I bond giapponesi toccano i massimi dal 2008 e sfidano i BTP italiani. Ecco le conseguenze per chi investe in titoli di Stato e cosa potrebbe cambiare nei portafogli.
Il mercato obbligazionario giapponese sta lanciando un messaggio chiaro e potente: l’epoca dei tassi zero è ufficialmente finita e le conseguenze sono globali. Il rendimento del decennale nipponico ha sfiorato l’1,6%, toccando i livelli più alti dal 2008. Ancora più sorprendente il movimento del titolo trentennale, volato oltre il 3,2%, massimo storico assoluto per i JGB (Japan Government Bonds). Per un Paese che per anni ha rappresentato la “capitale mondiale” della liquidità a costo zero, si tratta di una svolta epocale.
Ma perché dovrebbero interessarsene anche gli investitori italiani? Perché il rialzo dei bond giapponesi rimescola le carte in tavola anche per chi compra BTP. I rendimenti si stanno riallineando in tutto il mondo, l’arbitraggio internazionale si riduce e le scelte di portafoglio diventano più complesse. In più, con un Giappone che offre ora rendimenti simili a quelli italiani ma con rischi percepiti inferiori, il confronto diventa inevitabile.
In un contesto in cui anche la Banca centrale giapponese ha smesso di fare da “àncora globale” ai tassi bassi, l’equilibrio dei mercati obbligazionari entra in una nuova fase. E chi investe in BTP farebbe bene a prenderne nota. [...]
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