Oggi parlerà Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah: se il partito di Dio libanese attaccherà Israele allora il conflitto in Terra Santa potrebbe diventare una guerra mondiale.
Quando si parla di terza guerra mondiale spesso vengono citate diverse potenziali “micce” capaci di innescare un conflitto di tali proporzioni. Da quando Hamas ha attaccato Israele, l’invasione via terra della striscia di Gaza da parte delle truppe israeliane viene descritta come una probabile nuova pistola di Sarajevo.
La speranza è che sia una pagina di storia che non venga mai scritta ma quella di oggi, purtroppo, potrebbe diventare la data dello scoppio della terza guerra mondiale: 3 novembre 2023, un giorno candidato a diventare tristemente un pezzo di storia.
Mentre Israele ha annunciato di aver circondato Gaza City e di essere pronto a sferrare l’attacco decisivo al fortino di Hamas, tutti gli occhi sono puntati anche su cosa succederà un po’ più a Nord in Libano.
Ma cosa succederà oggi in Libano e perché ci sarebbe il concreto rischio dello scoppio di una guerra mondiale? A breve parlerà Hassan Nasrallah, leader indiscusso di Hezbollah che dallo scorso 7 ottobre non ha cessato di “punzecchiare” militarmente Israele.
Se Hezbollah dovesse annunciare una guerra totale nei confronti del nemico di sempre, a quel punto il conflitto in corso tra Israele e Hamas potrebbe estendersi non solo al Libano, ma anche al resto del Medio Oriente e del mondo intero.
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Hassan Nasrallah si trova di fronte al più classico dei bivi: continuare a impensierire Israele con qualche razzo oppure mettere in campo tutta la forza militare di Hezbollah e aprire un altro fronte di questa guerra.
Se Nasrallah dovesse optare per la seconda opzione, allora il rischio di una guerra mondiale diventerebbe altissimo visto che gli Stati Uniti, dopo aver ammassato nel Mediterraneo orientale un numero record di navi e aerei, sono da giorni pronti ad aiutare in ogni modo Israele.
Hezbollah avrebbe a disposizione circa 100.000 missili con una gittata e una precisione ben maggiore rispetto a quelli in dotazione ad Hamas: ecco perché un loro coinvolgimento è così temuto in Occidente, visto che Israele sarebbe a corto dei missili necessari per far funzionare al meglio il celebre scudo antimissilistico Iron Dome.
Sullo sfondo poi ci sono sempre i ribelli Huthi dello Yemen, le milizie operanti in Siria e soprattutto l’Iran, autentico convitato di pietra di questo conflitto che viene marcato stretto dagli Stati Uniti. Dietro Teheran però ci sono la Cina e la Russia, quest’ultima impegnata in una guerra contro l’Ucraina che da oltre 600 giorni tiene la Nato in un livello di allerta massima.
Se invece Hassan Nasrallah dovesse decidere di mantenere una posizione non drastica, allora il leader del partito di Dio con ogni probabilità andrà a evitare per il Libano una guerra potenzialmente devastante considerando anche la grave crisi economica che da tempo attanaglia Beirut.
Soprattutto Hezbollah andrebbe a evitare che lo spettro di una terza guerra mondiale si materializzasse sopra i cieli della Terra Santa: non resta di conseguenza che aspettare il discorso Nasrallah per capire se quella di oggi diventerà veramente una data che drammaticamente entrerà di diritto nei libri di storia.
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