Guerra Ucraina-Russia, perché se ne parla meno? Cosa sta succedendo

Alessandro Cipolla

27 Luglio 2022 - 13:59

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In Italia e non solo si parla sempre meno della guerra tra Russia e Ucraina: il conflitto però va avanti, ecco cosa sta succedendo sul campo di battaglia.

Guerra Ucraina-Russia, perché se ne parla meno? Cosa sta succedendo

Della guerra tra Ucraina e Russia se ne sta parlando sempre di meno. Non solo in Italia, dove le elezioni politiche anticipate che si terranno il prossimo 25 settembre stanno catturando tutte le attenzioni, ma anche negli altri Paesi occidentali.

Un calo di attenzione che può essere definito “fisiologico”, visto che in estate da sempre sono i temi più leggeri a fare da padrone, ma anche se leggiamo sempre meno notizie in merito all’Ucraina la guerra, purtroppo, sta andando avanti.

Nei media nostrani negli ultimi giorni della guerra si è parlato soprattutto per l’accordo sul grano e per la crisi del gas, con l’Europa che ha approvato un piano per ridurre i consumi in vista della probabile chiusura dei rubinetti da parte di Mosca.

In Italia poi nei prossimi due mesi il conflitto in corso dallo scorso 24 febbraio potrebbe diventare uno dei tanti argomenti elettorali e nulla più, anche se vista la spinosità dell’argomento il tema potrebbe essere solo lambito da parte dei principali partiti politici.

Ma dal punto di vista militare, cosa sta succedendo in Ucraina? Anche se la guerra sta vivendo una fase di riposizionamento dopo la conquista da parte della Russia del Lugansk, sono molti gli aspetti che continuano a essere preoccupanti.

Guerra Russia-Ucraina: la situazione

Dopo 154 giorni di guerra, la situazione in Ucraina è la seguente: rispetto ai confini pre-24 febbraio, la Russia ha conquistato tutto il Lugansk, una parte del Donetsk e tutta la striscia meridionale lungo il Mar D’Azov e il Mar Nero che va dalla città di Mariupol a quella di Kherson.

Dopo queste vittorie adesso la Russia avrebbe frenato la sua avanzata, in quella che nel gergo viene chiamata una “pausa operativa” utile per avvicendare i soldati da mesi al fronte e riorganizzare le linee dei rifornimenti.

Più aumentano i territori da controllare e maggiore sono le difficoltà nei collegamenti, anche se Mosca memore degli errori commessi all’inizio della guerra adesso non sta più procedendo a macchia di leopardo per non allungare troppo le proprie linee.

L’attacco per prendere il controllo del resto del Donetsk e, di conseguenza, di tutto il Donbass, al momento è ritardato: se l’avanzata delle truppe di terra è in fase di stallo, specie nella città di Karkhiv continuano invece a piovere i missili russi.

Al tempo stesso l’Ucraina, rinvigorita dall’arrivo dall’Occidente di alcuni lanciarazzi Himars che hanno una gittata fino a 70 km, sta cercando di mettere in campo una controffensiva colpendo le retrovie nemiche e obiettivi strategici come nel caso del ponte Antonivskiy nella città di Kherson, che attraversa il fiume Dnieper, attualmente in mano ai russi.

Cosa può succedere?

Lo stallo delle ultime settimane per quanto riguarda la guerra in Ucraina può essere pericoloso quanto dei feroci combattimenti. Il rischio di un conflitto lungo e sanguinoso infatti appare essere ormai uno scenario tristemente sempre più reale.

Nonostante l’accordo sul grano raggiunto tra Mosca e Kiev grazie alla mediazione dell’Onu e della Turchia, tutte le trattative diplomatiche per un cessate il fuoco, anticamera necessaria per poter iniziare a parlare di pace, sono da mesi ferme al palo.

La guerra in Ucraina così potrebbe trascinarsi ancora a lungo, accentuando ancora di più la crisi economica e delle materie prime conseguente all’invasione da parte della Russia. Una eventualità questa da incubo anche per il resto d’Europa.

Non bisogna dimenticare poi che più la guerra va avanti e maggiori sono i rischi di un allargamento del conflitto. A riguardo, se confermata sarebbe molto pericolosa la notizia di un primo attacco ucraino in territorio russo utilizzando delle armi fornite dall’Occidente.

Del resto per ottenere una vittoria militare entrambi i contendenti dovranno aumentare il livello dei loro attacchi, altrimenti sarebbe inevitabile una sorta di “guerra infinita”. L’unica soluzione non drammatica di conseguenza è quella diplomatica, ma al momento nessuno sembrerebbe voler percorrere questa strada.

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