La stretta di mano: un gesto antico di fiducia e onore, oggi svuotato di valore nel mondo bancario, dove cinismo e contratti scritti prevalgono su accordi e promesse tradite.
Una breve e introduttiva lezione di semiotica sulla stretta di mano.
Sì, perché ancora oggi, dopo dieci anni di libri, denunce, casi di correntisti traditi e condanne, mi capita spesso di incontrare imprenditori increduli. Entrano nel mio studio di consulenza stupiti, sorpresi dall’inaspettato comportamento della banca e dei suoi rappresentanti. Anche io, a dire il vero, rimango meravigliato. A meno di non aver vissuto su Marte negli ultimi quindici anni, la quantità di informazioni, scandali e fallimenti bancari avrebbe dovuto sensibilizzare i cittadini, dando loro almeno un minimo di consapevolezza finanziaria.
Studiare un gesto come la stretta di mano è fondamentale per interpretarne il significato. Tradizionalmente, rappresenta un accordo tra gentiluomini. Non a caso, si sente spesso dire che «in passato bastava una stretta di mano». Purtroppo, per molti cittadini – e, per la mia esperienza, soprattutto per i piccoli imprenditori – questo gesto, che dovrebbe sostituire documenti e contratti, rimane ancora oggi terribilmente rilevante. Le origini della stretta di mano sono antichissime: pare fosse nata come modo per dimostrare di non portare armi, un gesto di pace nobile. Col tempo, è diventata un saluto comune, ma ha mantenuto quel sapore di lealtà e di accordo onorevole, al punto da ispirare il proverbio: «Basta una stretta di mano». [...]
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