La politica e i giovani: intervista a Federico Lobuono

Marta De Vivo

23/09/2022

24/09/2022 - 10:15

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Federico Lobuono ci racconta le sue impressioni sulla campagna elettorale e su quanto i giovani si sentano effettivamente rappresentati.

La politica e i giovani: intervista a Federico Lobuono

Abbiamo fatto una chiacchierata con Federico Lobuono su questa campagna elettorale, attivista politico e Presidente de «La Giovane Roma». Federico è nato nel 2000 a Lecce, oggi vive a Roma. Nel 2017 ha fondato il movimento “Pischelli in Cammino” e iniziato a collaborare con giornali, tv e radio. Alle porte delle Elezioni Amministrative del 2021, assieme a un gruppo di ragazzi e ragazze della Capitale, ha dato vita a “La Giovane Roma”, un’associazione nata con il sogno di rappresentare le necessità dei giovani romani e con la quale, per una prima fase, è stato il più giovane candidato Sindaco per Roma Capitale nella storia della Repubblica Italiana. Nel Luglio del 2021, ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Un Alieno a Roma”.

Qual è la tua impressione generale di questa campagna elettorale?
Questa è una campagna elettorale molto frenetica. Molto polarizzata, e penso tutto sommato questa sia una polarizzazione giusta, in quanto responsabilizza l’elettore e gli dice che il 25 Settembre dovrà scegliere tra due proposte politiche molto diverse: quella della coalizione di sinistra di Enrico Letta e quella della coalizione di destra di Giorgia Meloni. I partiti si trovano a dover fare tante cose in poco tempo. Gli elettori sanno bene su cosa saranno chiamati a scegliere. La coalizione di sinistra è molto forte, tuttavia penso che sia stato un errore quello di non aver portato avanti un’alleanza con il M5S, che avrebbe portato via tanti collegi uninominali nel sud Italia. Basti pensare alla Puglia in cui sono nato e cresciuto, dove il M5S otterrà consensi molto importanti, io credo che un dialogo con Conte debba essere ripreso subito dopo le elezioni. Dall’altra parte c’è una coalizione che è molto forte ma che al contempo è molto divisa.

Pensi che alla fine la Meloni farà la premier? Cosa vorrebbe dire questo per l’Italia?
Aspettiamo il 26 Settembre e sapremo chi sarà il prossimo premier. Ribadisco: sono divisi.

I giovani sono stati adeguatamente rappresentati in questa campagna elettorale?
Io mi batto per far sì che i giovani abbiano uno spazio, il che non significa avere delle quote giovanili, il fatto di essere giovane non ti deve impedire di ambire a fare una determinata cosa, non può essere un limite. I giovani devono essere coinvolti durante la legislatura, non in campagna elettorale. Noi abbiamo una fascia di ragazzi dai 18 ai 30 anni, che pur avendo già il diritto di voto, a votare non ci va. Non si sentono rappresentati. La cosa più importante resta una: ai tavoli decisionali ci devono essere anche i giovani.

Cinque milioni di fuorisede non potranno andare a votare, che effetto ti fa?
Il fatto che non si sia riusciti a far votare i fuorisede, è un fallimento di tutta la politica.

Un augurio per il prossimo governo?
Il mio augurio è che il prossimo parlamento faccia qualcosa per quei giovani che non possono comprare la prima casa perché non riescono a fare un mutuo, per i troppi precari e per i tanti giovani che abitano qui da anni e non hanno la cittadinanza.

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