Inflazione e investimenti: una relazione fondamentale

David Pascucci

7 Giugno 2022 - 08:57

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L’inflazione, un numero fondamentale per l’economia e per le scelte di investimento. Vediamo insieme il perché.

 Inflazione e investimenti: una relazione fondamentale

In molti sentiamo parlare di inflazione e in molti ne sottovalutiamo l’importanza sia a livello economico, sia per quanto riguarda le scelte di investimento.

Cos’è l’inflazione? Perché è così importante?

L’inflazione è un numero che indica l’incremento (o il decremento) del livello dei prezzi al consumo in un certo arco di tempo, solitamente un anno. Per fare un esempio molto semplice, se l’inflazione annuale è del 5% significa che i prezzi attuali sono più alti del 5% rispetto lo scorso anno.

L’inflazione è fondamentale per l’economia perché ne indica, con un certo grado di approssimazione, lo stato di salute. Ad esempio, un’inflazione che per 3 anni rimane al 2% indica che i prezzi in un’economia salgono ogni anno del 2% e questo sta a indicare che “i soldi girano” e che l’economia si muove.

Al contrario, un’economia con un’inflazione negativa, sta a indicare un’economia che non si muove, dove i “soldi non girano” e per questo motivo i prezzi rimangono bloccati o addirittura scendono. Quando abbiamo un’inflazione negativa, ci troviamo dinanzi a uno dei fenomeni più pericolosi per un’economia, quella situazione che viene definita “deflazione”.

Inflazione, perché sale e perché scende?

L’espressione usata precedentemente “i soldi girano”, era un modo per introdurre il concetto di “Velocità di Circolazione della Moneta”. Per l’appunto, più i soldi circolano velocemente, più l’economia si muove, più l’inflazione sale. Al contrario, meno i soldi circolano, meno l’economia si muove e l’inflazione scende.

La velocità di questa “macchina” è controllata da un pilota che si chiama “Banca centrale”. La Banca centrale (nel caso dell’Europa, la Bce) ha come suo compito principale quello dell’Inflation Targeting, ossia quello di mantenere l’inflazione stabile all’interno di un target, di un obiettivo.

Ogni Banca centrale ha il suo target di inflazione che, nel caso della Bce è prossimo o uguale al 2%. Ovviamente le banche centrali hanno un ventaglio di strumenti ampio per controllare l’inflazione, sia per farla salire, sia per farla scendere, tutto a vantaggio della stabilità economica. Qualora la banca centrale avesse problemi nel contenere l’inflazione (o la deflazione), sarà il settore economico-finanziario ad “autoregolarsi” tramite delle crisi di domanda o di offerta.

La situazione attuale: iperinflazione

Abbiamo detto che la Bce ha un target di inflazione prossimo o uguale al 2%. In Europa registriamo un dato ora prossimo all’8% (per la precisione 8,1%) su base annuale, una situazione che i macroeconomisti dovrebbero definire come Iperinflazione.

Si definisce un fenomeno di iperinflazione nel momento in cui abbiamo un’inflazione al di sopra del target per un prolungato periodo di tempo. Il caso dell’Europa attuale potrebbe esserne un chiaro esempio, eppure in pochi si sbilanciano dicendo la verità sulla situazione attuale, ossia in pochi parlano di iperinflazione.

Cosa si fa in questi casi? In questi casi la Banca centrale, la Bce, deve agire sulla “velocità di circolazione della moneta”. Ma in che modo lo può fare? Ad esempio, uno degli strumenti principali è il tasso di interesse, ossia il costo del denaro. Più il denaro costa, meno velocemente circolerà, questa è la regola. Quindi, un modo per raffreddare l’aumento dei prezzi (iperinflazione in questo caso) è quello di agire sui tassi di interesse.

È importante tenere presente che ogni Banca centrale ha un pool di economisti che si occupano di proiezioni economiche relative al contenimento dell’inflazione, pertanto non è molto facile capire effettivamente come può agire una banca centrale.

Molti economisti, nella situazione attuale, si sono esposti ponendo un dubbio lecito circa l’assenza di operato della Bce sul ritmo di accelerazione dell’inflazione (dal 2% all’8%).

Inflazione e investimenti

L’inflazione, come detto prima, indica l’aumento dei prezzi e il suo valore è rappresentativo dello stato di salute di un’economia. Quindi, un’economia con un’inflazione al 2% è sana pertanto, perché non investire? Regola vuole che l’inflazione va a diminuire i rendimenti “reali” di un investimento. Vediamo insieme un esempio: se effettuo un investimento che mi ha reso il 4% in un anno, il rendimento reale è quello al netto dell’inflazione, ossia (4%-2%).

In sostanza, un investimento sano è sempre più alto dell’inflazione. Un’economia con un’inflazione stabile, quindi un’economia sana, deve garantire rendimenti superiori all’inflazione.

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