New York Times e Cnn hanno svelato la storia che avrebbe portato il Qatar a regalare un aereo agli Stati Uniti.
Il Qatar avrebbe regalato un aereo agli Stati Uniti per trasformarlo nel nuovo Air Force One. Almeno, questa è la versione raccontata da Donald Trump: «Un regalo, senza alcuna spesa», ha lasciato intendere. Ma le cose sono andate davvero così?
In realtà, il Qatar da anni cercava di vendere quel Boeing 747-8 di sua proprietà, e anche per gli Stati Uniti l’obiettivo era l’acquisto, non certo un dono. New York Times e CNN hanno pubblicato i retroscena dietro questo presunto «regalo» da parte di un Paese amico.
Un Air Force One obsoleto
L’attuale Air Force One, l’aereo presidenziale americano, ha 35 anni. Lo usava perfino George H. W. Bush negli anni ’90. Nel 2018, durante la prima presidenza Trump, il governo USA firmò con Boeing un contratto da 3,5 miliardi di dollari per costruire due nuovi aerei presidenziali. La consegna era prevista per il 2024, ma i ritardi accumulati la fanno slittare al 2027, se non oltre.
Trump però non vuole aspettare. Anche perché gli attuali aerei sono costosissimi da mantenere: si parla di 134 milioni di dollari all’anno, solo per la manutenzione. Trattandosi di modelli fuori produzione, ogni intervento richiede spese enormi e pezzi sempre più difficili da reperire.
Così, in attesa dei nuovi velivoli firmati Boeing, Trump ha chiesto ai suoi collaboratori di trovare un aereo temporaneo. Il team ha passato al setaccio il mercato mondiale dei 747 configurati come jet privati, facilmente trasformabili in un velivolo presidenziale.
Alla fine ne hanno individuati otto. Tra questi, anche il jet della famiglia reale del Qatar, in vendita da almeno il 2020, ma mai acquistato da nessuno a causa del prezzo elevato: circa 150 milioni di dollari, trattandosi di una versione extra-lusso.
Steven Witkoff, emissario di Trump in Medio Oriente e uomo con forti legami con Doha, ha organizzato un viaggio dell’aereo negli Stati Uniti. Il 15 febbraio scorso, il Boeing è atterrato a West Palm Beach. Trump lo ha ispezionato alle 10 del mattino e, secondo le fonti del Times, ne sarebbe rimasto folgorato. Durante il volo di ritorno verso Washington, a bordo del vecchio 747, avrebbe confidato ai suoi: «Affare fatto». Lo avevano conquistato gli interni in pelle e legno pregiato. Bastava una riverniciatura e qualche intervento tecnico, e avrebbe avuto il suo nuovo Air Force One entro l’anno.
Donazione o trattativa?
Da quel momento, i contatti tra Washington e Doha si sono intensificati. Dall’ipotesi iniziale di una vendita tra governi, si è passati alla narrazione della donazione. Secondo la Casa Bianca, sarebbero stati gli emiri del Qatar a proporla. Ma Doha smentisce: quel volo verso Palm Beach, sostengono, era solo il primo passo di una trattativa commerciale.
Al momento, la situazione è ancora incerta. Trump sostiene che l’aereo sia stato regalato. Ma una fonte del governo del Qatar afferma che nessuna decisione definitiva è stata presa e che esistono ostacoli legali alla donazione.
Nel frattempo, il jet qatariota è fermo dal 3 aprile a San Antonio, in Texas. E no, non basta una passata di vernice. Trasformarlo in Air Force One richiederebbe almeno 1 miliardo di dollari, e i lavori potrebbero concludersi non prima del 2028.
Un Air Force One è molto più di un aereo di lusso. Deve essere smontato e rimontato da cima a fondo per essere dotato di sofisticati sistemi di sicurezza. Gli attuali 747 presidenziali, ad esempio, hanno:
- sensori a infrarossi e ultravioletti per individuare e deviare missili;
- contromisure elettroniche come chaff e flare;
- fusoliera rinforzata per resistere ad attacchi elettromagnetici;
- comunicazioni criptate e protette da disturbatori radar;
- capacità di volo fino a 15 ore e possibilità di rifornimento in volo tramite il muso.
Insomma trasformare un jet vip in Air Force One non è né semplice né economico.
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