, era il sesto market maker delle azioni dello S&P 500. Eppure, nel corso di 17 anni, Madoff, assistito dai manager dell’azienda e dal personale del back office, ha gestito un enorme schema Ponzi che prometteva agli investitori dei rendimenti strabilianti.

Invece, Madoff e il suo team fingevano di effettuare le compravendite sul mercato e creavano dei conti di intermediazione finti, intascando il denaro degli investimenti. Nel 2008, al culmine della Grande Recessione, la fortuna di Madoff finì e una corsa ai depositi e la conseguente indagine rivelarono che la sua azienda aveva rubato oltre 19 miliardi di dollari a 40.000 investitori.

Madoff è stato arrestato, accusato di 11 capi d’accusa di frode, dichiarato colpevole e condannato a 150 anni di carcere nel giugno 2009.

8) Ivan Boesky

Gli anni ’80 prolifici sul fronte delle frodi finanziarie. Ivan Boesky è stato uno dei primi trader di Wall Street ad andare in prigione con l’accusa di insider trading. Boesky ha affinato la sua arte come trader all’inizio degli anni ’80, specializzandosi sulle lucrose opportunità di arbitraggio.

Soprannominato «Ivan il Terribile», Boesky ha guadagnato oltre 200 milioni di dollari investendo in acquisizioni e fusioni aziendali. Nel 1985, la SEC accusò Boesky di aver tratto profitto illegalmente dall’insider trading, accusandolo di aver acquisito azioni e futures di società sulla base di suggerimenti provenienti da addetti ai lavori.

Un anno dopo Boesky fu dichiarato colpevole e, sulla base di un patteggiamento che prevedeva che l’uomo registrasse delle telefonate con altri habitué dell’insider trading, tra cui il re dei titoli spazzatura Michael Milken, Ivan il Terribile fu condannato a tre anni e mezzo di prigione. Gli è stata inoltre comminata una multa di 100 milioni di dollari e ordinato di non lavorare mai più nel settore.

Si dice che Boesky abbia ispirato alcuni tratti del personaggio cinematografico Gordon Gekko, interpretato dall’attore Michael Douglas nel film del 1987 «Wall Street».

9) Enron

Un altro grande caso di truffa finanziaria è quello di Enron, soprannominata «l’azienda più innovativa d’America» dalla rivista Fortune ogni anno dal 1996 al 2001. Fondata nel 1985, l’ex supernova delle dot-com ha fatto fortuna commerciando gas naturale e altre materie prime e nel 1999 ha persino lanciato la propria piattaforma di scambio di materie prime digitali.
Nell’agosto del 2000, le azioni Enron raggiunsero i massimi storici a 90 dollari, ma solo un anno dopo Sherron Watkins, un dirigente finanziario di Enron, avvertì il CEO Ken Lay che stava per scoppiare un enorme scandalo contabile che avrebbe potuto far crollare l’intera azienda.

Nel corso delle indagini della SEC, nel novembre 2001 Enron ammise di aver sovrastimato i profitti di quasi 600 milioni di dollari. Nel giro di circa due mesi, la società dichiarò bancarotta e il Dipartimento di Giustizia avviò un’indagine penale. Prima di annunciare il fallimento, Enron ha tagliato 4.000 posti di lavoro e molti ex dipendenti videro i loro piani pensionistici prosciugati.

Uno dei risultati della saga Enron fu l’approvazione del Sarbanes-Oxley Act del 2002, che stabilì regole sulla contabilità più severe per le società quotate in borsa.

10) Banco Ambrosiano

Non può mancare, purtroppo, un caso tutto italiano nella classifica di Money.it delle 10 truffe finanziarie più grandi della storia.
Parliamo del crac del Banco Ambrosiano nel 1982. Il Banco Ambrosiano era una delle più importanti banche private d’Italia, con profonde connessioni internazionali estese, incluso il Vaticano tramite l’Istituto per le Opere di Religione (IOR).

La crisi è scoppiata con il fallimento della banca a causa di debiti per circa 1.400 miliardi di lire italiane (un importo enorme per l’epoca), causando un grande scandalo finanziario che ebbe ripercussioni in tutto il sistema bancario italiano e internazionale. L’elemento centrale fu la scoperta di enormi buchi nei bilanci della banca, dovuti a prestiti non garantiti concessi attraverso società offshore, spesso legate a figure e istituzioni di alto profilo, incluso lo IOR.

Il presidente della banca, Roberto Calvi, soprannominato «il banchiere di Dio» per le sue strette connessioni con il Vaticano, fu trovato morto a Londra sotto il Blackfriars Bridge (in italiano, il Ponte dei Frati Neri) in circostanze misteriose pochi giorni dopo il fallimento della banca, un evento che aggiunse un ulteriore livello di mistero e intrigo al caso. La sua morte fu inizialmente trattata come suicidio, ma successivamente venne sollevata l’ipotesi di omicidio.

Lo scandalo coinvolse numerosi altri soggetti e istituzioni, tra cui Michele Sindona, un altro banchiere con legami con la mafia e il Vaticano, che fu condannato per aver manipolato il mercato azionario e causato il fallimento di un’altra banca italiana, Banca Privata Finanziaria. Le indagini e i processi che seguirono il crac del Banco Ambrosiano rivelarono una rete complessa di frodi finanziarie, riciclaggio di denaro e corruzione che coinvolgeva figure di alto livello nel mondo finanziario, politico e religioso.

Nonostante gli sforzi investigativi, molte domande sul crac del Banco Ambrosiano e sulla morte di Roberto Calvi rimangono senza risposta e l’intero scandalo è diventato uno dei più oscuri e complessi capitoli della storia finanziaria italiana.

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