In termini reali la spesa dei consumatori privati in Cina è cresciuta di oltre l’8% all’anno, di gran lunga più velocemente rispetto a qualsiasi altra economia del pianeta
I media occidentali hanno più volte scritto e raccontato che la Cina sarebbe afflitta da un grande doppio problema sistemico: la sua economia consumerebbe poco ma al contempo investirebbe troppo. Mentre la seconda parte dell’affermazione, quella relativa sgli investimenti eccessivi, è effettivamente un problema reale, il primo assunto non è affatto vero.
Lo ha spiegato anche Ruchir Sharma, presidente del Rockefeller International, in un articolo pubblicato dal Financial Times dal titolo “Il mito del consumatore cinese represso”. Il contenuto del pezzo confuta la versione secondo la quale la Cina si sarebbe prefissata di diventare una potenza manifatturiera negli anni ’80 e di aver, da quel momento in poi, limitato la spesa dei suoi stessi consumatori per investire i loro risparmi nella realizzazione di porti e fabbriche.
Ebbene, non ci sarebbe alcun “consumatore represso” in Cina. Basta dare un’occhiata a cosa è accaduto in questo secolo: in termini reali, la spesa dei consumatori privati in Cina è cresciuta di oltre l’8% all’anno, di gran lunga più velocemente che in qualsiasi altra economia del pianeta. Negli ultimi anni, tra l’altro, la crescita della spesa dei consumatori ha rallentato nella maggior parte dei Paesi a causa dell’invecchiamento della popolazione e del calo dei redditi reali. È quindi scesa anche in Cina al 5% annuo, ma il Dragone era e resta in ottima compagnia. E in ogni caso quello cinese è un dato comunque superiore a quello di qualsiasi altra grande economia del mondo. [...]
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