I verbali Fed frenano il dollaro e l’euro si rafforza. Ma tutto può cambiare, i motivi

Violetta Silvestri

24/11/2022

24/11/2022 - 10:06

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Dopo i verbali Fed il super dollaro si prende una pausa e l’euro ne beneficia, recuperando la parità sul biglietto verde: quanto durerà? I dati in arrivo potrebbero già oggi smorzare la moneta unica.

I verbali Fed frenano il dollaro e l’euro si rafforza. Ma tutto può cambiare, i motivi

I verbali Fed, attesi dai mercati, hanno frenato il dollaro e rafforzato l’euro.

Con gli investitori tornati a essere più ottimisti e attratti dagli asset di rischio, la valuta rifugio ha perso slancio e il cambio EUR/USD si è ancorato sulla parità, toccando picchi che non si vedevano da almeno un mese.

La coppia sta avanzando verso 1,0450 nei primi scambi europei. Con il dollaro Usa indebolito dalla possibilità espressa nei verbali di rialzi dei tassi meno aggressivi, l’attenzione si sposta sui risultati dell’indice Ifo tedesco e sulle minute Bce.

C’è ancora spazio, quindi, per un indebolimento dell’euro se giungeranno numeri e dettagli poco incoraggianti sull’Eurozona, a rischio recessione più di altre regioni del mondo a causa della crisi energetica.

Dollaro in pausa, euro più forte dopo i verbali Fed: cosa hanno svelato?

Alle ore 8.28 circa, l’euro vale $1,0433. La coppia ha ripreso slancio dopo il rilascio dei verbali Fed, guadagnando circa il 6% rispetto a un mese fa.

L’indice del dollaro, che misura il biglietto verde rispetto ai sei principali omologhi, è sceso a 105,75, dopo essere scivolato dell’1% durante la notte.

I verbali della riunione della Fed all’inizio di questo mese hanno indicato che diversi funzionari hanno sostenuto la necessità di moderare il ritmo degli aumenti dei tassi, anche se alcuni hanno sottolineato che è comunque opportuno un tasso terminale più elevato.

Ciò aggiunge peso alle aspettative che la banca centrale alzerà i tassi di 50 punti base il mese prossimo, ponendo fine a una serie di enormi incrementi di 75 pb. I dati di mercoledì 23 novembre, inoltre, hanno mostrato che l’attività commerciale negli Stati Uniti si è contratta e le domande di disoccupazione sono aumentate, mentre l’economia si raffredda.

I dati sui prezzi al consumo statunitensi leggermente più freddi del previsto avevano alimentato le speranze di un allentamento della politica da falco. Queste prospettive hanno visto l’indice del dollaro scivolare del 5,1% a novembre, mettendolo sulla buona strada per la peggiore performance mensile degli ultimi 12 anni.

Gli strateghi di Citi hanno affermato che c’è ancora una sostanziale incertezza su come i tassi potrebbero salire, nonostante il consenso sul fatto che aumenteranno più lentamente.

I verbali hanno mostrato inoltre un dibattito emergente all’interno della Fed sui rischi che un rapido inasprimento delle politiche potrebbe comportare per la crescita economica e la stabilità finanziaria. Allo stesso tempo, i politici hanno riconosciuto che c’erano stati pochi progressi dimostrabili sull’inflazione e che i tassi dovevano ancora aumentare.

L’analista Kong di CBA ha avvertito che i mercati sono troppo ottimisti su una possibile fine imminente del ciclo di inasprimento e ha notato che c’era ancora un forte supporto per il dollaro Usa a causa delle politiche cinesi zero-Covid.

Tutto può ancora accadere nei mercati e sul cambio EUR/USD.

L’euro più forte, ma fino a quando? Occhio ai prossimi dati

La moneta unica festeggia, ma resta osservata speciale. Troppi eventi in arrivo, infatti, potrebbero ancora farla oscillare.

Il vicepresidente della Banca centrale europea Luis de Guindos ha dichiarato mercoledì 23 novembre che è molto probabile vedere tassi di crescita negativi nel quarto trimestre nell’Eurozona. Il policymaker ha anche aggiunto che la Bce continuerà ad aumentare i tassi di interesse per cercare di ridurre l’inflazione verso gli obiettivi a medio termine.

Inoltre, la banca centrale tedesca, la Bundesbank, ha pubblicato il suo rapporto mensile e ha dichiarato: “Il tasso di inflazione potrebbe rimanere a due cifre anche oltre la fine dell’anno.”

In questa cornice si attendono per oggi, 24 novembre, i verbali Bce. L’indice Ifo sulla valutazione economica in Germania ha mostrato un miglioramento più alto delle attese. Questo dato e il tono da falco delle minute Bce possono mantenere la quotazione più solida, ma i segnali della recessione potrebbero sondare lo slancio rialzista.

L’euro, quindi, ha ancora spazio per indebolirsi.

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