Timori di recessione, debolezza del dollaro e incertezza globale spingono le aziende a coprire i rischi di cambio su orizzonti più lunghi per proteggere i flussi di cassa futuri.
L’improvviso ritorno delle politiche protezionistiche della Casa Bianca ha riacceso un vecchio spettro nei corridoi delle grandi multinazionali statunitensi: la volatilità valutaria.
Il 2 aprile, l’annuncio da parte del presidente Donald Trump di nuove tariffe globali superiori alle attese ha scatenato una forte reazione nei mercati dei cambi, generando una corsa tra le aziende USA a rafforzare e prolungare le coperture valutarie per proteggere i propri flussi di cassa.
Il messaggio è chiaro: la visibilità sui mercati valutari si è ridotta drasticamente e l’instabilità politica ha sostituito i fondamentali macroeconomici come principale driver delle oscillazioni tra le valute. [...]
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