Il prezzo del pane è aumentato del 30% negli ultimi 4 anni

Flavia Provenzani

14 Maggio 2025 - 00:20

Un chilo di pane oggi costa il 30% in più rispetto a soli quattro anni fa. Eppure, l’inflazione è aumentata “solo” del 17,5%.

Il prezzo del pane è aumentato del 30% negli ultimi 4 anni

Che il costo della vita sia aumentato vertiginosamente negli ultimi anni è cosa certa. Ma spesso, presi dalla quotidianità e dall’assuefazione a condizioni di vita apparentemente immodificabili, non ci soffermiamo a rifletterci.

Eppure, basti pensare che il prezzo del pane - uno degli alimenti più consumati in Italia con circa 15-18 kg all’anno in termini di quantità media pro capite - è aumentato del 30% in soli quattro anni. Molto più del tasso medio di inflazione registrato da Istat da marzo 2021 a marzo 2025, pari al 17,5%.

Detto in altre parole, un euro di quattro anni fa vale oggi 75 centesimi. Certo, il valore nominale rimane lo stesso, è materialmente la stessa moneta da un euro, ma essa oggi non basterebbe più a comprare lo stesso prodotto che quattro anni fa costava un euro. Signore e signori, è l’inflazione.

Il prezzo del pane è aumentato del 30% negli ultimi 4 anni

Lasciamo perdere la pista di briciole di pane e torniamo al ragionamento principale. O meglio, partiamo dalla fonte del dato.

In pochi lo sanno ma il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) aggiorna mensilmente il suo Osservatorio Prezzi e Tariffe, un database che tiene traccia dei prezzi medi, massimi e minimi di diversi prodotti e servizi.

La versione più aggiornata, fino ad oggi, risale a marzo 2025.

Bastano pochi clic per scoprire che, se a marzo 2021 bastavano mediamente 2,9 euro per comprare un chilo di pane, oggi ne servono mediamente 3,77. Quattro anni fa il prezzo variava da un minimo di 2,4 euro a un massimo di 3,3, mentre oggi la forbice si è ampliata da un minimo di 3,19 a un massimo di 4,9 euro.

In media, come anticipato, il prezzo di un chilo di pane è aumentato esattamente del 30%.

L’Osservatorio fornisce una panoramica dettagliata sull’andamento dei prezzi di un’ampia gamma di beni e servizi di largo consumo ed è suddiviso in sei macro-categorie: prodotti ortofrutticoli, alimentari, articoli per la cura personale e della casa, servizi, beni energetici e prodotti ittici.

Perché il prezzo del pane è salito più dell’inflazione?

Perché l’inflazione è salita del 17,5% in quattro anni, mentre il prezzo del pane è schizzato del 30%?

La risposta è da ricercare in una combinazione di fattori economici, geopolitici e climatici. Ha inciso certamente l’aumento del costo delle materie prime. Il pane è fatto di farina. Negli ultimi anni il prezzo del grano tenero ha subito delle forti oscillazioni, principalmente a causa della guerra in Ucraina, uno dei maggiori esportatori mondiali di grano, ma anche per effetto della speculazione sui mercati agricoli globali e delle avversità delle condizioni climatiche.

Dal 2021 ha pesato, e non solo sul prezzo del pane, la crisi energetica. I costi di gas ed elettricità sono schizzati alle stelle dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Consideriamo che i panifici sono tra le attività più energivore, poiché il pane richiede una cottura a temperature elevate per tempistiche medio-lunghe. Ed anche la produzione e la trasformazione della farina sono attività che richiedono energia.

Poi è intervenuto l’aumento dei costi di trasporto e logistica, con la pandemia che ha creato delle gravi interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali, aumentando così i costi del trasporto delle merci, e un rialzo dei costi dei carburanti, a loro volta legati all’energia.

Ha avuto il suo peso anche l’inflazione, che ha innalzato i costi del lavoro e di operatività dei panifici.

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