La “fine” di Iveco. Tonfo azioni a Piazza Affari dopo cessioni a indiani e a Leonardo. Ira sindacati contro la famiglia Agnelli

Laura Naka Antonelli

31/07/2025

Iveco scivola sul Ftse Mib di Piazza Affari dopo il doppio annuncio della vendita agli indiani di Tata Motors e della cessione della divisione difesa a Leonardo.

La “fine” di Iveco. Tonfo azioni a Piazza Affari dopo cessioni a indiani e a Leonardo. Ira sindacati contro la famiglia Agnelli

Riflettori tutti puntati su Iveco, dopo la doppia grande notizia che è arrivata nella giornata di ieri: da un lato, il gruppo controllato dalla holding della famiglia Agnelli-Elkann, che detiene il 27% del suo capitale, ha annunciato che “ Tata Motors acquisirà Iveco Group creando un player globale nel settore dei veicoli commerciali ”.

L’operazione si concretizzerà con una OPA volontaria che sarà effettuata da TML CV Holdings PTE o da una società a responsabilità limitata da costituire secondo la legge olandese interamente posseduta, direttamente o indirettamente, da Tata Motors. Dall’altro lato, Iveco Group ha annunciato l’accordo per la vendita del Business Defence a Leonardo.

Azioni Iveco scivolano a Piazza Affari dopo doppia notizia Tata Motors-Leonardo

Piazza Affari non gradisce la doppia notizia, penalizzando le azioni di Iveco, che si confermano le peggiori del Ftse Mib di Piazza Affari, scivolando fino a oltre il 5%, a quota 18,025 euro.

Va detto tuttavia che Iveco aveva segnato forti rally nelle ultime sedute proprio sulla scia degli insistenti rumor che erano circolati sul mercato, relativi al doppio dossier: da un lato, le indiscrezioni sull’interesse di Tata Motors, dall’altro le speculazioni sulla possibile vendita del business della difesa a Leonardo.

Di seguito i punti salienti dei due annunci arrivati dal gruppo leader europeo nei veicoli commerciali e nella mobilità, che finirà dunque nelle mani da un lato di Tata Motors, per quanto riguarda i suoi asset commerciali, dall’altro lato, per quanto concerne quelli del settore della difesa, nelle mani di Leonardo.

L’OPA volontaria lanciata dagli indiani di Tata Motors, ha annunciato Iveco, presenta un prezzo che, unitamente al dividendo straordinario che sarà distribuito agli azionisti in relazione al trasferimento delle attività del Business Defence (stimato pari a EUR 5,5-6,0 per azione), incorpora un premio del 22-25% rispetto al prezzo medio ponderato per volume nei tre mesi precedenti il 17 luglio 2025, pari a EUR 16,02 (prima di qualsiasi speculazione su una possibile offerta).

Iveco ha reso noto, anche, che il prezzo dell’offerta incorpora un premio del 34%-41% rispetto al prezzo medio ponderato per volume nei tre mesi precedenti il 17 luglio 2025 pari a EUR 16,02 (prima di qualsiasi speculazione su una possibile offerta) al netto del dividendo straordinario stimato di EUR 5,5-6,0 per azione sopra menzionato.

Nell’annunciare l’accordo con Tata Motors, l’azienda ha precisato inoltre che il dividendo straordinario stimato di EUR 5,5-6,0 per azione rimane soggetto agli adjustments di chiusura connessi alla vendita del Business Defence, puntualizzanndo che il Consiglio di Amministrazione di Iveco sostiene l’offerta di Tata Motors raccomanda agli azionisti di aderirvi.

Dal canto suo Exor, principale azionista di Iveco Group, ha assunto l’impegno irrevocabile a sostenere l’OPA di Tata Motors e a portare dunque in adesione la propria partecipazione azionaria, pari a circa il 27,06% delle azioni ordinarie e al 43,11% dei diritti di voto complessivi di Iveco Group.

Il grande accordo siglato con Leonardo per la vendita del Business Defence (IDV e ASTRA)

Iveco ha annunciato di avere raggiunto ieri anche un accordo definitivo per la vendita del Business Defence (cioè i marchi IDV e ASTRA) a Leonardo, per un enterprise value di €1,7 miliardi: “L’operazione darà vita a un campione nazionale nel settore della difesa terrestre a livello europeo, con le dimensioni e le competenze necessarie per competere anche a livello globale”.

La notizia dell’acquisizione del Business Defence di Iveco è stata preannunciata nella serata di ieri, a seguito della pubblicazione dei conti, dalla stessa Leonardo, con il CEO Roberto Cingolani che si è così espresso:

“Stiamo finalizzando in queste ultime ore l’acquisizione di Iveco Defence”.

La notizia è stata poi ufficializzata, con Iveco che ha reso noto con un comunicato che, attraverso la cessione di Iveco Defense, i dipendenti di IDV e ASTRA avranno modo “di entrare in un’azienda significativamente più grande, che sarà meglio posizionata per investire e competere in un segmento di importanza strategica fondamentale”.

Il gruppo controllato dalla famiglia Agnelli ha fatto notare che, “combinando le soluzioni di mobilità e le piattaforme protette di IDV e ASTRA con i sistemi avanzati di Leonardo, la partnership offrirà una gamma completa di soluzioni per la difesa terrestre per l’Italia, l’Europa e a livello globale ”, aggiungendo che “si prevede che l’operazione sia completata entro il 31 marzo 2026, soggetta alle consuete approvazioni regolamentari e al completamento del carve-out”.

Ancora, è stata la precisazione dell’azienda, “a valle dell’efficacia della vendita, Iveco Group intende distribuire mediante dividendo straordinario ai propri soci i proventi netti dell’operazione, soggetti ad aggiustamenti di chiusura”.

Così il CEO Olof Persson ha commentato l’intesa con Leonardo:

Questo accordo proietta il Business Defence di Iveco Group nella sua giusta di dimensione di partner chiave, al fianco di Leonardo, nella creazione di un leader a livello mondiale nelle attività di difesa terrestre. Le nostre colleghe e i nostri colleghi del Business Defence – che hanno svolto un lavoro straordinario nello sviluppo di questo business, rispondendo alla crescente domanda sia di veicoli per la difesa terrestre, sia delle tecnologie che abbiamo sviluppato – entreranno in un gruppo con le dimensioni e le competenze integrate per competere a tutti i livelli e su tutte le piattaforme, con tutto il potenziale positivo in termini di innovazione e sviluppo continuo.”

Goldman Sachs Bank Europe SE, Succursale Italia ha agito in qualità di consulente finanziario e Freshfields come consulente legale per Iveco Group.

Iveco annuncia la trimestrale e taglia la guidance

Iveco oggi si è messa in evidenza anche con la pubblicazione dei conti relativi al secondo trimestre del 2025, che si sono rivelati contrastanti, con i ricavi che hanno superato le attese e un EPS, utile per azione, che si è confermato invece deludente.

I ricavi di Iveco si sono attestati di fatto a €3,8 miliardi, meglio dei €3,52 miliardi previsti, ma l’EPS è stato pari a €0,39, al di sotto degli €0.4472 previsti.

L’utile netto su base adjusted di Iveco è ammontato a 106 milioni di euro, in calo rispetto ai 182 milioni di euro nel secondo trimestre 2024, mentre la liquidità disponibile è stata pari a 4,713 miliardi, considerati gli 1,9 miliardi di euro di linee di credito disponibili.

Il CEO Persson ha commentato i risultati parlando di conti “sostanzialmente in linea con le nostre aspettative”, condizionati dal calo della domanda del settore nei segmenti Truck e Powertrain europei.

L’AD ha aggiunto che “ la debolezza del mercato è stata particolarmente evidente nei veicoli commerciali leggeri, dove il confronto anno su anno è stato influenzato negativamente dall’effetto pre-acquisto dello scorso anno”.

Iveco ha deciso così di tagliare la guidance, prevedendo ora per l’intero 2025 ricavi netti delle Attività Industriali in flessione tra -3% e -5% su base annua, rispetto al valore stabile precedentemente atteso, un EBIT adjusted compreso tra 880 e 980 milioni di euro, contro l’outlook precedente tra 980 e 1.030 milioni di euro).

Il commento degli analisti sull’accordo tra Iveco e Tata Motors

In evidenza intanto il commento degli analisti di Equita SIM sull’accordo che è stato siglato tra Iveco e Tata Motors.

La SIM fa notare che “ Tata si è impegnata a sostenere interessi di lungo di tutti gli stakeholder , inclusi dipendenti, fornitori e clienti accettando numerosi impegni non finanziari validi per i due anni successivi al settlement (tra cui supporto della strategia per garantire la crescita del business confermando i capex, e mantenendo i principali marchi, gli impianti e la forza lavoro, …).

Equita ha ricordato che il completamento dell’offerta previsto entro il primo semestre è condizionato alle seguenti condizioni:

  • Separazione del Business Defence di Iveco entro il 31 marzo 2026; nel caso non venisse completata la cessione, verrà separata mediante scissione.
  • Ottenimento delle necessarie autorizzazioni (antitrust, investimenti diretti esteri, regolamentari finanziarie) “che non riteniamo siano un problema”.

La SIM ha definito “ corretta la logica industriale del deal, in quanto i due asset sono complementari e la nuova entità raggiunge una diversificazione geografica e una massa comparabile con gli altri leader del settore ( 540k veicoli annui e ricavi di €22 miliardi) con la possibilità di sfruttare sinergie come la produzione di motori di Iveco ”.

Appello Fim-Cisl a governo Meloni: assicuri la presenza di Exor nel capitale di Iveco

Ma i sindacati intanto sono sul piede di guerra, guardando con preoccupazione al futuro della forza lavoro e industriale di Iveco, dopo l’accordo siglato con Tata Motors.

In evidenza i timori che sono stati manifestati dal sindacato Fim-Cisl, che ha chiesto al governo Meloni di intervenire per assicurare la presenza di Exor all’interno del capitale di Iveco.

Nello specifico il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano ha sottolineato che la cessione dell’azienda agli indiani di Tata “desta profonda preoccupazione in merito alla tenuta occupazionale degli stabilimenti italiani, alla continuità industriale e alla salvaguardia del patrimonio produttivo strategico del nostro Paese”, ricordando che “Iveco è una realtà multinazionale con oltre 35mila dipendenti, di cui 14.650 operano in Italia, presidiano le attività produttive, di ricerca e sviluppo e rappresentano una parte fondamentale del tessuto industriale nazionale. Il controllo da parte di Exor della famiglia Agnelli, oggi azionista di riferimento con sede legale nei Paesi Bassi, è garanzia di un ancoraggio italiano che rischia ora di venire meno”.

La cessione del comparto Difesa a Leonardo potrebbe, se ben gestita, rappresentare un’opportunità di crescita per gli stabilimenti coinvolti , che impiegano circa 1.650 lavoratori.
Tuttavia, senza adeguate garanzie, questa operazione può comportare anche effetti negativi: dalla possibile assegnazione delle attività non strettamente militari a Rheinmetall, alle ricadute sulla componentistica attualmente prodotta da altri siti italiani del Gruppo Iveco
”, ha continuato Uliano, concentrandosi poi sull’accordo siglato con Tata:

“Rispetto alla ventilata cessione dell’intero Iveco Group a Tata, la nostra posizione è netta: chiediamo al Governo italiano di intervenire per mantenere una presenza di Exor. È infatti noto, che pur detenendo solo il 27% delle azioni, in base alla normativa societaria olandese, tale quota consente un controllo effettivo superiore al 50% e dunque, un’eventuale vendita sarebbe una scelta deliberata, non obbligata. Abbiamo chiesto con forza che l’Esecutivo intervenga sull’attuale proprietà per esercitare un’azione di responsabilità politica e industriale, anche attraverso gli strumenti normativi a disposizione, al fine di tutelare un asset strategico per l’Italia. Per queste ragioni abbiamo ribadito la necessità di un confronto immediato e costante con il Ministro Urso, affinché venga avviato un tavolo strutturato in grado di garantire trasparenza, tutela occupazionale e prospettive industriali per il futuro del gruppo Iveco in Italia”.

Occhio anche le dichiarazioni di Michele De Palma, segretario generale della FIOM, al termine del Tavolo Iveco al Mimit.

La decisione di Exor, quindi della famiglia Elkan e Agnelli, di cedere gli asset di Iveco è una scelta per noi inaccettabile. Noi pensiamo che il brand Iveco debba rimanere italiano perché la forza di Iveco è nei lavoratori degli stabilimenti che fanno ricerca, sviluppo, produzione. Per questo abbiamo chiesto al governo di garantire una presenza anche pubblica dentro i nuovi assetti nell’eventuale cessione della parte Iveco a Tata”.

De Palma ha continuato affermando che “riteniamo assolutamente necessario che nelle prossime settimane e il governo ci ha risposto positivamente, ci sia un confronto sia con Tata, sia con Leonardo e sia con Iveco per poter garantire occupazione e impianti nel nostro Paese”, aggiungendo che ““ è ora di smetterla di vendere l’industria migliore del nostro Paese all’estero. Noi dobbiamo garantire gli impianti, il lavoro, ma anche l’italianità del gruppo”.

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