La mobilità in Lombardia, il nostro approfondimento sul sistema ferroviario lombardo e gli attori coinvolti

Redazione

16 Gennaio 2023 - 15:40

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Ad un mese dalle elezioni regionali in Lombardia, Money.it ha indagato uno dei temi più discussi per fare chiarezza sul trasporto ferroviario lombardo.

La mobilità in Lombardia, il nostro approfondimento sul sistema ferroviario lombardo e gli attori coinvolti

Il trasporto ferroviario lombardo è uno dei temi più caldi trattati nell’ultima settimana; un argomento che sta particolarmente a cuore a tutti i lombardi che si spostano per andare al lavoro con i mezzi pubblici.

A un mese dalle elezioni regionali lombarde la redazione di Money.it ha deciso di fare chiarezza su un tema ricorrente nei programmi e negli interventi dei candidati. Quali sono i numeri relativi alla rete ferroviaria lombarda? Quanti cittadini si spostano in treno ogni giorno? Quali sono gli investimenti previsti per un miglioramento del servizio anche in ottica sostenibilità?

Chi gestisce la rete ferroviaria lombarda?

Un primo punto chiave su cui fare chiarezza per capire il sistema di trasporti lombardo è distinguere i vari attori che lo compongono. I treni sono operati dall’azienda ferroviaria, che in Lombardia è Trenord, controllata pariteticamente al 50% dal Gruppo FNM e da Trenitalia; i 2070 km di rete ferroviaria e tutto ciò che vi giace – binari, stazioni, passaggi a livello – sono invece gestiti da altre aziende. 330 km sono gestiti da Ferrovienord, che dal 1879 ha fondato e sviluppato le linee che diramano da Milano Cadorna verso Varese, Como, Asso, Malpensa e Novara e la tratta Brescia-Iseo-Edolo; i restanti 1740 km da Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo Ferrovie dello Stato, sotto la cui responsabilità cadono il Nodo di Milano e tutti gli altri collegamenti, tra cui quelli per Bergamo, Brescia, Pavia, Cremona, Mantova, Lecco, Sondrio.

Degli oltre 2000 km di rete, il 52% è a binario unico: ciò impone ai treni il transito a senso alternato. La mappa delle ferrovie lombarde è rimasta pressoché inalterata rispetto a 50 anni fa, seppur tecnologicamente potenziata. Oggi come 50 anni fa, le due stazioni fulcro per la rete, Centrale e Cadorna, sono stazioni “di testa”: questo significa che quando i convogli arrivano al capolinea per proseguire il viaggio devono invertire il senso di marcia. È un aspetto che viene ovviato negli scali ferroviari di nuova generazione, pensiamo alla stazione Reggio Emilia AV Mediopadana, e che aumenta tempi e procedure per il viaggio.

In questo contesto, il servizio offerto ai cittadini lombardi risulta essere senza pari in Italia: ogni giorno sui binari corrono 2200 corse regionali, suburbane, aeroportuali. Nell’intero 2022 Trenord ha effettuato oltre 700mila corse, di cui l’83% ha circolato in orario. Il servizio regionale di trasporti è cresciuto esponenzialmente negli ultimi 50 anni, quando in Lombardia circolavano 500/600 treni al giorno. Oggi ne vengono messi al servizio dei cittadini 2200, il triplo di quelli offerti dalle regioni vicine. Alla crescita del servizio ferroviario regionale si è affiancato un progressivo e significativo aumento di altre tipologie di traffico, sui binari lombardi: corse Alta Velocità, interregionali, internazionali, merci.

Il trasporto ferroviario lombardo offre un servizio capillare con oltre 400 stazioni

La Lombardia conta oltre 400 stazioni, numeri importanti che consentono al 77% dei comuni e al 92% dei cittadini di avere una stazione ferroviaria entro un raggio di 5 km. Per quanto riguarda i numeri dei cittadini lombardi che scelgono di muoversi in treno, si nota come siano costantemente in aumento: nel 2011 si muovevano in treno 405mila viaggiatori nei giorni feriali, mentre nel 2019 il dato era raddoppiato, raggiungendo gli 820mila passaggi giornalieri. Dopo la pandemia e con i lasciti che ne derivano, oggi le frequentazioni sono tornate a crescere fino a superare i 620mila passeggeri giornalieri.

Se una domanda di tali dimensioni, da un lato, è un riconoscimento del fatto che in Lombardia il servizio ferroviario ha acquisito una rilevanza sempre maggiore, se non per la qualità obiettata da alcuni, almeno in termini di capillarità e frequenza, dall’altro impone al sistema di funzionare in modo impeccabile, per garantire regolarità. Garantire la regolarità su infrastrutture ferroviarie che presentano le stesse banchine, gli stessi sottopassaggi e gli stessi binari di dieci anni fa diventa difficoltoso se consideriamo i numeri sempre in crescita dei viaggiatori.

Trenord, fondata nel 2011, ha ereditato una flotta dagli anni ’80

Trenord, in questo contesto, si trova quindi a dover gestire un servizio dove un imprevisto anche minimo può ripercuotersi su tutta la rete con gravi conseguenze. Citiamo un esempio: l’orario prevede che le fermate nelle stazioni durino un minuto e, in determinate stazioni di snodo come Bovisa, questa tempistica non sempre è sufficiente. Bastano pochi secondi di ritardo per portare disordine al sistema e, di conseguenza, disagi ai viaggiatori.

Per poter evitare i disagi e migliorare le prestazioni del sistema ferroviario, occorre investire in modo coordinato e lungimirante su tutte le componenti che lo condizionano: flotta, tecnologie e infrastrutture. Ed è questo che è in parte mancato in Lombardia. Alla sua fondazione nel 2011 Trenord, che doveva essere “la locomotiva d’Italia”, ha ereditato una flotta in larga parte vetusta, comprendente mezzi circolanti dagli anni ’80. Questo ha reso necessari fin da subito investimenti in nuovi convogli, per sostenere la crescita del servizio.

Quali sono gli investimenti previsti per una miglioria del servizio?

La flotta di treni lombarda è stata oggetto di investimenti, da parte di Regione Lombardia e del Gruppo FNM, per l’acquisto di convogli di nuova generazione come i TSR, destinati al Passante ferroviario, e i Coradia, destinati al collegamento aeroportuale Malpensa Express e ad altre linee. Nel 2020, inoltre, ha preso il via un piano di rinnovo radicale della flotta che vedrà entro il 2025 l’immissione in servizio di 222 nuovi treni, per dismettere definitivamente i mezzi più obsoleti e garantire maggiore regolarità al servizio. Dove circolano, i nuovi treni migliorano le performance di viaggio: linee storicamente problematiche come la S11 Milano-Como-Chiasso e la S8 Milano-Carnate-Lecco grazie ai convogli Caravaggio oggi superano costantemente e abbondantemente l’80% di puntualità.

Le migliorie appena citate, in alcuni casi, vengono però vanificate dalla qualità delle infrastrutture con le quali i nuovi treni devono convivere. Un caso esempio che aiuta a far capire meglio questo concetto è quello della linea Brescia-Parma, dove i nuovi convogli Colleoni diesel-elettrici hanno avuto uno stop dopo la messa in servizio, a causa di un’eccessiva disparità fra i sistemi tecnologici dei treni e quelli dei binari. I nuovi treni messi al servizio della clientela hanno trovato inoltre difficoltà anche su linee molto trafficate come la Milano-Brescia-Verona.

Solo un’azione coordinata su tutte le componenti del sistema e una progettualità coraggiosa che guardi già fin da oggi alle esigenze di mobilità del prossimo decennio e si prepari a rispondervi possono consentire al servizio ferroviario di diventare una risposta ancora più efficace alle esigenze di spostamento dei viaggiatori in Lombardia.

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