Quando i figli devono mantenere i genitori?

Ilena D’Errico

11 Dicembre 2022 - 16:43

condividi

I figli devono mantenere i genitori, ma soltanto quando versano in un reale stato di bisogno. Tutto dipende però dalle possibilità economiche.

Quando i figli devono mantenere i genitori?

I figli sono obbligati a mantenere i genitori quando ne hanno la possibilità e i genitori non hanno altri mezzi di sostentamento. Non si configura, infatti, lo stesso obbligo di mantenimento che i genitori hanno verso i figli, bensì una forma diversa che si limita al versamento degli alimenti.

Quando i figli sono obbligati a mantenere i genitori: lo stato di bisogno

Ci sono quindi molte differenze tra questi due obblighi, perché, per lo meno riguardo ciò che è regolato dalla legge e quindi escludendo gli obblighi morali, il dovere dei figli è decisamente più limitato.

I genitori, difatti, sono per legge obbligati a mantenere i figli minorenni e anche quelli maggiorenni che sono incapaci a provvedere al proprio mantenimento. Non vi sono criteri di riduzione dell’obbligo, ad esempio i genitori disoccupati sono tenuti a trovare un impiego per provvedere economicamente al benessere dei figli.

Si parla in questo caso di benessere proprio perché il mantenimento non si limita ai bisogni primari, ma deve comprendere anche le esigenze relazionali e ludiche, come gli sport per esempio. Il mantenimento corrisposto dai genitori, peraltro, deve permettere ai figli di mantenere lo stesso tenore di vita.

Al contrario, gli obblighi dei figli verso i genitori sono molto più limitati, soprattutto per quanto riguarda presupposti ed entità. I figli secondo il Codice civile sono tenuti a occuparsi degli alimenti dei genitori soltanto quando questi ultimi sono del tutto impossibilitati a farlo autonomamente.

Quindi se uno dei due genitori si trova in stato di indigenza ma il coniuge no, per i figli non scatta nessun obbligo legale. Lo stesso vale se i genitori sono in grado di mantenersi per quanto riguarda la sopravvivenza ma non possono permettersi qualche svago. I figli possono aiutarli economicamente se lo ritengono giusto, ma non vi è alcun dovere in merito.

Un’altra situazione in cui i figli sono esonerati dal versamento degli alimenti è quella in cui il genitore è stato dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale con una sentenza. In tutte le altre casistiche previste dalla legge, devono provvedere i figli biologici e adottivi, in mancanza dei quali scatta l’obbligo anche per i nipoti e altri discendenti prossimi.

Non trattandosi però di un mantenimento vero e proprio, gli alimenti sono dovuti soltanto quando le condizioni economiche del genitore, o di entrambi, sono così ridotte da impedire di fronteggiare le necessità fondamentali. Si dice cioè che il soggetto versa in stato di bisogno.

Lo stato di bisogno si configura soltanto quando il genitore è sprovvisto di un reddito da lavoro per cause involontarie (malattie, età avanzata o anche semplicemente la fatica a trovare un impiego nonostante l’impegno) e il patrimonio non permette di provvedere ai bisogni primari:

  • Vitto.
  • Abitazione.
  • Vestiario.
  • Cure mediche.

In questi casi gli alimenti sono dovuti e in modo pieno. Al contrario, se lo stato di bisogno è stato causato dal genitore stesso, che magari ha sperperato i suoi soldi, viene applicata una riduzione dell’importo.

Alimenti: quanto spetta ai genitori e rischi per i figli che non li versano

Lo stato di bisogno risponde quindi a queste caratteristiche inderogabili, ma viene valutato di volta in volta tenendo conto di tutti i fattori:

  • Condizioni di vita effettive del genitore.
  • Patrimonio.
  • Redditi da lavoro.
  • Possibilità di ricavare redditi da beni immobili.
  • Idoneità del reddito complessivo a soddisfare le esigenze primarie.

In sostanza, questo significa che se il genitore in stato di bisogno ha una seconda casa che potrebbe vendere o affittare per generare un’entrata, si verifica la riduzione o l’annullamento degli alimenti.

In ogni caso la legge non prevede un importo minimo dell’assegno per gli alimenti, perché dipende dalle possibilità dei figli e anche dal loro numero. Accade quindi che ogni fratello sia tenuto al versamento di una quota differente per contribuire.

I genitori che non ricevono gli alimenti possono avviare una causa civile per il risarcimento, mentre i figli non possono fare lo stesso se i fratelli non eseguono i propri doveri. Negare gli alimenti ai genitori può peraltro rientrare nel reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, articolo 570 del Codice penale.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO