L’Inflazione e il ruolo della Banca Centrale

David Pascucci

03/11/2022

Tutti quanti sentiamo parlare ultimamente di banche centrali, ma a cosa servono e che ruolo hanno?

 L’Inflazione e il ruolo della Banca Centrale

Tassi di interesse, inflazione, banche centrali, tutti termini che appaiono nuovi soprattutto in questo periodo in cui i prezzi sono saliti in modo molto evidente. In questo contesto le banche centrali hanno un ruolo molto importante ma la loro funzione non è molto chiara, soprattutto per chi di economia sa poco o nulla. In questo articolo andremo a vedere il ruolo della Banca Centrale all’interno dell’economia e come questa sia la principale responsabile dell’andamento del sistema economico-finanziario di riferimento.

Lo scopo di questo articolo è quello di rendere più chiaro ciò che sta succedendo intorno a noi in questo periodo storico dove l’inflazione, ossia l’aumento dei prezzi, sta incidendo in modo significativo sulle nostre spese e sui nostri risparmi.

Cos’è una Banca Centrale?

Lo dice la parola stessa, è la Banca più importante che esiste all’interno del sistema economico. Ad esempio, in Europa la Banca Centrale è la Bce, negli Stati Uniti si chiama Federal Reserve, negli Uk si chiama Bank of England, in pratica ogni area economica ha una sua banca centrale di riferimento. Meglio specificare questa cosa, ogni area valutaria ha la sua banca centrale di riferimento, ossia ogni area che utilizza una determinata valuta ha una sua banca centrale.

La Banca Centrale ha due compiti da svolgere che sono molto importanti: il primo è quello di “stampare” liquidità che verrà poi distribuita alle banche commerciali e di investimento (ossia le banche come noi le conosciamo), mentre il secondo compito è quello di regolare la crescita e la stabilità dei prezzi all’interno dell’economia di riferimento.

Ma che vuol dire “regolare la crescita e la stabilità dei prezzi”? Immaginate una banca centrale che “stampa” soldi all’infinito. Cosa potrà mai succedere a un’economia dove ci sono soldi infiniti? Un’enorme quantità di denaro inizierebbe a circolare e i prezzi salirebbero a ritmo incontrollato. Stessa cosa potremmo dire nel caso in cui una banca centrale smettesse del tutto di stampare denaro: l’economia si bloccherebbe, nessuno avrebbe più accesso al credito e di conseguenza si fermerebbe tutta l’economia.

Come avete visto con queste due “ipotesi per assurdo” che la banca centrale deve obbligatoriamente controllare il suo operato per mezzo di parametri fissi che servono a mantenere l’economia in equilibrio. Dati i compiti della banca centrale, possiamo dire che il suo obiettivo principale è quello che viene definito “inflation targeting", ossia la banca centrale deve fare in modo tale che i soldi che stampa non portino a squilibri nell’economia e pertanto ogni banca centrale ha un suo “target” di riferimento per l’inflazione (la crescita del livello dei prezzi) che in Europa e in Usa è quello del 2%.

In pratica la banca centrale ha il compito di portare il livello dei prezzi intorno al 2% al fine di rendere sana l’economia di riferimento. Questo è l’obiettivo principale di una banca centrale, regolare l’inflazione.

Come fa a regolare l’inflazione?

Abbiamo detto che la banca centrale “stampa” denaro, spieghiamo meglio questo concetto. Prendiamo ad esempio la Bce, la Banca Centrale Europea, responsabile dell’andamento dell’inflazione e del denaro in circolazione nell’area Euro. La Bce stampa degli Euro che serviranno alle banche commerciali per i prestiti, mutui e investimenti. La Bce ovviamente non regala soldi alle banche, anzi, queste ultime dovranno “pagare” per avere quel denaro, denaro che viene letteralmente messo all’asta periodicamente, un’asta competitiva che servirà a stabilire quale banca avrà più denaro. Il denaro verrà pagato per mezzo di un tasso di interesse, un costo che poi le banche “scaricheranno” sui consumatori finali, ossia su chi richiede prestiti, mutui e linee di credito.

Più il tasso di interesse è alto, più i mutui, i prestiti e le linee di credito saranno più costose, quindi le imprese che chiedono linee di credito dovranno pagare di più, i prodotti e i servizi che vendono dovranno essere più costosi, insomma se diventa tutto più costoso ecco che l’economia tenderà a bloccarsi.

Fermi tutti, abbiamo introdotto il concetto di tasso di interesse. Come visto nell’esempio precedente, tanto più il tasso di interesse è alto, tanto più diventerà sconveniente prendere a prestito dei soldi portando a una minor circolazione di denaro che porta inevitabilmente a una diminuzione dei consumi e quindi dell’inflazione. In pratica, la Banca Centrale regola l’inflazione tramite il tasso di interesse, rendendo più costoso il denaro che mette in circolo.

Non è un caso che un sinonimo di “tasso di interesse” è proprio “costo del denaro”. Facendo un altro esempio, se la Banca Centrale vede che l’economia è depressa, bloccata e senza stimoli, farà in modo tale da rendere il denaro meno costoso così da poter stimolare la domanda e lo farà abbassando il tasso di interesse. Ecco spiegata la relazione tra “tasso di interesse” e “inflazione”.

La situazione attuale

Attenzione, la Banca Centrale non ha il pieno controllo l’inflazione ma ha sotto controllo solamente la liquidità che viene immessa nel sistema economico. L’inflazione non è controllabile direttamente dalla banca centrale, bensì quest’ultima ha un’influenza importante sull’andamento della stessa. In questi ultimi anni abbiamo assistito a una politica delle banche centrali molto accomodante, ossia una politica che ha visto le banche centrali regalare liquidità alle banche senza però vedere degli effetti sull’inflazione.

Ma come è stato possibile? Molto semplicemente quella liquidità non è andata nel sistema economico come doveva ed è stata dirottata sui mercati finanziari che risultavano molto più convenienti in termini di rendimento. In pratica, le banche commerciali e di investimento, invece di immettere denaro nel sistema economico, hanno preferito investire sui mercati azionari che di certo non contribuiscono in minima parte all’aumento dell’inflazione. In pratica molta liquidità nel sistema finanziario senza incremento dell’inflazione, una situazione veramente scomoda.

Appena il sistema finanziario ha visto un suo primo blocco con la pandemia e poi con il conflitto bellico in atto, si è scaricato tutto sul sistema economico portando i prezzi a salire molto velocemente e ora le banche centrali hanno l’unico compito di bloccare questa ascesa per mezzo dell’aumento dei tassi di interesse, cosa che sta succedendo. Visto che i livelli di inflazione sono ben oltre i target di inflazione, è lecito chiedersi dove c’è stato l’errore. Bene, osservando i risultati dell’economia attuale, questa situazione era ampiamente prevedibile e non pochi hanno sollevato dubbi circa l’enorme quantità di denaro sparsa all’interno del sistema finanziario dal 2010 a oggi con i tassi a 0%.

Dove erano le banche centrali? Gli economisti sono lungimiranti e sanno quello che fanno? Evidentemente no e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo l’operato delle banche centrali in questo momento è messo in dubbio dai risultati che abbiamo nell’economia e il loro “scarico di responsabilità” su eventi esogeni come pandemie e guerre non è sufficiente a giustificare l’attuale situazione economica.

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