Il progetto segreto della Cina per un trionfo economico

Ilena D’Errico

20 Dicembre 2025 - 20:12

Ecco come funziona il progetto segreto della Cina. A cosa punta Pechino per il trionfo economico?

Il progetto segreto della Cina per un trionfo economico

Ogni nuova conquista tecnologica cinese non suona come un traguardo raggiunto ma piuttosto come lo spostamento dell’asticella ancora più in alto. La Cina non si ferma e non si accontenta, puntando non soltanto all’eccellenza ma anche all’indipendenza dall’Occidente attraverso il progresso ingegneristico. Certo, non sempre questa strada viene percorsa nel modo più etico e trasparente possibile, proprio come sta accadendo con la corsa all’autosufficienza nei semiconduttori avanzati.

Come rivelato da un’inchiesta di Reuters, infatti, la Cina avrebbe avviato un progetto segreto di reverse engineering per la costruzione di un macchinario litografico EUV (Extreme Ultraviolet) basato sull’avanzata e dominante tecnologia olandese. Così Pechino vuole difendersi dalle sanzioni statunitensi, che hanno frenato notevolmente la crescita cinese nel mercato dei semiconduttori, ostacolando l’accesso alle tecnologie per la produzione dei chip.

Presto, però, la Cina non avrà più bisogno degli Stati Uniti o dell’Olanda. Il nuovo macchinario le permetterà di produrre microchip avanzati in serie a grandi velocità, conquistando un ruolo cruciale in varie aree tecnologiche, tra cui in particolare l’intelligenza artificiale, gli smartphone e i sistemi militari. Prima di arrivare a questo risultato i lavori dovranno proseguire ancora qualche anno, ma il progetto segreto della Cina - solo parzialmente svelato - le restituirà evidentemente un potere economico senza precedenti.

Il progetto segreto della Cina per il trionfo economico

Non c’è nulla di sbagliato nell’investire sul progresso ingegneristico e tecnologico, ma le modalità di Pechino lasciano qualche perplessità. Il progetto segreto sui semiconduttori, presto soprannominato sarcasticamente progetto Manhattan, è già in piedi da qualche anno, ma soltanto adesso le informazioni fuoriuscite cominciano a essere rilevanti. Come anticipato, tutto ruota intorno al prototipo di un macchinario EUV, concepito per incidere circuiti estremamente sottili sul silicio, producendo chip avanzati.

Al momento, il prototipo non è ancora stato in grado di produrre microchip funzionanti e si stima che per ottenere questo risultato si debba aspettare fino al 2028 o addirittura al 2030. Nonostante ciò, l’evoluzione degli studi sulla macchina sembra essere già piuttosto soddisfacente. Così la Cina cerca di emergere in un mercato dominato dagli occidentali e soprattutto dall’olandese ASML (il cui contributo nei nuovi macchinari cinesi è altissimo), oltre che dal rifornimento statunitense. Bisogna però sapere che per tentare di riprodurre la tecnologia EUV avanzata che caratterizza i sistemi occidentali la Cina non si è affidata soltanto al reverse engineering, ma ha coinvolto direttamente degli ex dipendenti di ASML (che in teoria non avrebbero potuto divulgare le loro conoscenze ai concorrenti), oltre a usare componenti provenienti dai macchinari olandesi.

Le ripetute sanzioni statunitensi, che hanno limitato sempre di più l’approvvigionamento cinese di tecnologie critiche e microchip sofisticati, hanno così avuto un effetto paradossale. Anziché limitare la crescita di Pechino, infatti, ci accorgiamo che le restrizioni americane hanno spinto la Cina a conquistare una catena di approvvigionamento autonoma e indipendente. Continuando il progetto che imita i macchinari olandesi la Cina potrà produrre da sé microchip sofisticati, guadagnando una protezione quasi assoluta dalle sanzioni ma anche un potere economico non indifferente.

Chi domina il mercato dei microchip al giorno d’oggi influenza settori chiave, passando dai dispositivi tecnologici alla difesa, ma anche veicoli e soprattutto lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Non sappiamo nulla di più preciso, poiché tutto avviene quanto più segretamente possibile in una struttura di Schengen, dove il personale altamente specializzato sembra lavorare in condizioni piuttosto critiche. Orari impossibili, comunicazioni ristrette e uno stato quasi di isolamento, volto proprio a limitare la fuga di informazioni.

Per queste ragioni le informazioni sono davvero ridotte all’osso, ma possiamo comunque aspettarci un massiccio interesse da parte delle aziende cinesi (il progetto sembra coinvolgere colossi come Huawei, inevitabilmente coinvolti nella produzione dei semiconduttori) e anche del governo di Pechino.

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