I CEO più innovativi di Piazza Affari

Claudia Cervi

20/06/2022

20/06/2022 - 16:05

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Gian Maria Mossa, Corrado Passera, John Elkann, Tatiana Rizzante, Danilo Iervolino, Francesco Venturini: i CEO che guidano l’innovazione in Italia.

I CEO più innovativi di Piazza Affari

In un’economia ancora reduce dei disastri provocati dalla pandemia, la guerra, l’impennata dei prezzi, il rialzo dei tassi e dello spread scuotono nuovamente i mercati finanziari nel 2022, affossando le quotazioni.

Dalle società di consumo ai colossi internazionali del digitale, tutti sono stati colpiti dalla volatilità delle Borse, tranne quelle che stanno dimostrando di poter generare prospettive per il futuro, le società che sanno innovare.

Non serve andare oltre Oceano per trovare la ricetta anti-recessione: Reputation Science ha incrociato le quotazioni di Borsa Italiana con i dati sull’innovazione e con le statistiche sulla presenza digital identificando i CEO innovatori nel nostro Paese. Figure capaci di convincere la comunità finanziaria con la loro visione strategica, con iniziative all’avanguardia e soprattutto con l’integrazione di nuovi modelli di business nei rispettivi settori.

Ma chi sono i CEO più innovatori della Borsa Italiana?

Rizzante nella consulenza innovativa

Tatiana Rizzante, Amministratore delegato di Reply, compare tra le figure d’eccellenza della consulenza strategica italiana. Sotto la sua guida, l’azienda torinese di sistemi IT ha realizzato una performance superiore al 120% dai minimi del marzo 2020 conquistando una posizione strategica nella robotica, nella blockchain e nel Web 3.0. L’innovazione tecnologica passa anche dal nuovo “innovation Hub” realizzato all’interno del Lingotto, incubatore di nuove tecnologie ed ecosistema territoriale in grado di promuovere la trasformazione digitale a livello regionale, nazionale ed europeo.

Iervolino per i media digitali

Un altro protagonista dell’innovazione digitale è Danilo Iervolino, fondatore dell’azienda tech Multiversity che controlla l’università telematica Pegasus e Mercatorum. La società è stata definita uno dei pochi «unicorni» italiani (aziende con almeno 1 bln di valore di mercato) ed è stata venduta al fondo di private equity Cvc per 1 miliardo di euro. Oltre ad aver investito parte del ricavato nel veicolo editoriale quotato Bfc Media, garantendosi l’accesso alla Borsa Italiana, Iervolino sta investendo sulle start up più interessanti del settore. E’ storia recente l’acquisizione del settimanale L’Espresso, con una mossa che fatto salire l’imprenditore alla ribalta alimentando le aspettative di innovazione in questo ambito.

Venturini per la trasformazione digitale del settore utility

In un settore tradizionale come quello delle utility, da mesi al centro delle tensioni internazionali, Francesco Venturini, Ad di Enel X, ha saputo diversificare e trasformare il modello di business integrando prodotti e servizi innovativi nella mobilità e nei pagamenti.

Elkann per la diversificazione multisettoriale

Capacità di diversificazione anche per John Elkann che sta guidando il colosso di famiglia in un percorso di transizione verso l’indipendenza dal business dell’auto. L’Ad di Exor ha aggregato nella holding competenze e talenti in svariati campi (editoria, sport, lusso, health care e investimenti), investendo in numerose start up del fintech come Casavo, società italiana che sta rivoluzionando il mercato immobiliare attraverso l’instant buying. Da marzo 2020 la quotazione di Exor nel listino principale di Borsa Italiana è cresciuta di oltre il 60%.

Mossa, innovatore di Banca Generali

L’innovazione supera i confini del mondo tecnologico e contagia uno dei settori più tradizionali come quello dei servizi finanziari e bancari. Alle novità più conosciute del fintech nell’ambito dei pagamenti (Satispay o nexi) si affiancano i nuovi modelli di business nei crediti alle PMI (Illimity di Corrado Passera) e nel digital banking (Fineco).

Uno scenario in rapida evoluzione all’interno del quale nasce anche un nuovo concetto di open banking proposto da Banca Generali. Il suo Ad, Gian Maria Mossa, ha trasformato il business del private banking passando da un modello statico e tradizionale ad uno «aperto» che valorizza il capitale umano e la competenza dei propri professionisti, attraverso un modello di business caratterizzato dalla centralità dei servizi di consulenza finanziaria, pianificazione patrimoniale, wealth management e trading. I risultati di questa trasformazione non si sono fatti attendere: dall’inizio della pandemia, la controllata del Leone di Trieste ha distribuito ai suoi azionisti cedole con un rendimento medio superiore al 6% e un ritorno sul capitale superiore al 60%.

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