L’UE fissa un’età minima per utilizzare i social network. Cosa cambia per i giovani?

Laura Pellegrini

2 Dicembre 2025 - 11:00

Il Parlamento UE ha approvato una risoluzione per chiedere di vietare l’utilizzo dei social network, dei chatbot AI e dei video sharing ai minori di 16 anni.

L’UE fissa un’età minima per utilizzare i social network. Cosa cambia per i giovani?

Per proteggere i giovani e gli adolescenti dai rischi dei social network e del web in generale, il Parlamento UE ha approvato una risoluzione - con 483 favorevoli, 92 contrari e 86 astenuti - per chiedere di introdurre un’età minima per l’utilizzo delle piattaforme digitali, dei chatbot AI e dei video sharing. Sebbene la risoluzione non sia vincolante per i Paesi membri, l’obiettivo è ben chiaro: si vuole innalzare a 16 anni l’età minima per utilizzare i social network e non solo.

La novità arriva a pochi giorni di distanza dallo studio dell’Unione Europea sui rischi e le conseguenze di un massivo utilizzo del web e dei social per bambini, ragazzi e adolescenti: queste piattaforme, infatti, espongono i giovani a gravi rischi per la propria salute mentale, la vita scolastica e il benessere in generale.

Oltre a fissare un’età minima per l’utilizzo dei social network, il Parlamento UE ha fissato anche delle regole per chi ha meno di 16 anni.

Social network vietati ai minori di 16 anni: cosa cambia

Il dibattito sui rischi legati al massivo utilizzo dei social network anima da anni l’opinione pubblica: secondo i risultati di un sondaggio condotto da Money.it, vietare i social ai minori di 16 anni è giusto per la maggior parte dei rispondenti. La nuova risoluzione approvata dal Parlamento UE va proprio in questa direzione e si pone l’obiettivo di innalzare l’età minima per l’accesso a piattaforme, chatbot che utilizzano l’AI e video sharing per tutelare i minori e ridurre i rischi connessi al digitale.

Per i ragazzi dai 13 ai 16 anni, comunque, l’accesso sarebbe consentito solo previa autorizzazione dei genitori. A tal fine, l’Unione Europea sta sviluppando un nuovo sistema per la verifica dell’età anagrafica: il portafoglio di identità digitale europea (eID).

Ma la risoluzione non si limita a fissare delle età minime. L’UE ha redatto alcune regole restrittive per l’utilizzo dei social e delle piattaforme con l’obiettivo di ridurre l’esposizione dei ragazzi a contenuti manipolativi, prevenire forme di dipendenza, migliorare la salute mentale e proteggere la capacità di concentrazione.

Le nuove regole per chi ha meno di 16 anni

Tra le misure e le richieste avanzate dal Parlamento UE ci sono:

  • la disattivazione dell’autoplay, cioè quel meccanismo di riproduzione automatica di video e contenuti che favorisce la dipendenza e lo scrolling infinito;
  • l’imposizione di un freno alle tecnologie persuasive, come la pubblicità mirata o le sponsorizzazioni degli influencer;
  • il divieto di pay-to-progress, ovvero quel meccanismo che permette ai giovani di progredire nei videogiochi pagando un corrispettivo in denaro;
  • la protezione dei ragazzi dallo sfruttamento commerciale, con il divieto di offrire incentivi economici ai cosiddetti «bambini influencer».

Il Parlamento europeo ha chiesto anche un intervento immediato e urgente sull’AI generativa, vietando tecnologie pericolose come i deepfake, i chatbot che imitano relazioni umane e le applicazioni che possono creare immagini manipolate senza consenso.

In parallelo, presso il Consiglio europeo si è parlato del regolamento UE sul chat control per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori (Csam). I 27 Paesi membri dell’Unione hanno dato il via libera al testo, mentre l’Italia ha deciso di astenersi.

Adolescenti e giovani sempre più connessi: i dati UE

La fissazione di un limite di età da parte dell’Unione Europea è un segnale molto importante per sottolineare rischi connessi all’utilizzo dei social network e delle piattaforme digitali particolarmente popolari tra i giovani e per proteggere i più piccoli da eventuali abusi o violenze connesse. Il limite dei 16 anni di età è stato fissato in base a una serie di ricerche condotte da un team di esperti che ha analizzato 19 studi empirici, evidenziando come le problematiche maggiori riguardino proprio i bambini e ragazzi più giovani, soprattutto di genere maschile.

In generale, i numeri dicono che quasi il 97% dei giovani naviga online tutti i giorni, e il 78% dei ragazzi tra i 13 e i 17 anni controlla i propri smartphone o dispositivi elettronici almeno ogni ora. Un minore su quattro, ovvero il 25%, mostra già segni di uso problematico dello smartphone.

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