Aumentano le speculazioni su un taglio dei tassi Bce prima del previsto: le indicazioni del mercato e perché Lagarde potrebbe stupire tutti in primavera.
La questione del taglio dei tassi Bce, in attesa di indicazioni sul tema anche dalla Fed, continua a dominare la scena dei mercati. Perché crescono le speculazioni secondo cui la Banca centrale europea diminuirà il costo del denaro prima di quanto ci si aspetti?
Il quesito è guidato da indicazioni di mercato: le obbligazioni hanno guadagnato, con i rendimenti tedeschi a cinque anni che sono scesi di nove punti base, il doppio del calo dei titoli del Tesoro statunitensi. L’euro intanto è rimasto indietro rispetto alla maggior parte delle principali valute, poiché gli investitori hanno scontato prospettive decisamente più accomodanti.
Questa percezione di un taglio dei tassi più imminente di quanto si possa pensare si è intensificata dopo la decisione della Bce della scorsa settimana. La pur cauta e sommessa affermazione della presidente Christine Lagarde secondo cui i policy maker potrebbero iniziare ad abbassare i tassi di interesse a partire dalla metà del 2024 è stata interpretata dai mercati come un segnale che la svolta è vicina.
Il taglio dei tassi Bce sta per arrivare? Cosa indicano i mercati
In questo lunedì di fine gennaio, i titoli di Stato europei hanno registrato un balzo in avanti e l’euro ha esteso la sua più grande perdita mensile da settembre, alimentando i segnali di una politica monetaria accomodante in arrivo.
Il funzionario della Bce Francois Villeroy de Galhau ha segnalato durante il fine settimana che i policy maker potrebbero abbassare i costi di finanziamento in qualsiasi momento quest’anno e che tutte le opzioni sono aperte nelle prossime riunioni. Il mercato ha risposto rafforzando le scommesse su un calo di un quarto di punto già ad aprile, che ora è pienamente prezzato. Poco prima della riunione di politica monetaria della scorsa settimana, le probabilità che ciò accadesse erano del 60%.
Il mercato obbligazionario “vuole riprendersi”, ha affermato Mohit Kumar, capo economista per l’Europa presso Jefferies International. “In pratica si pensa che la Bce taglierà comunque entro giugno, ma il rischio è che i dati siano deboli e quindi la Bce sia costretta a tagliare in anticipo”.
La debolezza alla quale si fa riferimento è quella della crescita dell’Eurozona, che dovrebbe proseguire per tutto il 2024, quando la ripresa è vista ancora lenta. Inoltre, ci sono i dati sui prezzi da monitorare. L’inflazione è in calo, anche la minaccia di un’impennata, anche temporanea, è reale a causa delle tensioni geopolitiche e degli accordi sindacali sui salari.
“Crediamo che tutto sia pronto per un taglio da parte della Bce ad aprile”, hanno scritto in una nota gli strateghi di BNP Paribas SA, tra cui Sam Lynton-Brown. Dal punto di vista del mercato, i rischi sono orientati verso un taglio anticipato a marzo o un movimento iniziale più ampio di 50 punti base, hanno aggiunto.
Lunedì altri portavoce della Bce hanno espresso però messaggi cauti. Peter Kazimir ha osservato che i dati in arrivo e la proiezione economica a marzo guideranno le loro decisioni, mentre Klaas Knot ha affermato che i politici devono avere certezza sui salari per poter abbassare i tassi.
Tuttavia, anche i mercati sembrano più possibilisti. I trader hanno previsto tagli Bce per circa 148 punti base quest’anno, rispetto ai circa 130 punti base precedenti la decisione. Lagarde può quindi ancora sorprendere in primavera. C’è già attesa da parte degli investitori.
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