L’Italia non si è ancora ripresa davvero dalla crisi del 2007-2008: ecco perché

Giacomo Andreoli

18 Aprile 2023 - 16:20

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Secondo Confcommercio nemmeno a fine 2024 il Pil italiano tornerà ai livelli visti del 2007, prima della grande crisi economica internazionale scatenata dalla bolla dei mutui subprime.

L’Italia non si è ancora ripresa davvero dalla crisi del 2007-2008: ecco perché

Il Pil italiano non tornerà ai livelli del 2007, prima della grande crisi economica del nuovo secolo, nemmeno il prossimo anno. A fare questa previsione negativa è Confcommercio, che segnala tutte le difficoltà del sistema industriale e commerciale del nostro Paese.

Insomma, il livelli aggregati di prodotto interno lordo e consumo dei residenti, a prezzi costanti, non saranno pari a quelli di 16 anni fa. Il nostro Paese, quindi, sembra non essere mai uscito davvero non dalla crisi del Covid o dall’inflazione, ma ancora da quella del 2007-2008 che ebbe conseguenze molto pesanti sui debiti pubblici e portò alla caduta del governo Berlusconi nel 2011 in una situazione economica drammatica.

Inflazione e Pil, cosa prevede Confcommercio nel 2023 e 2024

Secondo l’ufficio studi di Confcommercio ci sarà una crescita del Pil del 0,9% nel 2023, marginalmente al di sotto dell’1% indicato dal governo nel Def, e dell’1,2% nel 2024, a fronte dell’1,5% atteso dall’esecutivo. Nel 2024 mancherebbero ancora 145 euro di PIL a testa e 480 euro di consumi, con il rischio di un ritorno alla crescita “asfittica del periodo 2014-2019.

Per quanto riguarda l’inflazione, invece Confcommercio la vede quest’anno in riduzione, ma sempre più alta della dinamica del reddito disponibile monetario. Secondo Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi, “ciò dovrebbe comportare comunque un ritorno a tassi di crescita dei consumi piuttosto moderati, dopo la battuta d’arresto significativa dell’ultimo quarto dello scorso anno: e proprio consumi più deboli determinano uno scarto rispetto alle previsioni del Def per il 2024, a nostro avviso lievemente ottimistiche”.

Infine secondo lo studio i consumi del 2022 sono ancora inferiori di 20 miliardi rispetto al 2019 e, di questi, 13 miliardi sono stati persi in particolare da bar, alberghi e ristoranti.

Il rischio di una crescita dello ’zero virgola’

Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, quindi, “dobbiamo lavorare per costruire una nuova e più forte fase di sviluppo, per evitare di ripiombare nell’incubo degli ’zero virgola’. Gli ultimi due anni ci hanno insegnato che abbiamo le energie per farlo”.

Il numero uno dell’associazione considera il Def varato dal governo Meloni come una fotografia “del 2023 quale spartiacque tra la brillante fase di reazione post-pandemica e il 2024 come momento di nuovo impulso alla crescita, basato sulla realizzazione del Pnrr, dentro il rinnovato quadro di regole europee”.

Come rilanciare la crescita in Italia

La ricetta di Confcommercio per evitare uno scenario da incubo per il 2024 e gli anni avvenire è fare le riforme previste dal Pnrr, associate a quella delle politiche per il lavoro e quella fiscale.

La legge delega di riforma del fisco, recentemente approvata dal governo, per Sangalli va nella giusta direzione. Quanto al Pnrr, inflazione, prezzi ed emergenze energetiche rendono per il presidente “necessario l’adeguamento strutturale del Piano”.

La sua necessaria rivisitazione - conclude - è anche l’occasione per mettere in campo interventi per rilanciare il settore del turismo e, in generale, il terziario di mercato. Occorre fare di tutto per ridurre i ritardi politici, amministrativi ed operativi e realizzare gli interventi strategici e capaci di produrre effetti positivi durevoli, in particolare nel Mezzogiorno, per costruire una crescita più robusta e duratura”.

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