Nelle piccole imprese italiane la parola “delega” fa ancora paura. Il controllo totale non è più un segno di forza ma un limite. Eppure, è proprio da lì che passa la crescita.
C’è una frase che ho sentito mille volte, detta con un misto di orgoglio e stanchezza: «Alla fine, qui se non decido io, non si muove niente».
È una frase che fotografa perfettamente l’anima di tante piccole e medie imprese italiane. Realtà dove il titolare è il motore, il cervello e spesso anche il pronto soccorso di ogni decisione. Dal fornitore da scegliere al cliente da accontentare, dal preventivo urgente alla sostituzione di un dipendente: tutto passa da lui. Eppure, in quel modello apparentemente virtuoso, si nasconde la radice di molti rallentamenti e, a volte, di veri blocchi di crescita.
Delegare non è solo “lasciare fare agli altri”: è un atto di fiducia, una scelta strategica che distingue un’impresa che sopravvive da una che cresce. Ma per molti imprenditori la parola “delega” fa paura, perché significa rinunciare a un pezzo di controllo. E per chi ha costruito tutto con le proprie mani, non è affatto semplice. [...]
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