Esenzione Imu per coniugi con doppia residenza, i chiarimenti in vista dell’acconto

Patrizia Del Pidio

8 Giugno 2023 - 15:57

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Dallo scorso anno una grossa novità riguarda i coniugi con la doppia residenza che possono beneficiare dell’esenzione Imu entrambi. Ma attenzione ai controlli.

Esenzione Imu per coniugi con doppia residenza, i chiarimenti in vista dell’acconto

Per anni i coniugi costretti ad avere una residenza diversa sono stati costretti al pagamento dell’Imu, perchè l’esenzione era riconosciuta solo su un immobile, ovvero quello in cui aveva la dimora abituale il nucleo familiare. Ma con la sentenza della Corte Costituzionale della fine del 2022 le cose sono radicalmente cambiate.

Ora i coniugi che risiedono in abitazioni diverse possono ottenere l’esenzione dal pagamento dell’Imu per entrambi gli immobili, a prescindere che si trovino nello stesso Comune o in Comuni diversi, a patto che dichiarino e dimostrino (in caso di accertamenti) la condizione di residenza e dimora abituale in ciascuna abitazione.

Dopo anni di caos, la Corte costituzionale - con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022- ha stabilito che le coppie possono godere delle agevolazioni Imu su entrambi gli immobili destinati ad abitazione principale e non più soltanto su di una a scelta o su nessuna.

In altre parole, con la pronuncia giurisprudenziale si supera la definizione di dimora abituale come luogo dove il possessore abita in forma continuativa insieme al suo nucleo familiare e viene eliminato il vincolo di assoggettamento automatico all’Imu di uno dei due immobili, che individuava solo una prima casa.

In questa guida vediamo nel dettaglio tutti i casi in cui spetta l’esenzione Imu per i coniugi e le istruzioni per richiedere il rimborso degli importi versati dal 2017.

Requisiti per l’esenzione Imu

I requisiti soggettivi per avere diritto all’esenzione Imu sono la residenza e la dimora abituale nell’abitazione principale. Le due specifiche condizioni devono essere verificate contestualmente. Grazie alla sentenza n.209/2022 non esiste più il riferimento al nucleo familiare come presupposto per individuare l’abitazione principale ai fini dell’esenzione Imu.

La residenza è definita come il luogo nel quale una persona ha la sua abituale dimora ed è una situazione di fatto, facilmente dimostrabile da un certificato di residenza anagrafica rilasciato dall’Ufficio Anagrafe del Comune in cui è situata l’abitazione.
Il presupposto per ottenere la residenza è dunque la dimora abituale, ossia la permanenza stabile e continuativa in un luogo dove la persona svolge abitualmente la propria vita.

Tuttavia, la certificazione di residenza non sempre è sufficiente a dimostrare la dimora abituale: possono esserci dei casi in cui l’individuo vive altrove ma ha dichiarato una falsa residenza per ottenere delle agevolazioni.

Per dimostrare la dimora abituale occorre dunque produrre documenti attestanti i consumi effettivi delle utenze domestiche di luce, acqua e gas e l’eventuale scelta del medico di base che confermino la presenza costante nel corso dell’intero anno e non solo per periodi limitati.

In generale, dunque, l’esenzione Imu spetta quando il possessore di un immobile, considerato abitazione principale, vi dimora abitualmente e vi risiede anagraficamente. La Corte costituzionale ha specificato che l’esenzione Imu non spetta in alcun modo per le seconde case in cui uno dei coniugi abbia trasferito la residenza anagrafica, ma non vi dimora abitualmente.
Per completezza, ricordiamo che l’agevolazione Imu riguarda solo immobili non di lusso, mentre deve essere sempre pagata per immobili accatastati nelle categorie A1, A8 oppure A9.

A chi spetta la doppia esenzione Imu

Dopo aver chiarito quali sono i requisiti soggettivi per avere diritto all’agevolazione Imu, vediamo ora tutti i casi in cui spetta l’esenzione per i coniugi con doppia residenza.

Come chiarito dalla Corte costituzionale, la possibilità di beneficiare della doppia esenzione va verificata caso per caso. In mancanza di indicazioni specifiche, tocca ai Comuni il compito di confermare l’esistenza o meno della dimora abituale, incrociando le banche dati dei consumi energetici e idrici dell’abitazione.

Può dunque capitare che una persona abbia la residenza in un immobile, ma non anche la dimora effettiva: in tal caso continuerà a pagare l’Imu. Diverso è invece il caso di chi, per esigenze personali, di lavoro o di studio, deve vivere in un luogo diverso rispetto al coniuge. In tal caso, accertato il rispetto della condizione della doppia residenza e della dimora abituale, spetta la doppia esenzione Imu.

Come richiedere il rimborso Imu

Per i coniugi con doppia residenza per i quali la pronuncia della Corte costituzionale ha stabilito l’esonero dal pagamento dell’Imu su entrambi gli immobili, si apre la possibilità di chiedere il rimborso di quanto pagato a partire da dicembre 2017. La domanda di rimborso va infatti presentata in Comune entro cinque anni dal versamento.

Chi si trova nelle condizioni per beneficiare dell’esenzione, deve presentare entro il 30 giugno 2023 la domanda per comunicare il cambio di destinazione dell’immobile, diventato a tutti gli effetti un’abitazione principale.

Alla domanda di rimborso andrà allegata la documentazione che dimostri che i coniugi usufruiscono di due prime case in modo continuo e regolare nell’arco dei 12 mesi. L’onere della prova ricade dunque sui contribuenti, ma spetta al Comune la verifica dell’utilizzo degli immobili come abitazione principale.

Vista la confusione normativa degli ultimi anni, chi non avesse versato l’Imu ma rispetta i nuovi requisiti di esenzione previsti dalla pronuncia della Consulta, è automaticamente sollevato dal pagamento dell’Imu degli anni precedenti.

In vista dell’acconto Imu, chi è esente?

Visto che la data in cui va versato l’acconto Imu, ormai, si avvicina, è doveroso ricapitolare tutti i i casi in cui è prevista la doppia esenzione Imu per i coniugi:

  • su entrambi gli immobili adibiti ad abitazione principale dei coniugi, indipendentemente dal fatto che si trovino nello stesso Comune o in Comuni diversi;
  • su entrambi gli immobili per i quali non è stata riconosciuta l’agevolazione in virtù di precedenti sentenze della Cassazione antecedenti il 2021, pur in presenza dei requisiti;
  • su entrambi gli immobili dei coniugi separati di fatto, in seguito all’interruzione del rapporto di convivenza, nonostante non siano separati legalmente o divorziati;
  • sull’immobile posseduto da coniugi anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a patto che l’immobile risulti non locato.

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