Italia contro Zuckerberg. Antitrust mette nel mirino l’AI di WhatsApp

Redazione Tecnologia

31 Luglio 2025 - 10:25

L’Antitrust avvia un’indagine sull’AI di WhatsApp, con l’accusa di concorrenza sleale da parte del gigante del web di Zuckerberg.

Italia contro Zuckerberg. Antitrust mette nel mirino l’AI di WhatsApp

L’Antitrust contro Meta: il colosso della tecnologia è sotto inchiesta in Italia per presunte violazioni delle norme UE sulla concorrenza.

Nel dettaglio, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha annunciato di aver avviato un’indagine sul gigante tech di Zuckerberg poiché l’azienda potrebbe aver abusato della sua posizione dominante installando lo strumento di intelligenza artificiale sul servizio di messaggistica WhatsApp.

L’organismo di controllo ha affermato che va indagato il comportamento di Meta e il presunto mancato rispetto delle norme sulla concorrenza comunitarie. Con l’integrazione di Meta AI in WhatsApp senza il consenso dell’utente si potrebbe palesare un illecito a danno dei concorrenti.

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha accusato Meta di aver violato le leggi sulla concorrenza dell’Unione Europea poiché ha automaticamente integrato il chatbot basato sull’intelligenza artificiale nella sua app di messaggistica WhatsApp. Di fatto, questa mossa potrebbe essere classificata come abuso di “posizione dominante” sul mercato per promuovere i propri servizi di intelligenza artificiale.

“A partire da marzo 2025, Meta, che detiene una posizione dominante nel mercato dei servizi di comunicazione basati su app, ha deciso di preinstallare il proprio servizio di intelligenza artificiale sull’app WhatsApp”, ha scritto l’AGCM in una nota.

“Così facendo, Meta potrebbe ’imporre’ ai propri utenti l’uso dei suoi servizi di chatbot e di assistenza tramite intelligenza artificiale”, ha proseguito l’Antitrust.

In sostanza, il collegamento di Meta AI a WhatsApp si tradurrebbe in un automatico indirizzo degli utenti verso il mercato dell’intelligenza artificiale senza una concorrenza leale, ma forzando l’unione dei due servizi, violando la legislazione dell’UE.

Le aziende che violano le norme comunitarie sulla concorrenza abusando di una posizione dominante possono essere multate fino al 10% del loro fatturato mondiale.

L’autorità ha affermato che i suoi funzionari hanno svolto indagini presso gli uffici della filiale italiana di Meta con l’assistenza dell’unità speciale antitrust della polizia tributaria italiana.

UE mette in guardia i giganti del web e l’AI

Le preoccupazioni sui modelli di intelligenza artificiale di Meta non riguardano solo l’Italia: l’autorità irlandese per la protezione dei dati sta esaminando attentamente l’uso dei dati degli utenti.

Lo strumento di intelligenza artificiale del gigante della tecnologia aveva suscitato preoccupazioni a Bruxelles. I suoi modelli AI erano stati lanciati in Europa all’inizio di quest’anno, dopo un ritardo dovuto a
“incertezza normativa”.

Nel frattempo, la Commissione europea, l’organo esecutivo dell’UE, ha avviato a marzo un’indagine per verificare se lo strumento di intelligenza artificiale di Meta rientri nell’ambito di applicazione del Digital Services Act (DSA).

Meta possiede diverse importanti piattaforme di social media e messaggistica, tra cui Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger. Meta AI, che fornisce risposte in stile chatbot e funzioni di assistente virtuale, fa parte dell’interfaccia di WhatsApp da marzo 2025 ed è stata inclusa nella barra di ricerca dell’app. Ora è nel mirino dell’Antitrust.

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