Negli ultimi anni il prezzo del gelato è cresciuto di quasi il 30%. Ecco quali sono le città italiane dove si paga di più.
Il gelato rappresenta da sempre un simbolo della tradizione gastronomica italiana. Sono molti i turisti che - appena atterrati nel Bel Paese - si affrettano ad assaporare coni e coppette dai mille gusti, spesso immortalando l’esperienza sui social per condividere un autentico momento “made in Italy”. Anche gli italiani, però, non rinunciano a questo piacere: il gelato viene consumato tutto l’anno, indipendentemente dalle temperature.
Questa tendenza si conferma ulteriormente osservando i dati più recenti del Centro di formazione e ricerca sui consumi (CRC). Nel 2025 si è registrato un aumento del 4% rispetto al consumo del 2024. Tuttavia, in parallelo, si è anche verificato un grosso rincaro dei prezzi. Negli ultimi anni, infatti, il costo del gelato al dettaglio è cresciuto di quasi il 30%. Oggi, una vaschetta di gelato costa in media 5,87 euro al chilo, contro i 4,54 euro del 2021.
Secondo l’analisi del CRC, l’imponente aumento dei prezzi di gelato in Italia sarebbe riconducibile alla crisi delle materie prime - in particolar modo il cacao. Questo business rimane comunque uno dei più redditizi nel settore enogastronomico italiano: il commercio di gelati confezionati ha raggiunto la quota di 1,9 miliardi di euro, con consumi pro-capite per circa 2 kg e 3,7 miliardi di porzioni vendute, a cui si aggiungono 3 miliardi di euro di consumi per quello artigianale. Ma quali sono le città dove costa di più?
La classifica delle città italiane dove il gelato costa di più
Ad oggi, è Firenze la città dove il gelato costa di più (8,05 euro al Kg). La seguono Forlì (7,68 euro), Bolzano (7,19 euro), Ravenna (7,18 euro) e Biella (7,14 euro). Dall’altro lato, i prezzi più convenienti si trovano a Macerata (4,55 euro), Treviso (4,56 euro) e Cuneo (4,64 euro).
Sul fronte dei rincari, gli aumenti più importanti sono stati registrati a Padova, con un rialzo pari al +54,3% sul 2021, Modena (+50,4%) e Livorno (+43,5%). Più positivi sono i dati di Ancona dove il prezzo è salito solo del 6,4% e Cremona (+9,3%). Sono solo sei le province italiane che hanno registrato incrementi dei listini inferiori al +20%.
L’aumento dei prezzi del cibo in estate
Secondo un rapporto congiunto di Facile.it e Consumerismo No Profit, i prezzi del cibo crescono notevolmente per tutta la durata della stagione estiva. Questa tendenza è dovuta principalmente alla sofferenza per il caldo. Avvertendo la necessità di rinfrescarsi, le persone sono più propense a comprare cibo e bevande fredde che, solitamente, non verrebbero acquistate con una tale frequenza durante l’inverno. Secondo i dati ISTAT, a partire da giugno i prezzi di cibi e bevande analcoliche salgono del +3,5% rispetto al resto dell’anno.
Tra i prodotti più soggetti a rincari esorbitanti c’è il burro, aumentato del +19,7% sul 2024, il caffè (24,8%), il cioccolato (12,9%), il cacao (21,3%). Ma non finisce qui. In estate, sale anche il prezzo di formaggi e latticini (+6,3%), uova (+7,2%), frutta fresca (+7,2%) - il record è degli agrumi (15,8%) e delle pesche nettarine (+13,5%) - e i pomodori (+7,4%).
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