Giornali di partito: ecco quanto hanno preso di finanziamento pubblico per poi fallire

Alessandro Cipolla

18 Luglio 2017 - 13:43

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Giornali di partito: da L’Unità a La Padania passando per Europa, ecco quanti finanziamenti pubblici hanno incassato le 19 testate, quasi tutte poi fallite.

Giornali di partito: ecco quanto hanno preso di finanziamento pubblico per poi fallire

I giornali di partito e il finanziamento pubblico: ecco quanto i vari organi ufficiali cartacei hanno incassato negli anni per poi fallire, visto che al momento soltanto due ne sono ancora in edicola e uno sopravvive solo nella versione online.

Una nuova inchiesta dell’osservatorio civico Openpolis mette sotto la lente d’ingrandimento questa volta i giornali di partito, andando a spulciare quanti soldi pubblici hanno incassato le 19 testate dal 2003 fino al 2015.

I numeri snocciolati alla fine sono da capogiro, con un totale di 238 milioni che sarebbero stati elargiti nel periodo. In testa alla classifica dei fondi ricevuti c’è L’Unità, seguita da La Padania e da Europa.

Tutti quotidiani questi che ormai non sono più nelle edicole essendo falliti da tempo. A sopravvivere nella versione cartacea sono soltanto La Discussione e Zukunft, mentre il Secolo d’Italia è presente soltanto nella sua versione online.

Il finanziamento pubblico ai giornali di partito

A leggere l’elenco dei 19 giornali di partito che hanno ricevuto finanziamenti pubblici nel periodo che va dal 2003 al 2015 viene un po’ da sorridere. Alcune delle testate presenti infatti possono essere definite delle autentiche sconosciute.

Altre invece hanno una storia ben diversa come L’Unità, quotidiano fondato nel lontano 1924 da Antonio Gramsci e che, dopo molte vicissitudini, è stato chiuso per la terza volta nel giugno scorso.

L’Unità inoltre è anche in testa a questa speciale classifica dei soldi pubblici ricevuti, superando per distacco La Padania ed Europa. Vediamo allora nel dettaglio tutti i quotidiani presenti nell’elenco e quanti milioni hanno ricevuto negli anni.

  • L’Unità - 60,7
  • La Padania - 37,4
  • Europa - 32
  • Liberazione - 32
  • Il Secolo d’Italia - 27,2
  • Terra - 13,8
  • Cronache di Liberal -10,1
  • La Discussione - 7,9
  • Zukunft - 6,1
  • Rinascita della Sinistra - 5,9
  • Liberal - 4,3
  • Italia dei Valori - 3,5
  • Socialista Lab - 2,8
  • Democrazia Cristiana - 2,3
  • Peuple Valdotain - 1,9
  • Campanile Nuovo - 1,8
  • Il Sole Che Ride - 1
  • Avanti - 0,7
  • Orizzonti Nuovi - 0,02

Il totale di questo lungo elenco porta a 238 milioni elargiti . Attualmente soltanto La Discussione, quotidiano fondato da Alcide de Gasperi nel 1952 e ora riconducibile a Rivoluzione Cristiana, assieme al sudtirolese Zukunft del SVP sono ancora in edicola.

Il Secolo d’Italia, organo prima di Alleanza Nazionale e poi del Popolo della Libertà, sopravvive ora soltanto nella versione online, visto che il suo reso si aggirava sempre intorno all’87% della tiratura. Attuale direttore è Italo Bocchino, ex parlamentare recentemente coinvolto anche nel caso Consip. In totale dal 1990 al 2015 il giornale ha goduto di 70,3 milioni di finanziamento pubblico.

I giornali di partito falliti

Dei 19 giornali di partito che hanno ricevuto finanziamenti pubblici dal 2003 al 2015, più dell’80% quindi ha chiuso i battenti. Il caso più emblematico è sicuramente quello dell’Unità, lo storico quotidiano del PCI che andava a rappresentare ora la voce del PD.

Dopo altre due precedenti chiusure, in questo 2017 è terminata l’esistenza de L’Unità. Dopo che a maggio era consultabile soltanto la versione online, a giugno ecco che avviene la chiusura definitiva dopo aver ricevuto dal 1990 al 2015 ben 154,3 milioni di soldi pubblici. Al suo posto il PD ha presentato ora la rivista online Democratica.

La Padania invece ha chiuso i battenti nel 2013, nonostante fosse l’organo con cui l’attuale segretario della Lega Nord Matteo Salvini mosse i suoi primi passi all’interno del partito. Intanto dal 1990 al 2013 il giornale aveva ricevuto in totale 61,2 milioni di finanziamenti pubblici.

Europa è stato il quotidiano de La Margherita, che nel 2014 ha mandato in cassa integrazione i suoi collaboratori dopo aver incassato dal 2003 dallo Stato la bellezza di 32,8 milioni.

Liberazione invece ha fatto capo a Rifondazione Comunista prima di chiudere nel 2009 con una media di circa 10.000 copie vendute, mentre Terra dei Verdi ha cessato l’attività nel 2015 dopo esser passato da quotidiano a rivista.

L’Unione di Centro aveva in Cronache di Liberal il proprio giornale che ha chiuso nel 2013 dopo solo 5 anni di attività, incassando comunque nel periodo circa 10 milioni di finanziamenti pubblici.

La Rinascita della Sinistra è stato un mensile che ha fatto capo al Partito dei Comunisti Italiani, chiusa nel 2010 con 6 milioni incassati in undici anni di attività, mentre dell’esistenza de L’Italia dei Valori e di Orizzonti Nuovi, entrambi legati al partito fondato da Di Pietro, in pochi se ne sono accorti ma i soldi sono stati comunque incassati.

Dieci anni è durata l’esistenza di Socialista Lab, organo del Nuovo PSI, un sesto della vita della rivista Peuple Valdotain organo del partito regionalista della Valle d’Aosta Union Valdotain.

Dal 2000 al 2010 è uscito in edicola invece il Campanile Nuovo, giornale dell’UDEUR di Clemente Mastella, testata che è stata oggetto di polemiche anche per il presunto uso scorretto dei fondi pubblici ricevuti.

Avanti è stato il giornale storico del Partito Socialista che però è naufragato insieme alla fine del garofano, mentre infine del giornale Il Sole Che Ride della Federazione dei Verdi non si hanno praticamente notizie se non per il fatto di far parte dell’elenco fornito da Openpolis.

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