Iva ridotta al 5%, il piano di Meloni: dai pannolini alla carne, su quali prodotti verrà applicato lo sconto

Stefano Rizzuti

26 Ottobre 2022 - 16:40

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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato l’intenzione di ridurre l’Iva al 5% su alcuni prodotti: ecco quali potrebbero essere, dai pannolini ai biberon, dalla carne al pesce.

Iva ridotta al 5%, il piano di Meloni: dai pannolini alla carne, su quali prodotti verrà applicato lo sconto

Allargamento dei prodotti che beneficiano dell’Iva agevolata al 5%: è questo il progetto del governo Meloni. La presidente del Consiglio l’ha annunciato in Aula alla Camera, in occasione del discorso programmatico prima del voto di fiducia. Il nuovo esecutivo vuole proporre una serie di misure contro l’inflazione e tra queste rientra anche il taglio dell’Iva.

Si tratta di un intervento che dovrebbe andare di pari passo alla riduzione delle imposte sui premi di produttività e all’innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit. Possibile, inoltre, che allo stesso modo si deciderà di prorogare o addirittura allargare il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori con redditi inferiori ai 35mila euro.

La riduzione dell’Iva per alcuni prodotti considerati dei beni primari potrebbe entrare in manovra. Ricordiamo che attualmente l’aliquota principale in Italia è al 22%, poi esistono quelle ridotte al 10%, al 5% e al 4%. Al momento l’Iva al 5% si applica a prodotti alimentari come l’origano, il rosmarino e i tartufi.

Ma, soprattutto, a prodotti relativi alle professioni sanitarie (in epoca Covid anche le mascherine) e da qualche mese anche per il gas, come misura contro il caro energia. Su quali prodotti vuole invece intervenire il governo Meloni? Proviamo a vedere quali sono le ipotesi e quali beni potrebbero costare meno dal 2023.

Iva agevolata al 5%, su quali prodotti

Per capire quali sono i prodotti su cui il governo potrebbe applicare l’Iva agevolata ci si può aiutare con il programma di Fratelli d’Italia, nel quale si parla di ampliamento della lista di beni su cui si pagherebbe meno. Allo stesso tempo, qualche indizio è stato dato dal responsabile economico di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, durante la campagna elettorale.

L’Iva ridotta al 5% potrebbe essere applicata su quello che viene definito il carrello della spesa e sui prodotti per l’infanzia. Per quanto riguarda questi ultimi se ne parla soprattutto nella parte del programma di Fratelli d’Italia relativa alle misure sulla famiglia.

Prodotti per l’infanzia, verso Iva ridotta?

Nel programma del partito che è risultato primo alle elezioni e che esprime la presidente del Consiglio si fa riferimento a una serie di prodotti per l’infanzia e la famiglia su cui si vorrebbe applicare l’Iva al 5%. Tra questi ci sono i pannolini, i biberon e il latte artificiale, tutti prodotti legati all’infanzia. Discorso a parte per la tampon tax: con la legge di Bilancio 2022 la tassa su assorbenti e tamponi per l’igiene femminile è stata abbassata dal 22% al 10% e si potrebbe quindi ragionare su un ulteriore calo al 5%.

Su quali beni alimentari potrebbe arrivare lo sconto

Per quanto riguarda i beni alimentari, invece, possiamo far riferimento all’intervista rilasciata da Leo a Money.it a pochi giorni dal voto. Il responsabile economico di Fdi faceva riferimento alla possibilità di ridurre l’Iva su prodotti come pesce, carne e bottiglie di acqua, con l’idea di abbassare l’aliquota al 5% “su tutti i beni essenziali”.

Quanto costa ridurre l’Iva al 5%

Secondo i primi calcoli, un taglio dell’Iva per alcuni prodotti potrebbe avere un impatto ridotto sulle casse dello Stato. La Repubblica prova a fare un calcolo facendo riferimento a un disegno di legge presentato nel 2018 nel quale si proponeva l’Iva agevolata al 5% per pannolini, biberon, latte in polvere, omogenizzati, pannoloni per adulti e assorbenti femminili.

In quel caso si ipotizzava una spesa pari a circa 100 milioni di euro. Aggiungendo a questo conto anche quello relativo ad alcuni beni alimentari - per esempio, come abbiamo visto, carne e pesce - la somma potrebbe nettamente aumentare, considerando che si tratta di beni di largo consumo. In ogni caso si tratterebbe di un intervento non troppo dispendioso all’interno della manovra, soprattutto nel caso in cui l’estensione valga per un elenco limitato di prodotti.

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