Google Bard sfida ChatGPT, come provarlo

Niccolò Ellena

22 Marzo 2023 - 10:14

condividi

Bard, il chatbot basato sull’intelligenza generativa di Google, è arrivato. A un mese dall’annuncio, l’azienda sta iniziando a testare questa novità con alcuni utenti. Fara meglio di ChatGPT?

Google Bard sfida ChatGPT, come provarlo

Bard è arrivato, adesso per davvero. Dopo l’annuncio di inizio febbraio, il chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa di Google è finalmente nelle mani di alcuni fortunati eletti che lo stanno testando.

Attualmente, a testare Bard, secondo quanto riportato da un comunicato diffuso ieri dall’azienda, sono alcuni cittadini del Regno Unito e degli Stati Uniti; tuttavia il chatbot potrebbe presto diventare disponibile anche in altre lingue e in altri Paesi.

Bard, che è alimentato da una versione ottimizzata di un Modello di Linguaggio per Applicazioni di Dialogo (LaMDA), si pone come principale competitor di ChatGPT, il chatbot di OpenAI su cui Microsoft ha deciso di investire in maniera massiccia.

La sfida per la miglior intelligenza artificiale generativa adesso inizia per davvero: Bard è ufficialmente disponibile (seppur per pochi eletti) e OpenAI ha rilasciato la sua intelligenza artificiale più aggiornata, GPT-4. Chi avrà la meglio? Per saperlo sarà necessario attendere i primi feedback provenienti da coloro che li hanno testati entrambi.

Come fare per provare Bard

Attualmente è possibile iscriversi alla lista di attesa per testare Bard in inglese, tuttavia sono necessari alcuni requisiti specifici, vediamo quali sono:

  • avere almeno 18 anni di età;
  • avere un account Google che è gestito personalmente e non da un parente, tutore, ecc.;
  • utilizzare un browser tra Chrome, Safari, Firefox, Opera e Edgium;
  • trovarsi nel Regno Unito oppure negli Stati Uniti.

Se si possiedono questi requisiti è possibile iscriversi, altrimenti è necessario adottare una soluzione alternativa.

Per coloro che non vogliono aspettare l’arrivo del chatbot in Italia, è possibile utilizzare una VPN, ossia una rete virtuale privata, per modificare il proprio indirizzo IP e fare in modo che la propria connessione risulti in uno dei Paesi autorizzati a iscriversi alla lista di attesa.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO