«Investire in startup vuol dire investire sul futuro del Paese», Itinerari Previdenziali: il commento di Italian Tech Alliance

Redazione

30 Novembre 2022 - 12:43

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Il commento di Italian Tech Alliance all’incontro di questa mattina organizzato da Itinerari Previdenziali: I patrimoni previdenziali come asset per il Paese.

«Investire in startup vuol dire investire sul futuro del Paese», Itinerari Previdenziali: il commento di Italian Tech Alliance

Questa mattina si è tenuto a Roma, presso la sede della Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza Geometri Liberi Professionisti, il convengo organizzato da Itinerari Previdenziali: “I patrimoni previdenziali come asset per il Paese”.

«Negli investimenti in imprese innovative è auspicabile e necessario un coinvolgimento maggiore dei grandi investitori istituzionali, come le casse previdenziali e i fondi assicurativi, e proprio in momenti di forte incertezza economica come quello attuale sarebbe preferibile e opportuno diversificare il portafoglio ponendo maggiore attenzione nei confronti di quelle realtà che hanno ampiamente dimostrato di contribuire alla crescita economica e sociale del Paese e alla creazione di posti di lavoro», ha spiegato Francesco Cerruti direttore generale di Italian Tech Alliance.

È sempre più chiaro che un investimento in startup è un investimento sul futuro del Paese. In Italia il settore è in forte crescita grazie all’emersione di nuove tecnologie, eccellenze accademiche e imprenditoriali e all’aumento dell’attrattività verso l’estero. Alcuni dati aiutano a fotografare la situazione: se nel 2021 in Italia ci sono stati 267 round d’investimento per un totale di 1,3 milioni di euro, nel 2022 solo nei primi nove mesi sono stati raccolti 1,6 milioni in 197 round. Aggiungiamo che nonostante la significativa crescita percentuale attesa rispetto al 2021, l’Italia è all’11° posto per ammontare investito tra i Paesi Europei e al 24° per ammontare investito pro capite”.

«Questa situazione» - prosegue Cerruti - "è legata al fatto che se in quasi tutta Europa è abbastanza facile trovare capitali per avviare una startup con investimenti seed ed early stage, il meccanismo si inceppa quando la startup deve scalare e crescere con round serie B e oltre, perché mancano fondi di Venture Capital di grandi dimensioni e, soprattutto, un piano di investimenti per il Paese. A 10 anni dal varo della prima legge sulle startup, crediamo che in Italia le priorità nel breve e medio periodo siano la riorganizzazione delle agevolazioni relative agli investimenti in startup e PMI innovative, l’aumento degli incentivi fiscali per investimenti di fondi previdenziali e casse assicurative verso venture capital e altri investitori professionali e la promozione di Fondi di Fondi misti “pubblico-privati” con l’obiettivo di aumentare le risorse disponibili attraverso un effetto moltiplicatore”.

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