La cedola di questo callable bond è del 5% fisso sia il terzo più il quarto anno

Stefano Vozza

30 Maggio 2025 - 07:33

I tassi di interesse di questa obbligazione partono variabili il primo biennio e poi diventano fissi e decrescenti fino alla fine e/o data di call

La cedola di questo callable bond è del 5% fisso sia il terzo più il quarto anno

Per molti risparmiatori questi sono i giorni del BTP Italia 2032, la XX edizione del titolo di Stato agganciato al tasso di inflazione nazionale. Tuttavia, il mercato pullula costantemente di occasioni di investimento dato il fitto calendario di emissioni che riserva ogni mese.

Pensiamo alla dual tranche firmata BNP Paribas, il Gruppo francese operante su più fronti finanziari e tra le banche più solide al mondo. La doppia emissione ha tratti in comune, tranne due aspetti. Vale a dire la valuta di denominazione del prestito obbligazionario, euro e $ USA, e i tassi nominali annui.

Vediamo il bond espresso nella valuta comunitaria, l’euro, illustrandone pro e contro. Anticipiamo solo che la cedola di questo callable bond è del 5% fisso sia il terzo più il quarto anno.

L’obbligazione a tasso variabile e fisso step-down callable

La dicitura completa del bond, “Obbligazione Tasso Variabile e Fisso Step Down Callable in EURO a 12 anni”, necessita almeno qualche chiarimento.

Il codice identificativo ISIN è XS2768943743 e il titolo, denominato in euro e quindi privo del rischio di cambio, è negoziato e tradato sul segmento EuroTLX di Borsa Italiana. Il taglio minimo di sottoscrizione è di 1.000 € una soglia retail pensata e rivolta al piccolo investitore individuale. La data emissione è venerdì 23/05/2025, mentre la durata massima è fissata tra 12 anni, in data 25/05/2037.

Tuttavia, l’emittente si è riservata la facoltà di esercizio della call, che non può aversi a discrezione del creditore così come avviene nel BTP Più dopo i primi 4 anni. Nello specifico, a partire dal primo anno banca BNP Paribas potrà decidere di ritirare le obbligazioni dal mercato e rimborsarle al 100% del valore iniziale (100). In tal caso sarà cura dell’emittente darne preventiva comunicazione al mercato con un congruo anticipo come spiegato nel Foglio Informativo del bond.

La struttura dei rendimenti del bond emesso da banca BNP Paribas

Veniamo al payout, la cui struttura dei rendimenti è certamente originale rispetto ai modelli standard proposti dagli emittenti. Per esso la banca francese ha previsto:

  • cedole annue variabili per il 1° e 2° anno pari all’Euribor a 3 mesi più uno spread fisso dello 0,95%. Tuttavia, le cedole sono racchiuse in un range al di sotto (floor) e al di sopra (cap) del quale non possono andare e pari, rispettivamente, allo 0,00% e al 3,25%;
  • cedole annue fisse step-down (decrescenti) dal 3° al 12° anno, con un tasso nominale annuo differente per ciascun biennio. Ossia il 5,00% lordo (3,70% netto) il 3° e il 4° anno, il 4,50% (3,33%) p.a. nel biennio successivo, il 4% lordo (2,96%) il 7° e 8° anno, infine il 3,50% (2,59%) e il 3,00% (2,22%), sempre p.a., nei 2 bienni successivi.

Immaginiamo ora che la banca non eserciti il richiamo del prestito fino a maggio 2037 e che quindi lo tenesse in vita fino a naturale scadenza. In tal caso il payout complessivo dei 10 anni a tasso fisso (dal 3° al 12°) sarebbe del 40%, il 29,6% al netto del 26% di ritenuta fiscale sugli interessi. In pratica sarebbe come ricevere un 4,00% medio annuo ponderato per 10 anni. L’incasso complessivo del primo biennio è invece variabile, con un ritorno complessivo massimo possibile del 7,50%.

La cedola di questo callable bond è del 5% fisso sia il terzo più il quarto anno

A dispetto di molte altre strutture “complesse” tra i corporate bond, qui la parte più ghiotta del titolo sta nella sua vita centrale. Il payout del primo biennio è plausibile si collocherà nella parte alta della forchetta variabile inizialmente prevista, anche grazie allo spread dello 0,95%. Nella parte finale, invece, i tassi scendono in ossequio alla natura step-down.
Nel complesso la componente “fissa” dei rendimenti è preponderante sul ritorno complessivo, sicché è possibile calcolare a priori (con buoni margini di attendibilità) il potenziale guadagno.

Quanto al rischio emittente, il rating della banca francese è robusto e pari ad AA- per Fitch, A+ per S&P’s e A1 per Moody’s. Invece l’eventuale call del prestito potrebbe esporre l’investitore al rischio di reinvestimento in contesti di generalizzata discesa dei rendimenti. Oltretutto sarebbe questa la circostanza per cui farebbe scattare la convenienza a BNP Paribas di sostituire il bond.

Infine attenzione al rischio di liquidità dato l’ammontare emesso del prestito, e a quello di mercato date le normali fluttuazioni dei prezzi sul mercato secondario.

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